CASTELLI, Eugenio
La data di nascita di questo pittore e stuccatore è da porsi al 1681, dato che alla sua morte, avvenuta a Limburg an der Lahn il 7 dic. 1761, aveva ottantasei anni. Originario di “Lucarno prope fines Mantuanos”, era fratello di Cipriano, anche lui stuccatore e, spesso, suo collaboratore. Il nome del C. compare per la prima volta in una matricola tedesca nel 1712: il 13 gennaio il C., che è pittore di corte a Oranienstein, è padrino di Andrea Brentano Cimarete a Diez an der Lahn. Il 23 sett. 1714 (nel documento è detto “Lucanensis”) sposa a Coblenza Anna Sara Triacca di Chiavenna: una loro figlia viene battezzata a Limburg an der Lahn il 20 giugno 1717. padrino Cipriano Castelli. In una lettera del 7 apr. 1729 Pietro Francesco Giorgioli parla di lui chiamandolo “conselier”. In seguito il C. a Limburg è spesso qualificato senatore, e come tale è testimone di nozze e padrino rispettivamente il 12 ott. 1750 e l’8 nov. 1751.
Già prima di risiedere a Limburg il C. era stuccatore apprezzato. Potrebbe anche identificarsi con lui (ma pure, indifferentemente, con Giovanni Pietro o con il cugino di questo, Carlo Lodovico) lo stuccatore di cognome Castelli che opero nel 1703 a Kassel e nel 1705 a Wabem (Martinola, pp. 16, 18, 20). Dall’agosto 1706 al giugno 1707, con Antonio Genone, il C. decorò con stucchi (non conservati) il castello di Philippsruhe presso Hanau am Main, probabilmente su progetti dell’ingegner Girard; dall’autunno 1707 al 1709, ancora con il Genone e con il fratello Cipriano, decorò di stucchi il castello di Oranienstein presso Diez an der Lahn. Al 6 giugno 1707 è datata una lettera di raccomandazione da Hanau indirizzata al langravio di Assia-Darmstadt; e la decorazione della cappella del cimitero di Heusenstamm, nei pressi di Hanau, fu eseguita probabilmente prima del 22 apr. 1708 (quasi certamente nel 1707).
Dal giugno 1714 fino a dopo il maggio 1715 il C. lavorò, con Giovanni Battista Genone, al castello di Neuwied sul Reno, e prima del 4 giugno 1723, questa volta come imprenditore autonomo, assieme a Cipriano, alla residenza di Mannheim. Opere tarde della cerchia del C. e di Antonio Genone possono considerarsi gli stucchi del castello di Langenau an der Lahn.
Non è possibile, per il momento, dare un giudizio preciso sulle capacità creative del C., perché egli ha operato spesso, come attestano i documenti, insieme con altri artisti; e la parte da lui avuta nei complessi conservati non può dedursi con assoluta certezza. Gli stucchi della cappella del cimitero di Heusenstamm sono del tardo stile a girali di acanto; laddove quelli di Oranienstein testimoniano nei maestri italiani una conoscenza dei moderni ornati francesi (stile Bérain, stile “a nastro”) in un momento assai precoce per la Germania. La questione della via attraverso la quale lo stile Bérain è giunto nella Germania occidentale è da riesamiliare a fondo da quando è stato scoperto il progetto alternativo di G. B. Genone, datato 10 maggio 1708, per gli stucchi del castello di Biebrich sul Reno (W. Einsingbach, J. M. von Welsch, in Nassauische Annalen, LXXIV [1963], p. 113): esso infatti presenta già motivi “a nastro”, simili a quelli di Oranienstein. In questo senso ci si può chiedere se G. B. Genone aveva lavorato con il C. già prima del 1714.
Fonti e Bibl.: K. Lohmeyer, J. Seiz, Heidelberg 1914, p. 12 nota; H. Hoffmann, Der Stuckplastiker G. B. Barberini, tesi di dottorato, Augsburg 1928, p. 13; F. Walter, Regesten zur Baugeschichte des Mannheimer Schlosses, in Mannheimer Geschichtsblätter, XXXIII (1932), pp. 54 ss.; F. Heinrichs, Vom fürstlichen Schlosse zu Neuwied..., in Heimatkalender für den Kreis Neuwied, IX (1933), pp. 63-65; R. Heck, Schloss Oranienstein an der Lahn und sein Nassauisches Heimatmuseum, Diez 1937, p. 15; M. D. Ozinga, D. Marot, Amsterdarn 1938, pp. 115-117; Die Kunstdenkmäler der Rheinprovinz, Die Kunstdenkmäler des Kreises Neuwied, Düsseldorf 1940, pp. 288-92; L. Döry, Die Gesch. der Stuckierung der Philippsruher Schiossräume in den Jahren 1706-07, in Neues Magazin für Hanauische Geschichte, II (1954), pp. 129-140; Id., Die Stuckaturen der Bandlwerkzeit in Nassau und Hessen, Frankfurt am Main 1954, pp. 41-63; Id., Barockstuck in einer Kapelle zu Heusenstamm, in Stadt- und Landkreis Offenbach, Studien und Forsch., 1956, n, 2, pp. 62-64; H. Baier-Schröcke, Die Schlosskapelle der Ehrenburg in Coburg: ihre stilistische Herkunft und ihre Stukkateure, in Jahrbuch der Coburger Landesstiftung, 1958, p. 201 nota; G. Martinola, Lettere dai paesi transalpini degli artisti di Meride e dei villaggi vicini, Bellinzona 1963, pp. 74, 98; L. Döry, Die Tätigkeit italien. Stuckateure 1650-1750 im Gebiet der Bundesrepublik Deutschland..., in Arte e artisti dei laghi lombardi, II, Como 1964, pp. 137 s.; H. Heck, Oranienstein..., Frankfurt ain M. 1967, pp. 37-40, 43 nota; H. Baier-Schröcke, Der Stuckdekor in Thüringen vom 16. bis zum 18. Jahrhundert, Berlin 1968, pp. 52, 130.