EUDOSSIO (Ευδόξιος Eudoxius)
Vescovo ariano, fra i più equivoci che la controversia abbia manifestati. Consacrato vescovo di Germanicia nella Commagene (331), nel 357 cercò di farsi eleggere alla sede di Antiochia: l'imperatore Costanzo, in un primo tempo favorevole all'elezione, si lasciò poi convincere dai partigiani di Basilio, ed E. dovette fuggire in Armenia. Il sinodo di Seleucia (359) lo depose, ma E. seppe ben manovrare e, all'indomani del concilio di Costantinopoli (360), riuscì a farsi eleggere nella sede di Costantinopoli dove rimase sino alla sua morte. E., partigiano in un primo momento dell'ὁμοιούσιος, passò in seguito nel partito anomeo (v. anomei), favorendo come poté Aezio (v.) ed Eunomio (v.); sottoscritta la formula di Rimini-Costantinopoli (360), venne in urto anche con gli anomei che gli elessero a Costantinopoli un competitore, ma inutilmente; anzi, durante il regno di Valente (dal 364), E. ebbe praticamente in mano la direzione della politica religiosa di questo imperatore. Morì verso il 370. Di lui non ci resta che una breve formula di fede (in Caspari, Alte und neue Quellen zur Geschichte des Taufsymbols und der Glaubensregel, Cristiania 1879, pp. 176-185) e qualche altro breve frammento.
Bibl.: Vedi, olter a tutte le storie della controversia ariana (v. arianesimo), Loofs, in Realencyclopädie für protestantische Theologie, V, pp. 577-580.