REBAUDENGO, Eugenio Carlo Angelo
REBAUDENGO, Eugenio Carlo Angelo. – Nacque a Torino il 29 giugno 1862 da Giovanni Napoleone Cesare, grande proprietario terriero e ministro onorario della Real Casa, e da Cristina Sismonda, figlia del geologo e paleontologo Angelo.
Ebbe due sorelle: Emilia Maria Angela, che sposò Vincenzo De Fornaris, e Vittoria Maria Carolina, che si unì a Ernesto Giacomo Re. Nel 1867 al padre fu conferita da Vittorio Emanuele II l’investitura comitale in riconoscenza dei servizi prestati.
Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Torino, Eugenio si laureò a pieni voti il 29 giugno 1883. La sua vita si divise fra l’attività imprenditoriale, l’impegno tecnico-manageriale e la politica, locale e nazionale. Erede di un cospicuo patrimonio, Rebaudengo lo incrementò con un’oculata amministrazione. A Torino divenne presto molto noto negli ambienti industriali e bancari grazie alle sue capacità organizzative e amministrative e fu chiamato a far parte del consiglio di amministrazione o alla presidenza di molte società. In campo agricolo e zootecnico si fece promotore di numerose importanti iniziative. Negli enti e nelle istituzioni agricole lavorò a contatto con la vecchia nobiltà terriera piemontese, nelle imprese industriali e nelle banche operò con l’alta borghesia subalpina a cominciare da Giovanni Agnelli. Grande proprietario di terre, soprattutto nell’Albese, e appassionato di agricoltura, gestì abilmente le tenute di famiglia e ricoprì numerose cariche in enti e istituzioni legati al mondo agrario e zootecnico. Fu vicepresidente della Cattedra ambulante di Cuneo, nel 1889 fondò il Sindacato agricolo di Torino, operante su base regionale, e ne fu a lungo presidente, così come fu presidente della Reale Società di Orticultura del Piemonte. Presiedette il Comizio agrario di Torino dal 1899 per circa un trentennio, fino a quando nel 1928 l’ente si fuse con il Circolo enofilo subalpino dando vita alla Società di cultura e propaganda agraria della quale fu il primo presidente.
Attraverso il Comizio agrario si fece promotore di numerose iniziative in favore dell’agricoltura e della zootecnia in Piemonte e in Italia. In particolare, sollecitò l’intervento del governo e di enti pubblici e privati a sostegno del Laboratorio di fitopatologia (fondato a Torino nel 1903 da Pietro Voglino) che, grazie al suo interessamento, fu ingrandito e trasformato in Osservatorio di fitopatologia, consentendo la realizzazione di notevoli progressi nella lotta contro i parassiti delle piante, grazie a ricerche e a un’intensa opera di divulgazione. Dell’Osservatorio Voglino rimase direttore, mentre Rebaudengo fu il primo presidente.
Sempre attraverso il Comizio agrario, nel dicembre del 1912 fece istanza a Giovanni Giolitti, allora presidente del Consiglio, per l’istituzione a Torino di una Stazione sperimentale per la lotta contro le malattie infettive del bestiame in Piemonte e Liguria volta a collaborare con le autorità sanitarie nell’applicazione delle pratiche profilattiche e delle misure di polizia veterinaria, nonché a svolgere attività di ricerca, di diagnosi e diffusione di informazioni e conoscenze fra allevatori e veterinari. La Stazione iniziò l’attività il 20 marzo 1913 grazie anche all’appoggio del prefetto di Torino e al patrocinio del ministero dell’Interno, che concesse un significativo contributo finanziario. Nel 1914 la Stazione venne dotata dal Comune di Torino di un vasto appezzamento di terreno sul quale fu costruito in pochi mesi l’edificio principale della nuova sede. Altri uffici e i laboratori vennero ospitati in palazzine edificate successivamente. Dal 1933 l’Osservatorio cambiò nome in Istituto zooprofilattico del Piemonte e della Liguria e poi anche della Valle d’Aosta ed è tuttora operante. Rebaudengo ne fu, oltre che promotore, anche primo presidente e mantenne la carica fino al 1928. Per molti anni fece parte del Consiglio superiore di Agricoltura; venne nominato rappresentante del governo nella Stazione chimico-agraria e nel Regio istituto superiore di medicina veterinaria di Torino e fu anche presidente della Commissione provinciale di statistica agraria.
Molto conosciuto e influente nell’ambiente degli affari torinese, e poi anche in quello milanese, Rebaudengo ricoprì incarichi amministrativi in numerose società industriali e bancarie. Fece parte del consiglio di amministrazione di imprese operanti in settori molto diversi: dai mulini alle cartiere, dagli acquedotti alle miniere, dalla meccanica automobilistica alla marina e all’aviazione. Spesso mantenne a lungo la carica e in molti casi giunse alla posizione di presidente o vicepresidente.
In particolare, Rebaudengo fu membro del consiglio di amministrazione del Banco Ambrosiano dal 23 novembre 1917 alla morte; vicepresidente della Banca agricola italiana e presidente della Cassa di Risparmio di Alba. Dal 1903 fece parte del consiglio di amministrazione della Società anonima di elettricità Alta Italia e nel 1917-18 ne fu vicepresidente. Fu presidente anche della Società anonima per la condotta delle acque potabili di Torino e della Società italiana acquedotto del Monferrato; consigliere e poi presidente della Società mineraria Monteponi, consigliere della Società mineraria insulare dal 1927 al 1938 e delle Ferriere piemontesi, già Vandel & C.; presidente dell’azienda dolciaria Unica, della Cartiera Italiana, del Molino Re, della Società finanziaria e industriale torinese, della Società anonima finanziaria piemontese, della Società elettro-finanziaria, della Marittima italiana, della Società Anonima di trasporti internazionali Giovanni Ambrosetti, di cui era stato a lungo consigliere; vicepresidente del Lloyd Sabaudo; consigliere di amministrazione della Snia Viscosa. Fece parte del consiglio di amministrazione della Società italiana di aviazione (SIA), di cui era presidente Giovanni Agnelli. La società mutò poi il nome in Aeronautica d’Italia e Rebaudengo ne divenne presidente all’inizio della seconda guerra mondiale.
Consigliere della FIAT dal 1908 fino alla morte, ne fu presidente seppure per soli due mesi nel tormentato periodo dell’occupazione delle fabbriche, dal 29 settembre al 29 novembre 1920, dopo le dimissioni presentate da Alessandro Marangoni per motivi di salute e in attesa che Giovanni Agnelli riassumesse la carica. La sua candidatura a guidare temporaneamente la FIAT venne proposta dallo stesso Agnelli, che allora ricopriva la carica di amministratore delegato. Rebaudengo appariva la persona più qualificata perché, come disse Agnelli, «oltre ad essere forte azionista della società, è persona autorevole, e quindi nel momento attuale di transizione può meglio di altri tutelare gli interessi della società» (Fiat 1915-1930. Verbali del Consiglio di amministrazione, I, Milano 1991, p. 422). Tra il 1927 e il 1938 fu, infine, amministratore dell’Istituto delle Opere Pie di S. Paolo di Torino.
Nel 1885, a soli 23 anni, era stato eletto consigliere comunale di Guarene d’Alba, località in cui la famiglia possedeva un palazzo utilizzato quale dimora estiva. L’anno successivo venne nominato assessore nello stesso comune. Nel 1887 entrò nel Consiglio provinciale di Cuneo, dove rimase fino al 1921 ricoprendo per sette anni la carica di vicepresidente. Membro anche del Consiglio provinciale di Torino, nel 1913 ne divenne vicepresidente.
Il 17 giugno 1894 fu nominato socio ordinario dell’Accademia di Agricoltura di Torino. In quella sede non presentò relazioni scientifiche, ma fu attivamente presente alle riunioni mensili, portando il contributo delle sue conoscenze pratiche e tenne le commemorazioni di Onorato Botteri, Paolo Boselli e Carlo Remondino.
In quello stesso anno sposò Teresa Ceriana, figlia dell’ingegnere Francesco e di Maria dei conti Ceriana Mayneri. La coppia non ebbe figli.
L’8 marzo 1903, nel corso della XXI legislatura, fu eletto deputato nel collegio di Bra e sedette sui banchi di centro dell’emiciclo. Sempre nel collegio di Bra venne confermato per la XXII e XXIII legislatura dal 1904 al 1913. Partecipò assiduamente ai lavori parlamentari. Il 16 ottobre 1913 Vittorio Emanuele III lo nominò senatore in quanto già deputato in tre legislature. Prestò giuramento il 19 dicembre 1913 e aderì al gruppo liberale democratico, poi Unione democratica, restando su posizioni centriste. Eletto segretario di presidenza del Senato nella XXVII legislatura, si dimise il 2 giugno del 1928. Durante la XXX legislatura (17 aprile 1939-5 agosto 1943) fece parte della commissione Finanze.
Forte delle sua pratica amministrativa, sia in campo agricolo, sia in campo industriale, nei quarant’anni di attività parlamentare, prima alla Camera poi al Senato, presentò numerose interrogazioni a diversi ministeri per chiedere interventi, modifiche o miglioramenti a disegni di legge che toccavano temi economici o finanziari, così come intervenne frequentemente nelle discussioni e presentò disegni di legge. Fu sempre particolarmente attento alle esigenze del suo collegio. Come già il padre, fu nominato ministro onorario della Real Casa.
Conosciuto come uomo dalle abitudini di vita assai frugali, Rebaudengo fu molto generoso nei confronti di iniziative benefiche e particolarmente legato al mondo salesiano.
Nel 1928 acquistò un ampio appezzamento di terreno in zona Torino Nord e lo mise a disposizione dei salesiani per la costruzione di un edificio destinato a ospitare una scuola professionale per giovani missionari laici provenienti da famiglie di modeste condizioni economiche. Il progetto di edificazione venne affidato all’architetto salesiano Giulio Villotti, lo stesso che aveva progettato la chiesa torinese di S. Rita. La costruzione dell’edificio, a spese dello stesso Rebaudengo (che era cooperatore salesiano), venne avviata nel 1929 e non era ancora terminata nell’autunno del 1930, quando iniziarono i corsi professionali con 58 iscritti. L’Istituto venne ufficialmente inaugurato il 10 aprile 1934 alla presenza della principessa Maria Adelaide di Savoia. I corsi di formazione professionale riguardavano la meccanica, la tipografia, la falegnameria, la sartoria, il calzaturificio.
Morì a Guarene d’Alba il 14 aprile 1944.
Scritti e discorsi. Syndicat agricole de Turin. Monographie, Turin 1900; Sindacato Agricolo di Torino, Relazione letta all’Assemblea generale dei soci dal presidente conte E. R. il 21 febbraio 1901, Torino s.d.; Relazione letta all’Assemblea generale ordinaria del Comizio agrario di Torino tenutasi il 14 marzo 1910, Torino 1910; Relazione letta all’Assemblea generale ordinaria del Comizio agrario di Torino tenutasi il 16 maggio 1916, Torino 1916; Relazione presentata e letta all’Assemblea generale ordinaria del Comizio agrario di Torino tenutasi il 30 giugno 1917, Torino 1918; Commemorazione di S. E. il cav. Paolo Boselli. Lettura fatta dal socio conte E. R., Torino 1934.
Fonti e Bibl.: V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, V, Milano 1932, ad vocem; Chi è? Dizionario degli italiani d’oggi, Roma 19363, ad vocem; A. Malatesta, Ministri deputati e senatori d’Italia dal 1848 al 1922, III, Roma 1941, ad vocem; C. Marani, Commemorazione dell’accademico conte senatore avv. E. R., in Annali dell’Acca-demia di Agricoltura di Torino, XCI (1948-1949), 1, pp. 102-113; G. Mori, Il capitalismo industriale in Italia. Processo d’industrializzazione e storia d’Italia, Roma 1977, pp. 125, 263; Fiat 1915-1930. Verbali del Consiglio di amministrazione, I-II, Milano 1991, ad ind.; A.A. Mola, Storia di Cuneo 1700-2000. Terra di frontiera ed Europa, Savigliano 2001, ad ind.; A.A. Mola - L. Berardo - C. Bernardo, Storia di Bra dalla Rivoluzione francese al terzo millennio, II, Savigliano 2002, ad ind.; C. Bermond, Riccardo Gualino finanziere e imprenditore: un protagonista dell’economia italiana del Novecento, Torino 2005, pp. 35, 75, 110; Case antiche della nobiltà in Piemonte, a cura di A. Re Rebaudengo,Torino 2005, pp. 180, 251 s.; M. Minesso, Giuseppe Belluzzo. Tecnico e politico nella storia d’Italia 1876-1952, Milano 2013, pp. 75, 355; Camera dei Deputati, Portale storico, http://storia.camera.it/ deputato/eugenio-rebaudengo-18620629#nav (10 giugno 2016); Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, sub voce, http://notes9.senato.it/ web/senregno.nsf/ R_l2?OpenPage (10 giugno 2016).