EUGENICA o Eugenetica (dal gr. εὐγενής "di buona nascita")
Il grande campo nel quale svolge la sua attività tutto quanto si riferisce al miglioramento dell'uomo è diviso fra l'eutenica e l'eugenica, che mirano entrambe a questo fine: trasformare la presente collettività in una collettività nella quale gli scarti fisici, intellettuali e morali siano ridotti al minimo e massimo, invece, sia il numero d'individui capaci di vivere il più a lungo possibile, contribuendo al benessere proprio e sociale. Alquanto diversi ne sono però i mezzi d'azione. Infatti l'eutenica (igiene) tende essenzialmente al miglioramento delle condizioni ambientali in seno a cui l'individuo nasce, si sviluppa, vive e al perfezionamento delle qualità fisiche e psichiche dello stesso individuo. Comprende quindi: la protezione della maternità e dell'infanzia, l'educazione e l'istruzione in tutte le loro peculiarità, la bonifica di tutto quanto ci circonda, ci dà vita e prende vita dalla nostra attività. L'eugenica, invece, basandosi sulla trasmissione ereditaria dei caratteri, vuole che l'unione prima avvenga fra cellule sessuali portatrici delle migliori potenzialità ereditarie, appartenenti cioè a individui fisicamente, psichicamente e moralmente ben costituiti e provenienti a loro volta da ceppi famigliari privi di tare morbose. Ora, se ci si riferisce ai risultati pratici che s'ottengono con i due ordini di procedimenti, bisogna concludere che è poco facile lo stabilire a prima vista una netta linea di demarcazione fra eutenica ed eugenica, in quanto molte norme igieniche raggiungono anch'esse, in ultima analisi, finalità eugeniche; mentre reciprocamente tanto maggiori probabilità di successo sono riservate all'igiene quanto migliore è la provenienza del substrato organico sul quale essa è chiamata ad agire. Ma, analizzando le cose un po' più profondamente, ci s'imbatte subito in un grave problema: possiamo essere sicuri che da quel miglioramento ambientale e individuale (igiene) verso cui sono stati diretti finora tutti gli sforzi della società verrà effettivamente a scaturire un miglioramento della razza attraverso a un graduale vantaggio trasmesso a ogni generazione? Vediamo così risorgere le vecchie questioni dei rapporti fra ambiente ed eredità e della trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti. Questioni che hanno importanza non soltanto dal punto di vista dottrinario (in quanto se si vuole ammettere che vi sia stata un'evoluzione, bisognerà anche ammettere una trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti), ma anche dal punto di vista pratico (in quanto se tale trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti sussiste veramente, il miglioramento biologico e sociale si potrebbe raggiungere risanando l'ambiente e l'individuo, cioè con l'igiene; mentre, invece, se ogni cambiamento somatico e psichico indotto sul singolo individuo dall'igiene, nel senso più lato, non ha la sua ripercussione sul plasma germinativo, un miglioramento della razza potrebbe essere ottenuto soltanto mediante una selezione degli accoppiamenti e cioè seguendo le norme che l'eugenica tende a imporre).
Precursore delle moderne dottrine eugeniche è stato considerato, per il trattato Della famiglia, L. B. Alberti (M. Barbàra, in Riforma medica, 1928, n. 45). Ma la tesi della possibilità di migliorare l'essere umano attraverso una selezione cosciente degli accoppiamenti fu avanzata e sostenuta da Francis Galton (1822-1911) in una serie d'articoli pubblicati nel 1865 sotto il titolo Hereditary Talent and Genius e poi sviluppata più ampiamente nel 1869 nel suo Hereditary Genius. Dallo studio di 977 biografie il Galton concludeva che per la riuscita degl'individui spetta all'eredità un'importanza maggiore di quella che può essere attribuita al semplice favore delle circostanze; con un'opportuna selezione degli accoppiamenti sarà quindi possibile ottenere generazioni umane di più elevato valore. Un altro studio simile, riguardante la genealogia di 180 eminenti personalità, veniva successivamente pubblicato nel 1874 per ribadire le stesse conclusioni. La parola "eugenica" compare per la prima volta in Inquiries into the human Faculty and its development (1883) e tutte le idee precedentemente esposte sono riassunte in Natural Inheritance (1889), insieme con i principî generali di biologia che stanno a base della trasmissione ereditaria dei caratteri normali e patologici.
L'entusiasmo del Galton non fu diminuito dalle critiche dei suoi contemporanei: critiche che egli seppe ribattere con le sue pubblicazioni The possible improvement of the human breed under existing conditions of Law and Sentiment (1901); Eugenics, its definition, scope and aims (1904). Nel 1905, inoltre, egli sosteneva la necessità di certificati attestanti l'idoneità eugenica degli aspiranti al matrimonio (v. appresso); rimonta pure a questo tempo la fondazione presso l'università di Londra d'un laboratorio d'eugenica. Dopo la morte del Galton quest'istituto assumeva il nome di Galton eugenics laboratory e al Pearson ne veniva affidata la direzione.
L'Eugenics Education Society sorgeva nel 1908 con le seguenti finalità: 1. mettere in rilievo l'importanza nazionale dell'eugenica educando il pubblico alla responsabilità eugenica del matrimonio; 2. fare opera di propaganda delle nozioni più sicure sull'eredità, in quanto la divulgazione di esse può contribuire indirettamente al miglioramento della razza; 3. estendere dovunque i dettami dell'eugenica. Come si vede, la culla dell'eugenica è l'Inghilterra; da qui il movimento s'è esteso a tutto il mondo e gli studî eugenici e le organizzazioni a finalità eugeniche hanno raggiunto dovunque la più grande diffusione. Nella Svezia, soprattutto per l'energica opera svolta dal Lundborg, sono sorti speciali istituti presso le università di Upsala e di Lund. E istituti con uguale finalità sono in Finlandia, Norvegia, Danimarca, Russia, Belgio, Olanda, Francia, Ungheria, Germania, Portogallo, Cecoslovacchia, Svizzera. Ma specialmente in America il movimento eugenico ha preso grande sviluppo; ne fanno fede l'Institut of Eredity, l'Eugenics Record Office fondato dalla Carnegie Institution, l'American Genetic Association, l'Eugenics Research Association, l'Eugenics Society of the United States of America, la Young Men's Christian Association, la Pan-American Association of Eugenics and Homiculture, il Genealogical Record Office. In Italia, un Comitato italiano per gli studî di eugenica si costituiva in Roma nel 1913 in seno alla Società romana di antropologia e di esso facevano parte G. Sergi, S. De Sanctis, C. Artom, C. Gini, L. Mangiagalli, A. Niceforo, M. Saffiotti. In seguito, nel 1919, per iniziativa di E. Pestalozza, C. Gini, C. Artom veniva fondata una Società italiana per gli studî di genetica ed eugenica. Un primo congresso italiano di eugenica aveva luogo nel 1924 a Milano, nella cui università inoltre veniva stabilito uno speciale insegnamento d'eugenica, affidato al Patellani.
L'eugenica, pertanto, ha già acquistato dovunque una larga base d'attività scientifico-pratica, biologico-sociale. Nel campo scientifico e biologico essa si sforza di studiare con l'osservazione sperimentale (genetica) e clinica: quali siano il determinismo e le peculiarità di trasmissione dei varî caratteri ereditarî; quali le condizioni capaci di modificare tale trasmissione e tali caratteri; quanto dell'aspetto somatico e psichico, normale e patologico, dei varî individui sia dovuto alle condizioni ereditarie e a quelle ambientali; quanto spetti alle une e alle altre nel comportamento e nella produttività d'ogni individuo; in che modo sia possibile determinare aprioristicamente le potenzialità ereditarie, il patrimonio naturale, cioè, che ogni individuo sarà per trasmettere alla discendenza. Molti risultati di questi studî e soprattutto quelli desunti dall'osservazione clinica quotidiana si mostrano fertili di pratiche e proficue applicazioni. L'attenzione dell'eugenica è stata, difatti, specialmente attirata dagli stati morbosi e dalle anomalie ereditariamente trasmissibili (debolezza mentale, demenza precoce, pazzia maniaco-depressiva, epilessia, corea, sordità, cecità, alcoolismo, criminalità, vagabondaggio, prostituzione). Nel campo pratico sociale, infine, l'eugenica tende a che sia ridotto il contributo che gl'individui cosiddetti disgenici o antisociali apportano alla discendenza; e, per converso, a che sia aumentato il contributo riproduttivo degli individui migliori. La prima parte del programma pratico dell'eugenica, diretta a impedire o ridurre il contributo riproduttivo degli antisociali, potrebbe essere attuata con misure coercitive (eutanasia, segregazione, sterilizzazione, restrizioni matrimoniali) e con misure non coercitive (maltusianismo, educazione eugenica). Ma le misure coercitive, se non sia intervenuta colpa alcuna, sono contrarie ai diritti morali e giuridici. Perciò la chiesa cattolica le riprova (cfr. l'enciclica Casti connubii, 31 dic. 1930). Il sistema della segregazione, già vigente negli attuali ordinamenti sociali per altre finalità, comporterebbe un dispendio che potrebbe essere soltanto momentaneo (giacché ricompensato in avvenire dal risparmio di tutte quelle ingenti somme che gravano sul bilancio sociale per il mantenimento degl'individui di scarto) e che potrebbe essere rimborsato in buona parte con un'opportuna utilizzazione della mano d'opera dei ricoverati. La sterilizzazione, che ovvia a tale dispendio, esiste già in parecchi stati dell'America per finalità eugeniche e punitive. Le leggi restrittive dei matrimonî, anch'esse ivi esistenti, tendono ad aumentare le unioni e le natalità illegittime. Fra le misure non coercitive il maltusianesimo, che s'è cercato di diffondere nelle classi inferiori per arginare il loro incremento, deve piuttosto essere ostacolato, come immorale; del resto le pratiche tendenti alla limitazione dei concepimenti acquisterebbero sempre maggior favore in quelle classi superiori nelle quali già sono purtroppo d'uso comune e delle quali invece bisogna favorire l'incremento. Soprattutto all'educazione eugenica bisogna dare il massimo impulso: bisogna cercare di diffondere le conoscenze sull'eredità morbosa; di valorizzare sempre più nella generale considerazione la coscienza della responsabilità che s'assume col matrimonio di fronte alla famiglia e alla società; di trasformare a poco per volta le attitudini psichiche collettive e d'abituare a una selezione sessuale cosciente basata su considerazioni biologiche più che d'ordine affettivo, sociale ed economico. La seconda parte del programma pratico dell'eugenica, diretta ad aumentare il contributo riproduttivo da parte degl'individui più idonei, può essere attuata con opportuna opera d'educazione: la quale, basandosi sulla grande legge naturale della conservazione del singolo e della specie, insegni di buon'ora che tra i grandi doveri dell'uomo vi sono quelli di lavorare e produrre, e, in generale, di fondare una famiglia e riprodursi. Essa potrà inoltre essere facilitata da adeguati provvedimenti che favoriscano gl'individui ammogliati e con prole e, come già in Francia, le famiglie numerose. La tassa italiana sul celibato, ha, sebbene solo in parte, finalità eugeniche.
Il certificato prematrimoniale. - Anche in Italia, come altrove, dopo la guerra mondiale è stata ripresa dalla 24ª sezione (Igiene sociale) della Commissione reale per i problemi del dopoguerra l'opportunità d'una proposta di proibizione del matrimonio ai tarati e non idonei, specialmente ai luetici; fu, cioè, avanzata la proposta di rendere obbligatorio un certificato prematrimoniale comprovante l'idoneità alle nozze senza pericoli per la discendenza. La questione del certificato prematrimoniale fu largamente discussa e variamente giudicata da giuristi, medici e grosso pubblico. Esperimenti e proposte non mancarono, poiché, specialmente nell'America Settentrionale, in molti stati, l'obbligo di questo certificato era stato in varie maniere adottato e varie istituzioni del genere erano sorte in Turchia, in Norvegia, in Danimarca, ecc. In Germania proposte simili furono presentate al Reichstag senza favorevole accoglimento. Più miti provvidenze eugenetiche matrimoniali erano state altrove proposte o adottate come, p. es., la dichiarazione d'obbligo fra gli sposi di conoscersi fisicamente; la formale dichiarazione, giurata o meno, d'avere coscienza di trovarsi immuni da malattie ereditarie o pericolose e, finalmente, come in Austria, l'istituzione di pubblici Consultorî matrimoniali (Eheberatungsstelle) a cui i nubendi possano, liberamente e con riservatezza, rivolgersi per trarre norma e consiglio prima delle nozze. Il certificato prematrimoniale è stato infatti proposto in varie forme più o meno rigorose: può essere assolutamente obbligatorio per la celebrazione delle nozze, può essere richiesto e depositato come semplice informativa senza che costituisca impedimento matrimoniale, può essere soltanto autorizzato per uso privato d'uno o d'ambedue gli sposi. Grandi discussioni seguirono altresì intorno alla questione se si debba limitare l'obbligo del certificato rispetto alla sifilide ovvero rispetto ad altre malattie trasmissibili o degenerogene; se si debba limitare il controllo prematrimoniale al solo sposo (come più frequente portatore di malattie veneree) oppure si debba estendere la visita alla sposa di cui taluno ha perfino proposto il controllo sulla capacità a sopportare la gravidanza e il parto. Le obiezioni più gravi all'obbligo del certificato prenuziale non solo riguardano la sconvenienza d'una misura troppo intimamente coercitiva, ma si riferiscono, soprattutto, alle difficoltà pratiche d'una seria procedura d'accertamento intorno a fatti troppo intimi e riservati. Si fa osservare essere pressoché impossibile il funzionamento di commissioni tecniche specializzate per ogni matrimonio e in ogni comune; la facilità delle frodi; l'impossibilità d'impedire che il talamo nuziale non trovi inquinamento anche durante la vita matrimoniale; l'incitamento al concubinaggio, alle nascite illegittime e alle degenerazioni extramatrimoniali, ecc. Gravi sono pure le obiezioni d'indole giuridica, perché il matrimonio non ha soltanto finalità procreative ma anche spirituali, assistenziali, ecc. nel consortium omnis vitae fra i sessi, talché sembrerebbe illogico impedire il matrimonio ai tarati come ai vecchi, ecc. quando il matrimonio può regolare posizioni già compromesse sistemando rapporti religiosi, morali, economici, giuridici, ecc.; specialmente se vi fu filiazione, sana o tarata che sia. Pertanto il problema del certificato prenuziale, per quanto informato a giusti ideali, anche per eventuali complicazioni intorno alla validità giuridica del contratto matrimoniale, merita prudente considerazione.