EUDEMONISMO
. È la dottrina che considera fine naturale dell'uomo la felicità (εὐδαιμονία) e assegna alla vita umana il compito di raggiungerla. Ma che cosa è la felicità? Per Socrate essa coincide con la virtù, e vive bene chi opera bene; per Aristotele, invece, alla virtù, e alla soddisfazione che ne deriva, è necessario si aggiungano condizioni esterne favorevoli. L'eudemonismo tipico è precisamente quello di Aristotele; ma eudemonismo è anche la dottrina d'Epicuro che assegna al saggio il compito di procurarsi serenità, calma e continua gioia mediante quell'arte di vivere ch'egli chiama virtù. Un carattere eudemonistico sembra assumere anche la morale cristiana quando all'adempimento doveroso dei voleri divini pone quale coronamento e premio la beatitudine celeste. Il Rinascimento e, dopo di esso, l'illuminismo e l'utilitarismo ripeterono infinite volte il tentativo di dedurre dal naturale desiderio che l'uomo ha della felicità una fondata norma morale. Oppugnatore rigoroso di ogni eudemonismo fu invece Kant, il quale, riprendendo la concezione stoica della moralità come dovere, negò pregio morale ad ogni azione non compiuta per puro ossequio alla legge della ragione: anzi disse sicuramente morali solo le azioni fatte per puro dovere, contro il desiderio del piacere. Non creati a cercare felicità, ma a seguire virtù, gli uomini, per Kant, riceveranno la felicità dovuta alla loro virtù da Dio nella vita futura.