EURATOM (App. III, 1, p. 582)
La cooperazione nucleare all'interno della Comunità europea dell'energia atomica, malgrado disponesse nella sua fase iniziale di una struttura istituzionale e di mezzi operativi pienamente adeguati, si trova ormai da anni in-uno stato di grave crisi della quale non possono al momento prevedersi gli sbocchi. Contrariamente alle previsioni e agli auspici, l'E. non ha, in realtà, costituito la base di un'industria nucleare comune e nemmeno è riuscito a far sì che gli stati membri svolgessero programmi di ricerca complementari per l'uso pacifico dell'atomo ai fini sia della produzione di elettricità sia di applicazioni in campo agricolo, industriale e medico. Il metodo dei contratti di ricerca è stato oggetto di numerose e gravi critiche in quanto tenderebbe praticamente a favorire i paesi che già dispongono di un'industria nucleare considerevolmente avanzata.
L'attivitá dell'E. è stata, infatti, seriamente ostacolata da due ordini di fattori: la scarsissima propensione degli stati membri a far fronte agli obblighi previsti dal trattato istitutivo e a realizzare un'autentica ed efficace collaborazione; l'evoluzione della cooperazione nucleare a carattere universale. La Francia ha per lunghi periodi contrastato decisamente le iniziative comunitarie mentre la Rep. Fed. di Germania s'è valsa dell'E. essenzialmente per giustificare l'espansione della sua industria e dei suoi programmi nucleari. L'Inghilterra, dal canto suo, non intende in alcun modo collaborare, così che dall'allargamento della Comunità non è derivato alcun benefico effetto. Le uniche iniziative di cooperazione degne di nota si sono avute e si hanno, in Europa, sul piano bilaterale o trilaterale, piuttosto che su quello comunitario. Inoltre, le esigenze di carattere universale connesse con le iniziative intese a promuovere il disarmo nucleare riducono sostanzialmente la portata delle funzioni attribuite all'E. in materia di controlli di sicurezza. La crisi petrolifera dell'ottobre 1973 ha poi indotto i paesi occidentali a ricercare la soluzione dei problemi del reperimento, produzione e distribuzione di energia non su scala comunitaria o regionale bensì su scala mondiale.
Il Centro comune di ricerche, gestito dalla Commissione dell'E. (oggi divenuto Commissione unica delle Comunità Europee), occupa attualmente poco meno di 2000 persone che operano nei seguenti quattro stabilimenti: Ispra (Varese) per la fisica dei reattori e la ricerca fondamentale; Geel (Belgio), sede dell'Ufficio centrale delle misure nucleari; Karlsruhe (Germania) per lo studio del plutonio e degli elementi transplutonici; Petten (Olanda) per lo studio dei materiali nucleari.
Per realizzare il primo programma quinquennale (1958-62), l'E. disponeva di un bilancio assommante a 215 milioni di dollari; per il secondo programma quinquennale (1963-67) la spesa totale ammontava a 456 milioni di dollari. Per il quinquennio 1968-72 non fu possibile, a causa dei contrasti tra gli stati membri, pervenire all'adozione di un programma a lungo termine e si procedette sulla base di programmi annuali. Nel febbraio 1973 i nove stati membri approvarono il terzo programma pluriennale del Centro comune di ricerche con uno stanziamento di 160 milioni di unità di conto; detto programma, che è durato fino a tutto il 1976, comprendeva sia ricerche comuni nel settore della sicurezza dei reattori e della protezione dell'ambiente sia attività complementari cui erano interessati solo alcuni tra gli stati membri.
Per il quadriennio 1977-1980 è stato approvato un quarto programma pluriennale con attività, seppur ridotta, analoga a quella precedente. L'attività dell'E., peraltro, si va sempre più riducendo e le possibilità di una sua sopravvivenza sono ancor più diminuite dopo che l'importante programma Jet è stato assegnato alla Gran Bretagna invece che al Centro comune di Ispra, il quale, in tal modo, si è trasformato in un centro di carattere parauniversitario.
Bibl.: A. Albonetti, Collaborazione industriale europea nel settore nucleare, in Atti del Congresso CISMEC, Milano, giugno 1969; P. Baichère, L'évolution du budget d'EURATOM, in Bulletin de l'Institut international d'administration publique, sett. 1970, p. 103 segg.; R. Monaco, Lezioni di organizzazione internazionale, II, Diritto dell'integrazione europea, Torino 19752, p. 421 segg.