EUCHIRO (Εὔχειρ e Εὔχειρος, Euchir e Euchirus)
Conosciamo alcuni artisti greci col nome di Εὔχειρ, e altri con la variante Εὔχειρος. Dei primi, uno è detto parente di Dedalo, e inventore della pittura in Grecia, secondo una notizia che Plinio (Nat. Hist., 7, 205) attribuisce ad Aristotele. Qualcuno identifica questo con Euchiro di Corinto coroplasta (v. appresso). Il secondo, padre del secondo Eubulide (v.), fu probabilmente statuario, come lo fu altresì il terzo, padre del terzo Eubulide, del quale a Megara si trovò la base di una statua con la sola firma. E si può credere che l'abiatico omonimo, ricordato in un'epigrafe a Delfi, abbia continuato la tradizione artistica della famiglia. Difficile è identificare fra questi l'autore del simulacro marmoreo di Ermete che Pausania (VIII 14, 10) vide a Fenea di Arcadia, non meno che il bronzista a cui Plinio (Nat. Hist., 34, 91) attribuì "atleti, guerrieri, cacciatori, sacrificanti". Degli artisti di nome Εὔχειρος, due sono corinzî: l'uno è detto coroplasta (v. diopo), l'altro bronzista. Questi, secondo una tradizione riferita da Pausania (VI, 4, 4,) sarebbe stato il maestro di Clearco da Reggio (v.) che però altrove è detto discepolo di Dipeno o di Dedalo. L'attività di E. risulterebbe così nella seconda metà del sec. VI a. C.: egli avrebbe imparato l'arte dagli spartani Carta e Siagra. Un altro E., infine, fu vasaio attico: lavorò nel sec. VI a. C., e appartenne al gruppo detto dei miniaturisti.
Bibl.: W. Amelung, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, 1915, p. 70 segg.; per Eucheir, v. G. Dickins, Hellenistic sculpture, Oxford 1920, p. 58. Per il vasaio: B. Sauer, in Künstler-Lexikon, ibid.; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, I, Monaco 1923, p. 497; v. anche eubulide.