SISMONDA, Eugenio
– Nacque a Corneliano d’Alba il 29 aprile 1815 da Giovanni Battista, proprietario terriero, e da Clara Pasquero.
Persa la madre in tenera età, la famiglia si trasferì a Saluzzo e poi a Torino, dove Sismonda iniziò studi umanistici. A seguito di una paralisi che aveva colpito il padre, trovò una nuova figura paterna nel fratello Angelo (v. la voce in questo Dizionario), all’epoca già addetto al Museo di storia naturale dell’Università di Torino e poi geologo di fama.
Dopo aver terminato gli studi filosofici nel 1834, Eugenio intraprese sempre a Torino quelli di medicina, seguendo le orme del fratello Carlo. Conseguì la laurea con lode nell’aprile del 1839 e si dedicò alla professione di medico. Tuttavia, l’esempio del fratello Angelo e l’amicizia con lo studioso Giuseppe Gené (Notizie biografiche del Professore Cavaliere Giuseppe Gené, Torino 1848), stimolarono in Sismonda l’interesse per le scienze naturali e in modo particolare per la paleontologia. Già nell’ottobre del 1840 fu nominato ‘applicato’ del Museo di mineralogia dell’Università di Torino, che due anni dopo lo promosse assistente.
Nel 1841 pubblicò la sua prima Monografia degli Echinidi fossili del Piemonte (in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, s. 2, 1842, vol. 4, pp. 1-52), in cui seguì il metodo di classificazione di Louis Agassiz (p. 4) e alla quale aggiunse poco dopo un’Appendice (Appendice alla monografia degli Echinidi fossili del Piemonte, ibid., pp. 385-395). Queste pubblicazioni gli valsero la nomina a membro corrispondente della Società linneana di Bordeaux e, su proposta di Alcide d’Orbigny, della Società filomatica di Parigi. Nel panorama della scienza internazionale, Sismonda fu in contatto, tra gli altri, anche con lo stesso Agassiz, al quale aveva dedicato uno degli Echinidi illustrati nella sua prima monografia (Monografia degli Echinidi fossili..., cit., p. 21).
Incoraggiato nel suo lavoro da studiosi del calibro di Leopoldo Pilla, Sismonda continuò a studiare e a pubblicare numerosi contributi, allargando i propri interessi al territorio di Nizza (Memoria geo-zoologica sugli echinidi fossili del contado di Nizza, Torino 1843). Nel 1843 fu nominato socio corrispondente dell’Accademia di scienze, belle lettere e arti di Bordeaux e dell’Accademia di scienze, iscrizioni e belle lettere di Tolosa. Il 3 dicembre di quell’anno, l’Accademia delle scienze di Torino lo accolse poi come socio nazionale residente.
Nel 1845 prese parte alla settima riunione degli scienziati italiani tenutasi a Napoli (Atti della settima adunanza degli scienziati italiani tenuta in Napoli, Napoli 1846, p. 9), dove presentò due nuove memorie, la prima nella sezione di zoologia (Cenni intorno ad alcuni denti fossili trovati in Torino, pp. 760-763), la seconda in quella di geologia (Osservazioni per dimostrare l’identità di molti fossili terziari con delle specie ancora viventi, pp. 1113-1115). L’anno successivo pubblicò la Descrizione dei pesci e dei crostacei fossili del Piemonte (Torino 1846), integrata, anni dopo, con un’appendice (Appendice alla descrizione dei pesci e dei crostacei fossili del Piemonte, in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, 1861, vol. 19, pp. 453-474). Pochi anni dopo, nel novembre del 1847, fu nominato segretario aggiunto della classe di scienze fisiche e matematiche dell’Accademia delle scienze di Torino.
Nel 1848 divenne professore di mineralogia presso la R. Università di Torino. Già al termine di quell’anno accettò però l’incarico di professore di storia naturale al regio liceo del Carmine della stessa città, dove continuò a insegnare fino ai suoi ultimi anni di vita. In relazione a questo incarico, tra il 1856 e il 1860 pubblicò alcuni manuali a uso dei suoi studenti.
Si tratta degli Elementi di storia naturale generale proposti ad uso delle scuole liceali, pubblicati presso la Stamperia Reale di Torino tra il 1856 e il 1860. L’opera comprende più volumi: Mineralogia, Botanica, Zoologia, Fisica terrestre. Essa conobbe diverse edizioni in cui l’autore introdusse unicamente «quelle modificazioni volute dal suo [della scienza] progresso o da possibile maggiore chiarezza di esposizione» (E. Sismonda, Elementi di storia naturale generale. Mineralogia, Torino 1875, p. 6). Nella terza edizione il volume di Fisica terrestre fu corredato da un Saggio di carta geologica d’Italia, poiché Sismonda riteneva importante che «la gioventù subalpina [conoscesse] almeno in compendio, come sia costituito il suolo della bella penisola» (ibid.).
Nel 1858 Sismonda fu nominato tra i quaranta membri della Società italiana delle scienze residente a Modena e nel marzo dell’anno successivo divenne segretario perpetuo della classe di scienze fisiche e matematiche dell’Accademia delle scienze di Torino. Nel frattempo proseguì nello studio dei fossili del Terziario e nel 1856 pubblicò la Note sur le terrain nummulitique supérieur de Dego, des Carcare etc. des l’Apennin ligurien (in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, 1857, vol. 16, pp. 443-455), contributo considerato di grande importanza per la conoscenza e la datazione di questi terreni (Stoppani, 1857, pp. 54 s.). Il suo interesse si diresse anche ai vegetali fossili del Terziario, sfociando nella pubblicazione del Prodrome d’une flore fossile du terrain tertiaire du Piémont (in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, 1859, vol. 18, pp. 519-547). Nel corso dell’anno scolastico 1861-62 il re Vittorio Emanuele II lo nominò professore di storia naturale dei principi Umberto e Amedeo.
Sismonda decise poi di pubblicare una sintesi «ordinata e compiuta» (Sobrero, 1870-1871, p. 346) dei suoi studi paleontologici in ambito piemontese, suddivisa in due parti, la prima dedicata ai vegetali (Materiaux pour servir à la paléontologie du terrain tertiaire du Piémont, in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, 1865, vol. 22, pp. 391-471), la seconda agli animali. Quest’ultima rimase però incompleta, poiché nel gennaio del 1863 egli fu colto da un attacco di ‘congestione cerebrale’ che lo paralizzò negli arti di destra e diede inizio a un lungo periodo di sofferenza fisica che lo condusse alla morte. Fu dunque costretto a lasciare l’insegnamento e l’incarico di segretario presso l’Accademia delle scienze di Torino. Dedicò gli ultimi anni della sua vita al tentativo di terminare la sintesi dei suoi studi paleontologici, che rimase però incompiuta, sebbene in parte pubblicata nelle Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino (Materiaux pour servir à la paléontologie du terrain tertiaire du Piémont, 1871, vol. 25, pp. 257-361).
Morì a Torino il 24 aprile 1870 all’età di 54 anni.
Nel corso della sua vita ottenne diversi riconoscimenti: nel 1848 ricevette la medaglia dell’Ordine equestre mauriziano e nel 1863 il titolo di commendatore; nel 1853 fu inserito nell’Ordine civile di Savoia; nel 1869 divenne commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia. Numerose furono poi le accademie e le società scientifiche che lo ascrissero fra i propri membri. Fu membro effettivo della Società R. accademica di Savoia, della Società R. di scienze di Liegi, dell’Accademia delle scienze mediche di Palermo, dell’Accademia medico-chirurgica e dell’Accademia di agricoltura di Torino. Fu poi membro onorario della Società di farmacia degli Stati sardi; socio corrispondente dei Lincei, della Società linneana di Lione, dell’Accademia economica agraria dei Georgofili di Firenze, del R. Istituto geologico di Vienna, della R. Accademia di scienze, lettere e arti di Modena, dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna, dell’Accademia palermitana, della Société d’agricolture, sciences et arts de Poligny, della Société des amis de la nature di Lione e della Società imperiale di scienze naturali di Chambery.
Fonti e Bibl.: A. Stoppani, Studii geologici e paleontologici sulla Lombardia, Milano 1857, pp. 52-56; F. Sclopis, Annunzio della morte del commendatore E. S., in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino. Classe di scienze fisiche e matematiche, 1869-1970, vol. 5, f. aprile-maggio 1870, pp. 683-685; Cenni necrologici. E. S., in Bollettino del R. Comitato geologico d’Italia, I (1870), 4-5, pp. 144 s.; A. Sobrero, Notizia biografica di E. S., in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino. Classe di scienze fisiche e matematiche, 1870-1871, vol. 6, f. aprile 1871, pp. 327-357.