LABICHE, Eugène-Marin
Commediografo francese, nato il 5 maggio 1815 a Parigi, dove morì il 23 gennaio 1888. Iniziò la sua attività letteraria con un romanzo, La clé des champs (1838), e con un vaudeville, composto insieme con Marc Michel (M. de Coislin ou l'homme infiniment poli, 1838), a cui fece seguire oltre un centinaio di lavori, sempre in collaborazione.
Tutti i suoi lavori hanno caratteri comuni: la rappresentazione di piccoli casi della vita comici o ridicoli, svolti con una sicura visione scenica, un piacevole senso dell'intrigo, un dialogo riboccante di facezie: donde il successo incontrato fra il pubblico borghese. Tra le opere più notevoli, in massima parte vaudevilles, si ricordano: con M. Michel, Edgard et sa bonne (1852), Si jamais je te pince! (1855); con A. Lefranc, Embrassons-nous, Folleville (1850), Le chapeau de paille d'Italie (1851, uno dei più clamorosi successi); con E. Martin, Le voyage de M. Perrichon (1860), La poudre aux yeux (1861), Les vivacités du capitaine Tic (1861); con Delacour, Célimare le bien-aimé (1863), La cagnotte (1864), Le choix d'un gendre (1869); con E. Gondinet, Le plus heureux dec trois (1870); con Duru, Doit-on le dire? (1873), Le prix Martin (1876), ecc. Altri suoi collaboratori furono Th. Barrière, Ph.-F. Dumanoir, É. Augier; anzi quest'ultimo lo indusse a raccogliere la sua opera (Théâtre complet, 1878-79, voll. 10) e a presentarsi all'Académie française, dove fu accolto nel 1880.