EUMENES (Εὐμένης)
Incisore attivo subito dopo la metà del V sec. nella zecca di Siracusa per la quale prepara varî conî monetali; di essi alcuni, anonimi, gli sono attribuiti su dati stilistici più o meno validi, mentre altri sono contrassegnati dalla sua firma, apposta per esteso, ora sull'àmpyx che cinge la testa femminile, ora, goffamente, nel tondello (v. moneta).
Nel gruppo di conî con la testa muliebre, firmati, è possibile riconoscere quattro tipi principali, distinti, oltre che da particolari dell'acconciatura, da una diversa sistemazione stilistica, che va da forme più libere ed individuali ad una idealizzazione di maniera. Il tipo più importante, anche perché ripetuto (talora degradato) in altri conî, presenta una immagine che, se pure è acconciata come la Demetra del rilievo di Eleusi, tuttavia conserva, nella costruzione della fisionomia e nella vitale pesantezza della chioma, un più vivace sapore di realtà, una naturale grazia accentuata dal disporsi dei quattro delfini in due coppie ai lati della immagine. In un secondo gruppo, invece, variante di questo tipo, i capelli, cinti da benda e più frenati, lasciano libera la fronte dalle trecce che l'appesantivano, mentre le forme del viso, marcate nell'incisione, appaiono però più scialbe nel generale rendimento fisionomico.
Nel terzo tipo, in cui la chioma è racchiusa come una alta opistosphendòne stellata, che si aggancia sulle tempie all'àmpyx, la fisionomia è ancora più generica, avviata ad un processo di idealizzazione non sentito che la impoverisce. Il quarto tipo, infine, che appartiene all'ultima maniera dell'artista, ci dà il volto femminile caratterizzato in Kore dalla corona di spighe e papaveri che ne cinge il capo. In questo conio il processo verso l'idealizzazione dell'immagine è compiuto nella fisionomia fine e composta, ma si genera un contrasto fra la delicata minuzia del volto e la barocca pesantezza della chioma, ricciuta e adorna, contrasto di visioni che l'artista non riesce a superare. Il conio del rovescio, in cui E. introduce un nuovo schema della quadriga, che emerge dal fondo del rilievo in uno scorcio non riuscito, è importante per il tema affrontato, più che per la sua realizzazione.
Bibl.: R. Weil, Die Künstlerinschriften der sicil. Münzen, in Winckelmannsprogramm, n. 44, 1884, pp. 5-7, T. I, nn. 1-7; G. E. Rizzo, Saggi preliminari sull'arte della moneta, Roma 1938, pp. 44-45; id., Le moente della Sicilia antica, Roma 1946, pp. 200-205, Tavv. XLII-XLIII.