DE VITO, Eugenio
Nacque a Roma il 12 sett. 1876 da Francesco Saverio e da Carmela Buonincontri; fu suo fratello il ministro della Marina Roberto. Laureatosi in ingegneria civile nel 1897 presso la regia scuola di applicazione per ingegneri di Roma, entrò nella marina militare, col grado di ingegnere di seconda classe del genio navale, il 2 dicembre dello stesso anno. Nel 1899 conseguì la laurea in ingegneria navale e meccanica presso la scuola superiore navale di Genova. Sempre nel 1899 fu destinato al cantiere navale di Castellammare di Stabia.
Nominato il 23 ott. 1900 ingegnere di prima classe, nel 1903 fu inviato a Genova con l'incarico di sovrintendere ai lavori di allestimento della corazzata "Napoli", allora varata, che sarebbe entrata in servizio nel 1908 (dislocamento 12.823 t, lunghezza 132,6 m, larghezza 22,40 m, apparato motore 20.000 cavalli, velocità 22 nodi, 2 cannoni da 305, 12 da 203, 30 da 76 e 2 lanciasiluri). Nella città ligure, dal 1904 al 1907, si impegnò anche come docente di costruzioni navali militari presso la scuola navale superiore, e si dedicò a ricerche teoriche sulla costruzione di scafi e di apparati motori, in particolare alla progettazione di una carena d'incrociatore, sperimentata con successo presso la vasca navale di La Spezia negli anni 1905-1906. Nel 1908 il D. fu impegnato nei soccorsi alle popolazioni sinistrate dal terremoto calabro-siculo: a Reggio Calabria provvide alla riattivazione dei forni, dell'impianto elettrico e di altre attrezzature di vitale importanza, tanto da meritarsi una medaglia di benemerenza (r.d. 338 del 6 maggio 1909).
Dopo il 1909, come componente del Comitato progetti navi della marina militare, si dedicò all'allestimento delle corazzate "Giulio Cesare" e "Leonardo da Vinci", e collaborò al progetto delle corazzate della classe "Cavour".
Nella prima corazzata, la "Duilio" di B. Brin varata nel 1876, per la prima volta era stato impiegato un prodotto metallurgico nuovo (acciaio dolce Schneider) dello spessore di 550 mm, per raggiungere i requisiti essenziali della corazzatura: grande durezza superficiale, sufficiente resistenza e spessore. J. Schneider aveva successivamente perfezionato il materiale adottando acciai legati, T. Harvey aveva propugnato la cementazione superficiale, D. Tresidder la tempra differenziale per arrivare, nei primissimi anni del 1900, alle corazze tipo Krupp di acciaio al Ni-Cr, laminate secondo due direzioni ortogonali, carbocementate sulla faccia esterna, bonificate e temprate superficialmente. Le corazze di cui il D. poteva disporre nella progettazione avevano così una resistenza alla perforazione che risultava pari a quella di una corazza di ferro fucinato di grossezza circa quadrupla.
La corazzata "Giulio Cesare", entrata in servizio nel 1914, aveva una lunghezza di 176,09 m, larghezza 28 m, dislocamento 23.089 t, era propulsa con una potenza di 30.700 cavalli, aveva una velocità di 21 nodi, 13 cannoni da 305, 18 da 120, 19 da 76, 2 da 40, 2 lanciasiluri.
La "Leonardo da Vinci", entrata in servizio nel 1914, aveva una lunghezza di 176 m, larghezza 28 m, dislocamento 23.138 t, era propulsa con una potenza di 32.300 cavalli, aveva una velocità di 21 nodi, 10 cannoni da 305, 6 da 120, 2 lanciasiluri; il 2 ag. 1916 affondò nel Mar Piccolo di Taranto per l'incendio della santarbarbara causato da sabotaggio.
La progettazione e la realizzazione del disincaglio dell'incrociatore "San Giorgio" (dislocamento di 4.600 t) nelle acque del golfo di Napoli gli valsero apprezzamenti e riconoscimento, ed il lavoro è citato ad esempio nelle principali opere tecniche.
È del 21 nov. 1911 la nomina del D. a maggiore del genio navale. Nel 1913 gli venne concessa la medaglia d'oro di prima classe per il suo contributo di idee e di studio nel settore della propulsione navale, ed in particolare per aver progettato un nuovo apparato motore, di tipo combinato, con potenza di 24.000 cavalli per nave esploratrice.
Negli anni successivi la sua attività di ricerca divenne sempre più significativa. Oltre a progetti di costruzioni navali, in particolare la supercorazzata "Caracciolo", sono di questo periodo studi sulla difesa subacquea e sulla progettazione di sommergibili. Il D. venne nominato tenente colonnello l'8 ott. 1916 e colonnello del genio navale il 16 marzo 1919. Nel 1919 gli venne affidato il recupero della corazzata "Leonardo da Vinci".
Come membro del Comitato progetti navi a Roma dal 1921 al 1924, effettuò studi di progettazione di incrociatori leggeri, di piccoli sommergibili da 30 t e di una nave portaerei da 8.000. Nel 1923 ricevette dal governo spagnolo l'incarico di recuperare la corazzata "España", affondata a Cabo Tres Forcas presso le coste del Marocco, operazione conclusasi con esito favorevole.
Collocato nella riserva il 29 ag. 1924 con il grado di maggiore generale, il D. entrò nella Società anonima Ansaldo (costituita nel 1922) come direttore dei cantieri, ed in seguito come direttore generale delle costruzioni, direttore dell'ufficio progetti e consulente per le costruzioni navali.
Presso il cantiere di Sestri, tra le navi di quel periodo che furono l'orgoglio della marina italiana, ricordiamo il "Roma", varato nel 1926, stazza di 32.583 t e velocità di 21 nodi, e l'"Augustus", varato nel 1927, stazza di 32.650 t, velocità di 21 nodi, motori della potenza di 28.000 cavalli. La turbonave che diede celebrità mondiale al cantiere fu il "Rex" iscritto con il numero 6266 alla più alta classe del Registro navale italiano e varato nel 1932: costruzione in acciaio, 4 ponti, 14 paratie stagne, lunghezza 249,10 m, larghezza 29,50 m, altezza 13,45 m, stazza 51.062 t, caldaie a nafta, 4 gruppi motori a turbina con una potenza totale di 123.890 cavalli asse, riduzione semplice ad ingranaggi, 4 eliche. Nell'agosto del 1933 il "Rex" conquistò all'Italia il "nastro azzurro", compiendo la traversata Gibilterra-New York di 3.181 miglia alla velocità media di 28,92 nodi e con una velocità massima per 24 ore di 29,61 nodi.
Il 29 apr. 1936 il D. fu richiamato in servizio attivo temporaneo e il 29 maggio 1939 ebbe il grado di tenente generale nella riserva. Morì a Genova il 6 ott. 1958.
Il D. fu autore di moltissime pubblicazioni, quasi tutte concernenti studi di ingegneria navale, di cui alcune tradotte in inglese e in francese. Sono degne di menzione L'evoluzione delle macchine marine, Roma 1902; Navi da guerra moderne, Conversazione tenuta al Sindacato provinciale fascista ingegneri di Genova, Genova 1928; Transatlantici veloci (presentato al V Convegno vasca nazionale per le esperienze di architettura navale, 20-21 apr. 1938). Per le sue benemerenze scientifiche il ministero della Pubblica Istruzione lo aveva segnalato alla presidenza del Consiglio proponendolo per la nomina ad accademico d'Italia.
Il D. fu presidente del Comitato tecnico del Registro navale, dell'Ente di unificazione navale e del Centro per lo studio della corrosione dei metalli; fu membro della Naval Association, consigliere e vicepresidente dell'Associazione di tecnica navale, membro dell'Assonave e della Commissione per la sicurezza della navigazione.
Effettuò anche ricerche sull'impiego dell'energia nucleare nella propulsione navale; significativo in proposito è il ciclostilato Le costruzioni navali del biennio 1956-1958, distribuito ai partecipanti al Convegno internazionale delle comunicazioni dell'ottobre 1958.
Fonti e Bibl.: Ministero della Difesa, Arch. dell'Ufficio storico della Marina, Fascicolo Personale; Necrol. in L'Ansaldino, V (1958), p. 6; L. Barberis, Costruzioni navali. Progressi italiani nel campo scientifico navale, in Un secolo di progresso scientifico italiano 1839-1939, II, Roma 1939, p. 56.