EUROPA (Εὐρωπη, Eurōpa ed Eurōpe)
Figlia di Fenice e di Perimede o Cassiepea o Telefassa o Telefe, oppure di Agenore e di Telefassa o Telefe o Argiope. Giove la scorge mentre fra le sue compagne coglie fiori nelle campagne di Tiro o di Sidone poco lungi dal mare e si accende di lei. Si cambia allora in giovine torello e giocosamente si avvicina alla fanciulla e le si stende ai piedi. E., assai coraggiosa oltre che bellissima, monta sulla groppa del mirabile animale e vorrebbe esortare qualche sua compagna a fare altrettanto, ma il toro, non appena sente sul proprio dorso la meravigliosa fanciulla, balza in piedi e si butta decisamente fra le onde. Grande spavento di E. e delle sue compagne: ma il toro procede imperterrito, mentre Posidone spiana le onde davanti al maggior fratello e un corteo di cui fan parte e Tritoni e Nereidi e la stessa Afrodite accompagna i due. Zeus conforta la fanciulla e, trasportatala in Creta, si unisce con lei presso una fonte sotto i platani nei dintorni di Gortina oppure nell'antro ditteo che le Ore hanno trasformato in talamo nuziale. Di Zeus e d'E. nascono Minosse e Radamanto o, secondo altra fonte, Minosse, Radamanto e Sarpedonte. Una leggenda meno comune aggiunge ancora Carno il diletto ad Apollo. Prima di tornarsene all'Olimpo Zeus dona a E. Talo, l'uomo di bronzo, e inoltre un cane cui nessuna preda sfugge e un giavellotto che mai fallisce il bersaglio. E. diviene poi moglie del re cretese Asterio o Asterione che, privo di figli, adotta i tre di lei. Dopo morte le sono tributati onori divini.
Il toro che rapisce E. è in generale considerato una trasformazione dello stesso Zeus: qualche variante però vede in esso il toro di Creta, inviato da Zeus, oppure un toro con mente umana, inviato da Posidone per compiacere al fratello. L'arte figurata si impadronì della leggenda d'E. e ne fece sovente oggetto delle proprie rappresentazioni, scegliendo di preferenza tre momenti: E. col toro sulla riva del mare, E. a cavallo del toro fra le onde, E. in Creta; il secondo momento è poi il preferito fra tutti. Ad esso si riferisce appunto un bel musaico proveniente da Palestrina e ora nel palazzo Barberini a Roma. Un interessante gruppo marmoreo del Vaticano rappresenta E. sul toro; ma forse è invece da vedere in quel gruppo Artemide che lega il toro. Sulle monete si trova spesso E. assisa fra i rami del platano, in atteggiamento triste e pensoso. Qualche volta accanto a E. sulle monete è rappresentata un'aquila o una testa di toro, mentre sul verso è il toro intero. Il mito d'E. ebbe dagli antichi parecchie stravaganti spiegazioni razionalistiche; in origine E. è senza dubbio divinità lunare.
Bibl.: W. Helbig, in Roscher, Lexikon der griechischen und römischen Mythologie, I, i, Lipsia 1884-1886, col. 1409 segg.; J. Escher, in Pauly Wissowa, Real-Encycl., VI, i (1907), col. 1287 segg.