Psichiatra svizzero (Zollikon, Zurigo, 1857 - Zurigo 1939). Laureatosi in medicina nel 1883, approfondì i suoi studî con J. M. Charcot. Dal 1887 al 1927 tenne la cattedra di psichiatria a Zurigo, dove fu direttore dell'ospedale psichiatrico Burghölzli. Col termine, da lui coniato, di schizofrenia (che sostituiva quello kraepeliniano di dementia praecox), denotò la sintomatologia dissociativa come scissione fra momento e momento della psiche e non come deficienza di una funzione psichica, secondo la definizione di Kraepelin. I rapporti tra B. e la scuola freudiana furono contrassegnati da alterne vicende. B., che nel 1896 aveva recensito le Studien über Hysterie di Freud, nel 1907 fu tra i promotori del "Gruppo freudiano" di Zurigo (Claparède, Binswanger, Bleuler), che per qualche anno mantenne cordiali rapporti di collaborazione con Freud e con il gruppo viennese. Fu, con Freud, il primo direttore dello Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschung. Nel 1910 si rifiutò di aderire alla Società psicoanalitica internazionale, ravvisando elementi di dogmatismo nelle posizioni di Freud. Fu l'inizio del suo distacco dalla psicoanalisi, compiutosi nel 1913 con l'articolo Kritik der Freudschen Theorie. È sua (1914) l'espressione "psicologia del profondo" (ted. Tiefenpsychologie). La divergenza di fondo rispetto a Freud affiora in Naturgeschichte der Seele und ihres Bewusstwerdens (1921), in cui B. aderisce a un evoluzionismo finalistico afferente alla psicobiologia, che di fatto contrastava con le vedute cosmologiche che Freud aveva sostenuto in Jenseits des Lustprinzips (1920). Un fattore unitario e strutturante, lo psicoide, sottenderebbe la complessità dei processi vitali e ne costituirebbe il principio unitario. Opere principali: Affektivität, Suggestibilität, Paranoia (1906), Dementia praecox oder Gruppe der Schizophrenien (1911), Lehrbuch der Psychiatrie (1916), Die Psychoide als Prinzip der organischen Entwicklung (1925).