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FICALBI, Eugenio

di Maurizia Alippi Cappelletti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997)
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FICALBI, Eugenio

Maurizia Alippi Cappelletti

Nacque a Piombino (Livomo) il 10 marzo 1858 dall'ingegnere Aristodemo e da Anna Rosellini. Si laureò in medicina a Siena nel 1883 e in scienze naturali nel 1889 nell'Istituto di studi superiori di Firenze. Dimostrando fin dall'inizio una maggiore propensione alle scienze naturali, già dal 1883 e fino al 1888 fu aiuto di S. Richiardi alla cattedra di anatomia comparata e zoologia di Pisa.

Dopo alcuni viaggi per mare in qualità di medico di bordo, fu assunto come professore di scienze naturali nel liceoginnasio di Siena, ma presto passò all'insegnamento universitario, prima come professore straordinario a Sassari, poi come ordinario a Cagliari, a Messina e a Padova, finché ebbe la direzione dell'istituto e l'insegnamento di zoologia e anatomia comparata all'università di Pisa nel 1905, succedendo al Richiardi. Fu suo merito l'arricchimento della biblioteca dell'istituto e delle collezioni zoologiche come anche la dotazione di mezzi moderni per la ricerca scientifica. Fu socio dell'Unione zoologica italiana e della Società per il progresso delle scienze, vicepresidente della Società toscana di scienze naturali e direttore della R. Società di agraria di Pisa.

Morì a Pisa il 16 dic. 1922.

Anatomia comparata e zoologia sistematica furono i campi di ricerca da lui coltivati. Alla anatomia descrittiva che, a suo parere, non può far altro che aggiungere altri dati a quelli già noti, senza un apporto veramente significativo, il F. preferì quella comparata, che permetteva di rivelare i rapporti gerarchici tra specie e specie e tra organi diversi dello stesso organismo, delineando così l'evoluzione generale delle forme. Quanto alla zoologia, l'interesse del F. si concentrò sui Ditteri Nematoceri ed in particolare sulle Culicidae o zanzare, una famiglia di cui portò a termine la revisione sistematica relativa alle forme viventi in Europa ed in Italia.

Iniziò una serie di lavori sulle ossa del cranio per definirne gli stadi di sviluppo nei Vertebrati per mezzo della comparazione di alcuni pezzi ossei accessori della volta cranica, presenti in specie di classi diverse e nei diversi momenti del singolo sviluppo ontogenetico. In Ossa accessorie comparativamente studiate nel cranio dell'uomo e negli altri Mammiferi (in Mem. d. Soc. tosc. di se. nat., VII [1886], pp. 101-133) il F. ricostruisce, su una base strettamente osservativa, le corrispondenze e gli sviluppi di alcune ossa del cranio in Mammiferi e Vertebrati inferiori. Dalla osservazione che alcune sono sempre presenti, altre lo sono temporaneamente, altre accidentalmente e solo in alcuni individui, il F. desume un valore di necessità o meno del pezzo studiato, una sua maggiore o minore importanza nell'evoluzione del cranio e talora, infine, fenomeni di atavismo. Con Considerazioni riassuntive sulle ossa accessorie del cranio dei Mammiferi e dell'uomo (in Monit. zool. ital., I [1890], pp. 119-135 e 144-157), il F. precisa e riassume i suoi lavori sull'argomento, fornendo anche una classificazione per ordine di importanza su queste ossa. In tale quadro rientra anche Sulla conformazione dello scheletro cefalico dei Pesci murenoidi italiani (in Mem. d. Soc. tosc. di se. nat., VIII [1887], pp. 101-158), un lavoro che permette al F. di definire i caratteri specifici di questi Teleostei e indicare la famiglia ad essi più affine.

Accompagnata e sostenuta da un'estesa documentazione sulla letteratura esistente in argomento, apparve a Roma nel 1887 la memoria Sulla ossificazione delle caPsule periotiche nell'uomo e negli altri Mammiferi, in cui l'autore riporta i risultati delle sue ricerche sull'osteogenesi della porzione petromastoidea del temporale dei Mammiferi, anche al fine di preparare la strada a successivi studi sulla corrispondenza o meno di questi centri osteogeni con le ossa periotiche di Sauropsidi ed Ictiopsidi. Ancora uno studio di anatomia ed istologia comparata è quello sull'apparecchio palpebrale dei serpenti, un apparato già descritto intorno agli anni Venti del secolo da J. Cloquet e da J. Miiller come unico e continuo rivestimento cutaneo dell'occhio e che è qui analizzato nei tessuti costitutivi, e localizzato in un ben individuabile spazio del tratto tegumentale, situato tra le squame della pelle dei serpenti, l'intersquamoso. La pelle dei serpenti è poi descritta dal F. in Ricerche istologiche sul tegumento dei Serpenti (in Mem. d. Soc. tosc. di sc. nat., IX [1888], pp. 220-333), ove l'autore si sofferma sulla istologia delle squame, degli spazi intersquamosi, sulla pigmentazione, sulle attività di muta e sui momenti fondamentali della muta, sul decorso dei vasi sanguigni nella pelle. Con la comparazione tra squame dei Rettili e peli degli Uccelli, affronta una questione di filogenia più volte dibattuta proponendo di considerare l'origine filogenetica dei peli e delle penne non da squame ma da produzioni rilevate della pelle dei Rettili modificate (Sulla architettura istologica di alcuni peli degli Uccelli, ibid., XII [1891], pp. 227-266). Nel 1890 il F. insieme con G. Chiarugi fondò il Monitore zoologico italiano, con sede a Firenze, per dedicare un intero periodico alle pubblicazioni italiane di zoologia, anatomia ed embriologia.

Le Notizie preventive sulle zanzare italiane - suddivise in otto note pubblicate a Firenze dal 1889 al 1896 - aprono il capitolo su di una famiglia di Ditteri, le Culicidae, che non aveva avuto molti cultori in Italia. Le Notizie, che preludono ad una più completa ed organica monografia del 1899 (Venti specie di zanzare Culicidae italiane, Firenze 1899), riportano descrizioni di alcune specie nuove e questioni zoologiche su specie già note. Il F. seppe usare con molta acutezza criteri zoologici adeguati a distinguere le specie tra loro, e questo fu di grande utilità ad altri ditterologi. Dell'opera sistematica del F. si valse in particolare G. B. Grassi che, per il suo lavoro di identificazione delle zanzare ospiti dei parassiti malarici, aveva bisogno di una precisa distinzione delle specie, limitando così via via le forme sospette (G. B. Grassi, Rapporti tra malaria e particolari insetti, in Rend. d. R. Acc. dei Lincei, classe di scienze fis. mat. e nat., s.5, VII [1898], pp. 163-172). Il Grassi, lamentandosi della lacunosità nella sistematica di questi Ditteri, dichiarò che era stata proprio la monografia sulle Culicidae europee del F. a chiarirgli come molte e diverse specie ematofaghe debbano essere comprese in questa famiglia.

In Revisione sistematica della famiglia delle Culicidae europee (Firenze 1896), che nasce dall'esigenza di allargare l'interesse alle altre Culicidae diffuse nella più vasta e circostante area europea, in vista e prima di intraprendere la definitiva ricognizione delle specie italiane, il F. presenta una ragguardevole bibliografia ed uno sguardo storico allo sviluppo delle conoscenze in questo campo; riporta un elenco complessivo delle zanzare descritte fino allora in Europa, e ricostruisce poi una sua lista epurata e sistemata. Si tratta di un lavoro molto complesso, data la presenza di ripetizioni, sinonimie e perfino confusioni di specie nella letteratura esplorata, per il quale gli fu necessario attingere ai testi originali e riproporli con l'aggiunta delle proprie osservazioni e critiche. A questa prima parte della memoria il F. fa seguire il più sostanzioso lavoro zoologico, descrivendo l'anatomia e l'organizzazione esteriore dell'insetto, la posizione sistematica di tutto il gruppo all'interno dei Ditteri ed aggiungendo alcuni cenni dietologici (ossia ecologici).

Un'opera di grosso impegno e vasta diffusione fu la Zoologia generale (Firenze 1895-98), nella cui introduzione il F., che come biologo non può esimersi dall'affrontare temi speculativi, manifesta il proprio credo filosofico, peraltro condiviso dalla maggior parte degli scienziati sperimentatori positivisti di quegli anni. Alcune notazioni all'interno del trattato di zoologia ed alcune biografie di scienziati rivelano un'attenzione del F. verso temi storici della scienza esposti con acuto senso critico.

Oltre alle opere citate ricordiamo: Alcune ricerche sulla struttura delle sacche aerifere degli uccelli, Pisa 1884; Di una particolare disposizione di alcuni vasi venosi nel collo delle scimmie e della possibilità di spiegare con esse alcune anomalie venose reperibili nell'uomo, ibid. 1885; Osservazioni anatomiche sull'apparecchio palpebrale dei serpenti e dei gechidi, in Mem. d. Soc. tosc. di sc. nat., IX (1888), pp. 335-353; Contributi alla conoscenza della angiologia delle Scimmie, Siena 1889; La Taenia rotundata Molin e il suo ciclo vitale, ibid. 1890; Rapido sguardo sul posto dell'uomo nella natura (con un tentativo di psicologia comparata), Cagliari 1894; Ricerche sulla struttura minuta degli Anfibi anuri. Pelle degli Anuri della famiglia delle Hylidae, Messina 1896; Nikolaus Kleinenberg: necrologia, Messina 1898; Su alcuni vasi sanguiferi tegumentali di un anfibio (Hyla viridis) e sui loro rapporti con derma ed epidermide, Firenze 1899; Sopra la malaria e le zanzare malarifere nella salina di Cervia e nel territorio di Comacchio, Roma 1901; Biografia di G. Canestrini, Padova 1903; Biografia di S. Richiardi, Firenze 1904; Il senese F. C. Marmocchi, evoluzionista predarwiniano, e le sue vedute, Roma 1914; Struttura del tegumento dei Petromizonti: Bibliografia e storia, Firenze 1914; II (1915-16) Generalità sulla costituzione del tegumento e III, (1915-16) Costituzione generale della epidermide per rispetto alle cellule comuni, ibid. 1915-16.

Fonti e Bibl.: Necr. in Atti d. Soc. tosc. di sc. nat., Processi verbali, XXXII (1923), pp. 4-9; G. Chiarugi, in Monit. zool. ital., XXXIII (1922), p. 145; A. De Gubernatis, Dictionnaire des écrivains du monde latin, Florence 1905, pp. 598 s.; G. Garollo, Diz. biogr. univ., Milano 1907, I, p. 813; G. B. Grassi, I progressi della biologia e delle sue applicazioni pratiche conseguiti in Italia nell'ultimo cinquantennio, Roma 1911, p. 123; L. O. Howard, A history of applied entomology, Washington 1930, p. 494; W. Derksen - H. Scheiding, Index literaturae entomologicae, Berlin 1963-68, pp. 38 ss., 598 s.; Un secolo di progresso scientifico italiano, Roma 1939, IV, p. 21; C. Conci, Il patrimonio entomologico del Museo civ. di st. nat. di Milano, in Atti d. Soc. di scienze nat., CII (1963), p. 327; Lessico universale italiano, VII, p. 639.

Vedi anche
ittiopsidi (o ictiopsidi) Denominazione in disuso dei Vertebrati Anamni che respirano per tutta la vita, o almeno per una parte di essa, per branchie e perciò si chiamano anche Branchiati. Rettili Classe di Vertebrati eterotermi, attualmente diffusi con oltre 6500 specie. La disciplina che li studia è detta erpetologia. 1. Anatomia 1.1 Tegumento. La cute è rivestita di scaglie o placche cornee cui spesso si associano, nel derma, ossificazioni varie che possono condurre alla formazione di un ... Anfibi Classe di Vertebrati anamni, comprendente tre ordini viventi (Gimnofioni o Apodi, Urodeli e Anuri) e due estinti (Stegocefali o Labirintodonti e Lepidospondili). Gli Anfibi vivono in genere in ambienti umidi o addirittura nell’acqua; fra gli Anuri tropicali si rinvengono diverse forme arboricole. Gli ... specie biologia Nella sistematica biologica, categoria che rappresenta l’unità fondamentale di base del sistema di classificazione. specie sistematica specie comprendente diverse sottospecie (dette anche specie elementari o, in botanica, giordanoni), cioè diverse popolazioni o gruppi di popolazioni, normalmente ...
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ficalbo s. m. [lat. ficus alba «fico bianco»]. – Sorta di fico bianchiccio.
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eugenia eugènia s. f. [lat. scient. Eugenia, dal nome del principe Eugenio di Savoia (1663-1736)]. – Genere di piante mirtacee, con circa 800 specie, di cui parecchie danno frutti mangerecci, molto profumati, di largo consumo nel Brasile...
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