EURIDICE (Εὐρυδίκη, Eurydĭce)
Ninfa o figlia di Apollo, conquistata da Orfeo con la dolcezza del suo canto, vive con lui quale tenera sposa; ma un giorno viene morsa da un serpente e muore. Orfeo scende all'Ade e con la magia del suo canto ottiene dai signori dell'Averno la restituzione della consorte a patto però di non volgersi indietro a guardarla prima che questa sia uscita dal regno degl'inferi. Quando Orfeo è quasi sulla soglia dell'Ade, si volta e la moglie gli è rapita per sempre. La leggenda sembra essere, almeno nel suo completo sviluppo, non anteriore all'epoca alessandrina. La prima menzione di essa ricorre in Mosco, Epitafio di Bione, 123; ma l'esposizione più completa di essa si ha in Virgilio, Georgiche, IV, 453 segg., e in Ovidio, Metamorfosi, X, 1 segg. Prima dell'età alessandrina si trova (in un passo di Platone) un accenno a un'ombra restituita a Orfeo invece della consorte. La quale pare che portasse dapprima il nome di Agriope "colei che guarda selvaggiamente", nome che fa sospettare, come l'altro di E. "colei che ampiamente giudica", che E. in origine fosse la signora degl'inferi.
Bibl.: Willrich, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie d. class. Altertumswiss., VI, col. 1322 segg.