EUBULO (Εὔβουλος, Eubūlus)
Uomo politico ateniese, figlio di Spintaro, del demo di Probalinto. Nacque verso la fine del secolo IV a. C. Il periodo della sua massima attività e autorità data dalla fine della guerra sociale (355 a. C.) e si prolunga oltre la pace di Filocrate (346). Ricoperse per un numero imprecisabile di anni la carica di preposto al theorikon, a quella cassa, cioè, che forniva i fondi per le elargizioni al popolo in occasione delle feste e la cui introduzione fu da qualche moderno attribuita a E. stesso. Veramente non sappiamo con esattezza quali riforme finanziarie siano connesse con l'opera di E.; certo è che durante la sua amministrazione invalse il principio di assegnare alla cassa del teorico tutte le eccedenze del bilancio e che egli operò un forte accentramento finanziario per cui gli amministratori del teorico finirono per esercitare il controllo su tutto il movimento finanziario dello stato. Le abbondanti distribuzioni di denaro che E. procurava al popolo fecero confondere la sua figura con quella dei demagoghi d'indirizzo radicale. In realtà E. seguì una politica di rinuncia alle aspirazioni imperialistiche del passato che avevano stremato lo stato e di risanamento economico. La felicissima amministrazione finanziaria di E., dopo aver salvato lo stato dal fallimento che lo minacciava (dopo la guerra sociale), procurando un forte aumento delle entrate consentì di accrescere considerevolmente la flotta, di rimettere in efficienza la cavalleria e accrescere le forze dell'esercito, di porre mano a una serie di lavori pubblici. Più difficile si presentava per E. la politica estera che egli volle, fino al possibile, politica del non intervento e di amicizia. In questo senso egli agì verso la Persia (la pace del 355 che poneva fine alla guerra sociale fu fondamentalmente opera sua); verso Sparta e anche verso Tebe.
Meno felice o meno fortunato fu nei confronti della Macedonia conquistatrice. Non potendo far concludere una pace che avrebbe implicato la rinuncia ad Anfipoli (sacrificio intollerabile agli Ateniesi), si limitò a una politica difensiva. Ma, scoppiata nel 349 la guerra di Olinto e poco dopo (inverno 349-8) la rivolta dell'Eubea di fronte a Demostene che invitava all'offensiva più decisa contro Filippo, il partito di E. provvide a una spedizione nell'isola; la dispersione delle forze causò la perdita dell'Eubea e la resa d'Olinto. E. cercò rimediare bandendo la guerra nazionale contro Filippo; l'esito negativo fece persuasi gli Ateniesi della necessità della pace che fu proposta da Filocrate e sostenuta da E. La divergenza di principî e di metodi aveva posto di fronte E. e Demostene. Finì col prevalere Demostene che spinse Atene nuovamente contro Filippo e nel 339 colpì il sistema finanziario di E. facendo assegnare alla guerra le eccedenze del bilancio: contemporaneamente venivano sospesi i lavori pubblici iniziati. Nel 330 E. era morto. Dopo la sua morte Iperide protestò, non sappiamo con quale risultato, contro gli onori concessi a Eubulo.
Bibl.: J. Kirchner, Prosopographia attica, Berlino 1901, I, p. 350 segg., n. 5369. V. inoltre: K. J. Beloch, Attische Politik, Lipsia 1884, pp. 173-196; id., Griechische Geschichte, 2ª ed., Berlino 1922, I, pagine 343, 451, 484, segg.; A. Schäfer, Demosthenes und seine Ziet, 2ª ed., I, Lipsia 1885, pp. 186-215 e passim; H. Francotte, Les finances des cités grecques, Liegi 1909, pp. 219 segg.; U. Kahrstedt, Forschungen zur Geschichte des ausgehenden fünften und des vierten Jahrhunderts, Berlino 1910, p. 97 segg.; per Eubulo e il teorico v. particolarmente: G. Gilbert, Handbuch der griechischen Staatsalterthümer, I, 2ª ed., Lipsia 1893, pp. 273 seg., 378 seg. 383; G. Busolt-H. Swoboda, Griechische Staatskunde, 3ª ed., Monaco 1920-26, passim e spec. p. 1143 segg.; U. Kahrstedt, Demosthenes und die Theorika, in Nachr. Gesell. Göttingen, 1929, pp. 136 segg.; per il contrasto tra la politica di E. e quella di Demostene v. A. Momigliano, in Civiltà Moderna, III (1931) p. 711 segg.