Europa
In origine il toponimo greco usato per indicare l'E. designava un territorio ristretto, forse la regione a nord dell'Egeo; già i geografi ionici, però (ad es. Ecateo), chiamavano E. tutta la terra conosciuta a nord del Mediterraneo, cui fu dato per confine verso oriente il fiume Tanai (v. Don), che rimase tale per tutto il Medioevo (G. Villani Cron. I 5). E anche se D. non rimase estraneo a nuovi influssi dovuti al fatto che le conoscenze geografiche si andavano via via ampliando con i viaggi nell'E. di nord-ovest (già fondamentali erano stati i viaggi compiuti dal marsigliese Pitea nel 330 a.C.) i risultati dei quali, però, ebbero ampia divulgazione soltanto verso la metà del XIV secolo, egli rimane tipico rappresentante del suo tempo per la concezione generale dello schema delle terre emerse, per la concezione dell'orbe tripartito (G. Villani Cron. I 3) e per le scarse conoscenze riguardo le regioni e i mari settentrionali (con esclusione del Mare del Nord), le regioni e i mari di nord-ovest (Lana, nel commento a Pg VIII 123: " Per tutta quella parte del mundo che è appellada Europa, che tene dal setentrione sino al ponente "; Ottimo, nel commento a Pd XII 48: " la quale [Europa] ha per suoi confini da tramontana a ponente il mare Oceano, da mezzodì il mare Mediterraneo "). La gran secca (If XXXIV 113) è divisa in tre parti: Asia, Africa, E.; l'Asia è estesa per metà di tutta la terra. Secondo il Baldacci egli si rifà, per tale concezione, al cap. CXXI del Tresor (ediz. Carmody); secondo il Revelli egli non fa altro che accettare le concezioni del suo tempo (Italia 36), aiutato in questo, oltre che dai codici, da rappresentazioni offerte dalle arti figurative, alludendo a quelle della Cappella Palatina di Palermo (sec. XII), della navata centrale del duomo normanno di Monreale (sec. XIII), della cupola nell'atrio di San Marco in Venezia (sec. XIII) - questa fu però l'unica che D. poté vedere - del muro settentrionale del Camposanto di Pisa (peraltro della seconda metà del XIV sec.) ove l'abitabile è rappresentato da un circolo di cui la metà superiore è occupata dall'Asia, la metà inferiore dall'E. e dall'Africa, divise dalla linea del Mediterraneo, ossia dall'asta verticale di una T, di cui l'asta orizzontale rappresenta la linea Tanai (Don)-Nilo.
Numerose sono le citazioni dell'Europa. Quella di Pg VIII 123 non riveste alcun carattere geografico, ma serve soltanto a dare maggior forza all'elogio dei Malaspina. In Pd VI 5 Bisanzio (Costantinopoli) è considerata lo stremo d'Europa per la sua posizione di ponte naturale verso l'Asia Minore, e non, come erroneamente sostiene il Torraca, per la sua vicinanza al Mar Nero e quindi al Danubio. In Pd XII 48 l'inizio della primavera in E. è funzionale alla collocazione geografica di Calaroga (v.). Nella Monarchia le occorrenze sono quattro: in II III 11 ss. anche l'E. concorre a nobilitare la stirpe di Enea (v. Frigia); in II III 17 l'E. è nominata soltanto per definire l'Italia la più nobile delle sue regioni; in II VIII 7 per ripetere, sulla scia di Lucano (Phars. II 672-673), la leggenda del ponte costruito da Serse per traversare il mare dividente l'E. dall'Asia; in III XIII 7 per affermare che la maggior parte degli abitanti dell'E. non riconoscono l'autorità della Chiesa.
In Rime c 28 ss. la posizione astronomica dell'E., tutta compresa nell'emisfero boreale, è evidenziata dal fatto che non perde / le sette stelle gelide unquemai, che su di essa, cioè, brilla sempre l'Orsa Maggiore.
In VE I VIII 1-2 è descritto come l'E. fu popolata da stirpi provenienti dall'oriente; in I VIII 5-6 D. parla della successiva divisione dei linguaggi. In Ep VII 11, nell'affermare che l'autorità imperiale non è limitata dai confini dell'Italia né da quelli dell'E., viene attribuito a questa l'aggettivo ‛ tricorne ': secondo il Moore l'immagine è ripresa da un passo di Alberto Magno, il quale, a sua volta, lo aveva ereditato da Orosio, senza però avvertire che non all'E. tutta si riferiva Orosio, bensì alla sola penisola iberica.
Bibl. - P.L. Rambaldi, recens. a E. Moore, Studies in D. Third Series: Miscellaneous Essays, Oxford 1903, in " Bull. " XII (1905) 202; M. Casella, Questioni di geografia dantesca, in " Studi d. " XII (1927) 71 ss.; O. Baldacci, Ecumeni ed Emisferi Circolari, in " Boll. Soc. Geogr. It. " s. 9, VI (1965) 8-9; ID, Alcuni problemi geografici di esegesi dantesca, ibid VII (1966) 570; Marigo, De vulg. Eloquentia.