Garin, Eugenio
Filosofo e storico della filosofia, nato a Rieti nel 1909 e morto a Firenze nel 2004, insegnò all’Università di Firenze e alla Scuola Normale di Pisa. Tra i suoi volumi: Medioevo e Rinascimento (1954), La cultura filosofica del Rinascimento italiano (1961), Dal Rinascimento all’Illuminismo (1970), Rinascite e rivoluzioni (1975), oltre alle edizioni delle opere di Giovanni Pico della Mirandola (1942-1952) e dei Prosatori latini del Quattrocento (1952).
G. è stato uno dei massimi studiosi del Rinascimento, ma la sua bibliografia conta solo tre articoli su M.: Machiavelli pensatore, del 1969 (1970, con il titolo Aspetti del pensiero di Machiavelli), Polibio e Machiavelli e Le Istorie fiorentine, entrambi del 1990 e poi raccolti nel volume Machiavelli tra politica e storia (1990). In precedenza G. si era occupato di M. nelle sue opere generali sulla civiltà umanistica e rinascimentale, come l’antologia Il Rinascimento italiano (1941, 1980) e il secondo volume della Filosofia vallardiana (1947), muovendosi nel solco della critica machiavelliana meno ideologicamente connotata (Friedrich Meinecke, Luigi Russo, Luigi Malagoli, Ugo Spirito) e adottando una prospettiva fortemente etico-religiosa. Ne scaturirono da un lato un’interpretazione parzialmente riduttiva di M., indicato come un pensatore troppo incline alle astrazioni teoriche e alle soluzioni violente dei conflitti (e per questo ritenuto inferiore a Francesco Guicciardini); dall’altro la tendenza a privilegiare le pagine in cui trovano espressione la condanna della tirannide e il sofferto anelito a un mondo morale contraddetto dalla crudeltà della storia.
Dopo la Seconda guerra mondiale, sotto l’influenza della mutata situazione politica e di nuove letture, l’orientamento metodologico e ideale di G. cambia radicalmente: all’esistenzialismo religioso della giovinezza subentra l’adesione al marxismo che lo induce a considerare il Rinascimento quale luogo di incubazione della modernità e a vedere in M. un ‘filosofo della prassi’ che opera una totale umanizzazione e laicizzazione della vita e della politica, guardando ai nuovi ‘tiranni’ come a una necessità della storia e facendo del moderno ‘principe’ il Dio dei tempi nuovi. Questa immagine integralmente positiva e ‘realistica’ di M., considerato il lucido teorico di una politica intesa come affermazione dell’operosità e dell’impegno civile dell’uomo, emerge già nel volume La cultura del Rinascimento (1964, 1967) e nella Storia della filosofia italiana (1966, ed. riveduta e aggiornata della Filosofia), dove è palese l’influenza di Antonio Gramsci e, per suo tramite, di Francesco De Sanctis. Nello stesso tempo, la meditazione degli studi machiavelliani di Gennaro Sasso spinge G. a rivalutare appieno il M. filosofo e pensatore, lasciando – al pari dei saggi di Carlo Dionisotti – tracce profonde negli articoli del 1969 e del 1990.
In questi ultimi, tuttavia, emergono due peculiarità che caratterizzano anche altri coevi lavori di G. (ad esempio, quelli su Leon Battista Alberti): una visione pessimistica del Rinascimento, non più interpretato come un’età felice, ma come un’epoca tragica, percorsa da un profondo sentimento di precarietà e di insicurezza; e una lettura dei testi ancor più attenta a coglierne le implicazioni ‘attuali’ e persino ‘autobiografiche’. Da qui l’interesse per alcuni tardi scritti di M., soprattutto il Discursus florentinarum rerum e le Istorie fiorentine, nei quali, come in sé stesso, G. coglie ora i sintomi di una disillusione che non cancella però né lo sforzo di comprensione razionale della storia, né l’impegno ad agire con risolutezza per instaurare un più giusto ordine politico.
Bibliografia: M. Ciliberto, Una meditazione sulla condizione umana, introduzione a E. Garin, Interpretazioni del Rinascimento, 1° vol., Roma 2009, pp. VII-LIII; F. Bausi, Tra politica e storia. La riflessione di Garin su Machiavelli e Guicciardini, in Eugenio Garin. Dal Rinascimento all’Illuminismo, Atti del Convegno, Firenze marzo 2009, a cura di O. Catanorchi, V. Lepri, Roma 2011, pp. 125-55; M. Ciliberto, Eugenio Garin. Un intellettuale nel Novecento, Roma-Bari 2011.