eurodebito
s. m. Crisi del debito sovrano di Stati membri dell’Unione europea.
• Il presidente di Confindustria [Emma Marcegaglia] ha poi ricordato che c’è stato «un lungo periodo in cui ci è stato detto che il nostro Paese era meglio degli altri. Io sono stata in più occasioni insultata, mi è stato dato del corvo, perché dicevo che l’Italia non cresceva. Prima ci dicevano che l’Italia non aveva particolari difficoltà ma a fine luglio siamo entrati nella crisi dell’eurodebito». (Roberto Giovannini, Stampa, 10 settembre 2011, p. 6, Interno) • nella crisi durissima dell’eurodebito che ci ha colpiti da metà 2011, a fine dell’anno scorso la meccanica industriale vicentina segnava sull’anno precedente un più 35%, la grafica veronese più 24%, la termomeccanica veronese più 17%, le calzature sul Brenta più 15%, le concerie di Arzignano più 15%, l’occhialeria bellunese più 15%, la plastica a Treviso e Padova più 11%, i mobili del bassanese più 18%, e via continuando. (Oscar Giannino, Gazzettino, 26 marzo 2012, p. 1, Prima pagina) • Quello che è accaduto durante la crisi dell’eurodebito, tuttavia, è stato qualcosa che i diversi modelli non erano in grado di prevedere. Un fattore di rischio è stato, per così dire, dimenticato. In un suo paper dello scorso febbraio, Carlo Favero, direttore del dipartimento di finanza dell’Università Bocconi, spiega come, accanto ai fondamentali di bilancio (il rischio di default) e all’appetito per il rischio del mercato, esista un terzo fattore, le attese di una svalutazione del tasso di cambio ed è questo fattore che ha guadagnato peso durante la crisi. (Mariano Mangia, Repubblica, 25 novembre 2013, Affari & Finanza, p. 40).
- Composto dal confisso euro-3 aggiunto al s. m. debito.
- Già attestato nella Stampa del 6 settembre 1991, p. 25, Economia e Finanza (R. E. S.).