TAPIA, Eugenio de
Letterato spagnolo, nato ad Ávila nel 1776, morto nel 1860. Laureatosi in legge, seguì la carriera della magistratura nella quale godé fama di valente giureconsulto. Tornato in patria (1808) dopo un anno e mezzo di dimora in Inghilterra, fu redattore del Semanario Patriótico insieme col grande poeta suo amico don Manuel José Quintana. In fama di liberale e di cospiratore, fu processato (1814) dall'Inquisizione e, dopo alcuni mesi di carcere, rilasciato. Fu direttore della Biblioteca nazionale (1843-47) e membro dell'Academia española.
Scrisse e pubblicò un volume di Poesías (Madrid 1821 e 1832), alcune gravi e filosofiche, altre satiriche e giocose che sono le migliori, tanto appaiono spontanee e naturali. Propugnatore in letteratura del moderantismo classico, si appartò dai romantici, anzi ne satireggiò il dramma alla Ducange nel poema El teatro e il romanticismo nell'altro poema romantico-burlesco La bruja, el duende y la Inquisición (Madrid 1837). Di alcune sue traduzioni dal francese è notevole quella della tragedia del Lemercier Agamenon, per la nobiltà e la classicità della lingua, della purezza della quale fu sempre fiero sostenitore. Novelle di costume sono il Viaje de un curioso por Madrid, los cortesanos y la Revolución (1838). Scrisse anche una Historia de la civilisación española (1840).