EULENBURG-HERTEFELD, Philipp, principe di
Ambasciatore germanico, nato il 12 febbraio 1847 nel castello paterno di Liebenberg, morto ivi il 17 novembre 1921. Ufficiale nella Guardia, prese parte alla guerra del 1870-71. Dimessosi subito dopo, conseguì la laurea in giurisprudenza a Giessen (1875). L'anno stesso sposò la contessa svedese von Sandels. L'amicizia di famiglia con Herbert Bismarck indusse l'E. ad abbracciare la carriera diplomatica, che lo portò successivamente a Parigi (1881) e a Monaco (1881-1888); ma il suo carattere debole gli fece spesso subire l'influenza dell'ambiente. Il barone von Holstein, del Ministero per gli affari esteri, che lo sapeva amico del futuro Guglielmo II, gli si mostrò benevolo e pensò di valersene a suo tempo. Frattanto l'E. componeva versi e canzoni in musica, e sognava col principe imperiale la grandezza crescente della razza germanica. Si ritiene pessima l'influenza che l'E. esercitò sul principe. Divenuto questo imperatore, l'E., dietro incoraggiamento del Holstein, lo indusse a liberarsi del Bismarck, e quando il grande statista fu licenziato il Holstein fece richiamare l'E. da Monaco (ove era ministro dal 1889) per valersi di lui come tramite presso il sovrano. L'E. fu prescelto infatti ad accompagnarlo nei suoi viaggi, ma cominciò fin d'allora a dubitare di essersi sbagliato nel primitivo giudizio su Guglielmo II. Collaborò sinceramente con Caprivi, Marschall e Holstein, ma tenne anche conto dei suggerimenti del cugino Botho E., che sostituiva Caprivi nella presidenza del Consiglio prussiano. Quando la caduta del Caprivi si rese inevitabile, l'E. esercitò parte influente nella scelta del successore principe Hohenlohe, e il sospettoso Holstein lo fece segretamente attaccare dalla stampa, e ad un tempo nominare ambasciatore a Vienna, dove rimase dal 1894 al 1903, mantenendo rapporti ottimi con Francesco Giuseppe. Seppe guadagnarsi le simpatie dell'arciduca ereditario, ma fu più d'una volta richiamato a mostrarsi più energico. Il Holsteili preparava intanto il suo collocamento a riposo, che avvenne "per motivi di salute" nel 1903; ma quando, nel 1906, anche il Holstein ebbe lo stesso trattamento, questi credette di riconoscere nel provvedimento un atto di vendetta dell'E., e lanciò allora contro di lui l'accusa di perversione sessuale. Lo scandalo che ne seguì (1907-1908) ebbe un'enorme ripercussione nei circoli aristocratici e politici berlinesi. Il processo, a cui si giunse, fu sospeso per l'impossibilità di raccogliere elementi positivi. Di Guglielmo II, che in quella circostanza lo abbandonò del tutto, l'E. disse "che era stato la più grande delusione della sua vita". Furono da lui pubblicati versi, novelle, e qualche commedia, oltre a frammenti di ricordi autobiografici; in tutto si rivela la sua natura piacevole, ma superficiale.
Bibl.: J. Haller, Aus dem Leben des Fürsten Ph. E., Berlino 1924; R. Muschler, Philipp zu Eulenburg, Lipsia 1930.