europeismi
In linguistica il termine europeismo ha vari significati. Possono essere definiti europeismi tratti comuni a più lingue d’Europa, ma anche elementi formativi di parole (come prefissi e suffissi), locuzioni e persino tratti grammaticali e fonologici diffusi nelle lingue europee. L’uso a cui si fa riferimento in questa voce è quello per cui europeismo è una parola (o espressione) che, partendo da una lingua europea, si è diffusa in una varietà più o meno grande di altre lingue europee, indipendentemente dalla loro parentela.
Il primo ad usare il termine europeismo fu ➔ Giacomo Leopardi, che nello Zibaldone, in una nota del 26 giugno 1821, chiamò europeismi i gallicismi di diffusione internazionale (per es. genio, sentimentale, dispotismo, analisi, analizzare, demagogo, fanatismo, originalità) e propose la redazione di «un Vocabolario universale Europeo che comprendesse quelle parole significanti precisamente un’idea chiara, sottile, e precisa, che son comuni a tutte o alla maggior parte delle moderne lingue colte» (cfr. Steinert 2005). Poco dopo sia la nozione sia il termine, esso stesso un europeismo, apparvero in Russia (nella forma evropeizm; Peruzzi 1958: 25, nota). Se non il termine, la nozione s’incontra del resto già presso ➔ Melchiorre Cesarotti (Nencioni 1983). Nel Novecento l’idea della convergenza delle lingue europee e della formazione di un tipo linguistico europeo è generalmente condivisa: in un classico studio sulla storia linguistica dell’Europa si parla della «europeità linguistica» (Pagliaro & Belardi 1963: 228; per una rassegna degli studi italiani in merito e delle analisi di dettaglio cfr. Orioles 2002).
Mentre sembra normale che le lingue apparentate geneticamente abbiano conservato corrispondenze reciproche, sono più propriamente fenomeni di convergenza le corrispondenze dovute a interferenze tra lingue in contatto, apparentate o meno, studiate da una branca della linguistica chiamata appunto linguistica di contatto o, con in mente la tipologia di un’area linguistica, linguistica areale o linguistica tipologica (Ramat 1999). Per es., le lingue balcaniche, che comprendono lingue slave (il bulgaro, il macedone, il serbo), romanze (il romeno), l’albanese e il neogreco, mostrano tratti comuni non più spiegabili con la remota parentela indoeuropea ma solo con la loro vicinanza geografica: si parla allora di una lega linguistica balcanica (ted. Sprachbund, termine proposto da Nikolaj S. Trubeckoj al Primo congresso internazionale di linguistica svoltosi a L’Aia nel 1928, i cui atti furono pubblicati nel 1930; cfr. Hinrichs 1999).
Sull’esempio della lega linguistica balcanica sono poi state identificate altre leghe linguistiche, e via via che l’Europa viene (ri)scoperta come unità storico-culturale si è cominciato a parlare addirittura di una lega linguistica europea (ted. europäischer Sprachbund: König & Haspelmath 1999). Questa comprende non solo lingue del gruppo indoeuropeo, cui appartiene l’italiano, ma anche il basco, alcune lingue uraliche, le lingue ugro-finniche, il turco e il maltese (geneticamente una lingua semitica), ed altre, quantitativamente ancora minori. Da alcuni anni allo studio dell’area linguistica europea si dedica una nuova disciplina appositamente chiamata eurolinguistica (ted. Eurolinguistik; Reiter 1999: 4), che si è data un programma nelle «Tesi di Puškin» del 1999 (Fusco, Orioles & Parmeggiani 2000: 429 seg.). Rispetto agli europeismi, la più pertinente sembra la tesi 5 in cui si dice: «Occorre […] descrivere le caratteristiche linguistiche comuni delle lingue europee che derivano dai contatti tra i popoli europei attraverso i secoli di fusione».
Infatti, dallo spoglio delle convergenze in un corpus di traduzioni tra le lingue tedesca, inglese, francese, italiana, spagnola e russa (Koppenburg 1976), gli studi sugli europeismi sono in continuo aumento. Ne risulta, prima di tutto, che la nozione di europeismo non è assoluta ma relativa, sia dal punto di vista della diffusione sia da quello della riconoscibilità. In teoria un europeismo dovrebbe essere comune a tutte le lingue d’Europa e solo a esse; in pratica, però, quante più sono le lingue europee in cui si riconosce un tratto, e più sono diverse tra loro, tanto più questo tratto è un tipico europeismo. Questo principio vale senza riguardo alla diffusione fuori d’Europa, al fatto che la maggioranza di chi parla inglese, spagnolo e portoghese vive oggi fuori d’Europa e che la diffusione di un europeismo può estendersi anche a lingue non europee. In effetti, l’aggettivo europeo viene di solito riferito «a una civiltà la quale trascende i confini tradizionali dell’Europa fisica» (Peruzzi 1958: 26), cioè alla civiltà cosiddetta occidentale. Si dimostrano diffusi abbastanza omogeneamente gli esempi annoverati da Leopardi, disposti qui in ordine alfabetico:
________________________________________________________
italiano francese inglese
analisi analyse analysis
analizzare analyser analyze
demagogo démagogue demagogue
dispotismo despotisme despotism
fanatismo fanatisme fanaticism
genio génie genius, genie
originalità originalité originality
sentimentale sentimental sentimental
________________________________________________________
tedesco polacco ungherese
Analyse analiza analízis
analysieren analizować analizál
Demagoge demagog demagóg
Despotismus despotyzm despotizmus
Fanatismus fanatyzm fanatizmus
Genie, Genius geniusz zseni, géniusz
Originalität oryginalność originalitás
sentimental sentymentalny szentimentális
Concordano non solo l’italiano e il francese, due lingue romanze, e l’inglese (dal punto di vista del lessico anch’esso una lingua più romanza che germanica), ma anche il tedesco, lingua germanica, il polacco, lingua slava, e persino l’ungherese, che non è neanche una lingua indoeuropea. In altri esempi (vedi oltre) si discostano il tedesco e il polacco e, più spesso, l’ungherese.
Poiché gli europeismi sono internazionalismi europei, lo studio degli europeismi rientra in quello degli internazionalismi, per i quali sono stati elaborati parametri di descrizione. L’interesse scientifico per i termini tecnici internazionali risale al primo Novecento; il termine internazionalismo, anch’esso un internazionalismo, appare per la prima volta nel 1942 in russo (internationalizm).
Infatti, considerati indizi di una internazionalizzazione in chiave socialista, gli internazionalismi furono dapprima studiati nell’Unione Sovietica, poi anche nella Repubblica Democratica Tedesca (Kolwa 2001: 4 segg.), e a tutt’oggi gli studi sugli internazionalismi si concentrano nel mondo germanico (Braun, Schaeder & Volmert 1990 e 2003; Bergmann 1995).
Alla luce di questi studi la definizione di europeismo come tratto comune alle lingue d’Europa si dimostra imprecisa. Innanzitutto, come il suo iperonimo internazionalismo, europeismo è una nozione astratta, che ha vari rappresentanti nelle lingue considerate; tutt’al più potrebbe essere identificata con l’etimo comune che sottostà alla loro riconoscibilità e comprensibilità.
Per tener conto di questa intrinseca astrattezza è stato proposto il termine di interlessema (ted. Interlexem; Volmert 1990: 49).
La riconoscibilità dipende dalla corrispondenza formale, chiamata congruenza, che può essere grafica e fonetica, e anche dalla cultura linguistica di chi legge o ascolta. La congruenza grafica è generalmente maggiore di quella fonetica perché le scritture delle lingue sono conservatrici rispetto alle loro pronunce, ma la congruenza, sia grafica sia fonetica, è maggiore tra alcune lingue che in altre.
Leopardi, nel passo prima citato, aveva probabilmente in mente le forme grafiche quando definì come europeismi le voci che «sono le stesse in tutte le lingue colte d’Europa, eccetto piccole modificazioni, per lo più nella desinenza», come mostra il confronto della scrittura dei suoi esempi con la trascrizione fonetica della loro pronuncia:
________________________________________________________
italiano francese inglese
analisi analyse analysis
[aˈnalizi] [anaˈliz] [əˈnælɪsɪs]
analizzare analyser analyze
[analiˈdːzare] [analiˈze] [ˈænəlaɪz]
demagogo démagogue demagogue
[demaˈgɔgo] [demaˈgɔg] [ˈdεməgɒg]
dispotismo despotisme despotism
[dispoˈtizmo] [dɛspɔˈtism] [ˈdεspətɪz(ə)m]
fanatismo fanatisme fanaticism
[fanaˈtizmo] [fanaˈtism] [fεˈnætɪsɪz(ə)m]
genio génie genius, genie
[ˈʤɛnjo] [ʒeˈni] [ˈʤiːnɪəs], [ˈʤiːnɪ]
originalità originalité originality
[oriʤinaliˈta] [ɔriʒinaliˈte] [əˌrɪdʒɨnˈalɨti]
sentimentale sentimental sentimental
[sentimenˈtale] [sᾶtimᾶˈtal] [sεntɪˈmεntəl]
____________________________________________________
tedesco polacco ungherese
Analyse analiza analízis
[anaˈlyze] [anaˈliza] [ˈɔnɔliːziʃ]
analysieren analizować analizál
[analyˈziːrǝn] [analiˈzɔvaʨ] [ˈɔnɔlizaːl]
Demagoge demagog demagóg
[demaˈgoːgǝ] [dɛˈmagɔk] [ˈdemagoːg]
Despotismus despotyzm despotizmus
[dɛspoˈtɪsmʊs] [desˈpotɨzm] [ˈdeʃpotizmuʃ]
Fanatismus fanatyzm fanatizmus
[fanaˈtɪsmʊs] [faˈnatɨzm] [ˈfɔnɔtizmuʃ]
Genie, Genius geniusz zseni, géniusz
[ʒeˈni, ˈgeːniʊs] [ˈgeɲiuʃ] [ˈžεni], [ˈgenius]
Originalität oryginalność originalitás
[originaliˈtɛːt] [orɨgiˈnalnoɕʨ] [ˈoriginɔlitaːʃ]
sentimental sentymentalny szentimentális
[zɛntimɛnˈtaːl] [sentɨmɛnˈtalnɨ] [ˈsentimentaːliʃ]
Come si vede, la congruenza grafica è generalmente maggiore di quella fonetica e sia l’una che l’altra possono variare non solo secondo le lingue considerate ma anche secondo il grado di ➔ adattamento. Per es., con un minimo di cultura linguistica l’it. analisi è riconoscibile nel fr. analyse, nel ted. Analyse, ecc., siano questi scritti con ‹i› o con ‹y›, con ‹s› o con ‹z›. Invece, l’it. [aˈnalizi] è molto più difficilmente riconoscibile nelle altre pronunce, sia perché è diverso il vocalismo, come in ingl. [əˈnælɪsɪs], sia perché è diversa l’accentazione, come in fr. [anaˈliz], pol. [anaˈliza] e ungh. [ˈɔnɔliːziʃ], sia perché sono diversi tutti e due, come in ted. [anaˈlyze].
Va notato peraltro che le divergenze sono regolari e che questa regolarità contribuisce alla riconoscibilità. Per es., i nomi, che in tutte le altre lingue si scrivono con la minuscola, in tedesco prendono la maiuscola; il suono [k], che in italiano e in altre lingue romanze e anche in inglese viene scritto con ‹c› (it. cattedrale, documento, repubblica), in tedesco e polacco (e in altre lingue) viene scritto con ‹k› (ted. Kathedrale, Dokument, republikanisch); grecismi che in italiano e in altre lingue vengono scritti con ‹f› (filosofia) e ‹t› (teoria) in francese, inglese e tedesco hanno conservato ‹ph› e ‹th› (fr. philosophie, théorie). Lo stesso vale per le desinenze, per es. lat. -ismus (absolutismus), che in italiano ha dato -ismo (assolutismo), in francese -isme (absolutisme), in inglese -ism (absolutism), in polacco -yzm e -izm (absolutyzm, socjalizm), in ungherese -izmus (abszolutizmus), mentre in tedesco è rimasto -ismus (Absolutismus) (Bergmann 2008).
La comprensibilità dipende dalla corrispondenza semantica, chiamata equivalenza. Poiché un internazionalismo è normalmente un fenomeno di prestito e un prestito è normalmente parziale, anche l’equivalenza tra i rappresentanti di un internazionalismo è parziale; essi si sovrappongono per una o alcune delle accezioni, ma non per tutte; oltre a ciò, anche l’equivalenza può variare secondo le lingue. Per es., sentimental, che in italiano e altre lingue si riferisce sia al sentimento sia ai sentimenti sia al sentimentalismo, in tedesco ha conservato solo questa ultima accezione, peggiorativa. Le accezioni dell’it. genio «talento straordinario» e «spirito o divinità tutelare» trovano riscontro in tutte le altre lingue ma non sempre nello stesso rappresentante: l’accezione «talento straordinario» trova riscontro nel ted. Genie e nell’ingl. genius, mentre l’accezione «spirito o divinità tutelare» trova riscontro nel ted. Genius e nell’ingl. genie (in ungherese la differenza tra zseni e géniusz è solo di registro, géniusz essendo più elevato di zseni).
In glottodidattica vengono chiamati falsi amici i vocaboli congruenti ma non, o solo parzialmente, equivalenti, per es. il fr. accident, che suggerisce l’it. accidente ma invece di «caso» significa «incidente»; l’ingl. actual, che suggerisce attuale ma invece di «presente» significa «vero»; il ted. brutto, che è un prestito dall’italiano ma invece di «sgradevole» significa «lordo» (Licari 1992; per altri esempi cfr. Nocentini 2002: 324 segg., che parla di «sinonimia contestuale»).
Anche parole etimologicamente apparentate e semanticamente equivalenti possono perdere la congruenza formale per effetto delle leggi fonologiche e morfologiche, tanto da non essere più, o da essere difficilmente, riconoscibili come rappresentanti della stessa nozione, come nei seguenti esempi (da Volmert 2003a: 28, con adattamenti; il trattino indica la mancanza di corrispondenza):
____________________________________________________
italiano francese inglese
fiancheggiare flanquer flank
[fjankeˈdːʒare] [flᾶˈke] [flæŋk]
fissare fixer fix
[fiˈsːare] [fikˈse] [fɪks]
forzare forcer force
[forˈʦare] [fɔrˈse] [fɔǝs]
vantaggio avantage advantage
[vanˈtadːʒo] [avᾶˈtaːʒ] [ædˈvɑːntɪdʒ]
____________________________________________________
tedesco polacco ungherese
flankieren flankować ―
[flaŋːˈkiːrǝn] [flanˈkɔwaʨ] ―
fixieren zafiksować fixál
[fikˈsiːrǝn] [zafiˈkɔwaʨ] [ˈfiksaːl]
forcieren (s)forsować forszíroz
[fɔrˈsiːrǝn] [(s)forˈsɔwaʨ] [ˈforsiːroz]
awantaż (tennis) advantage ―
[aˈvantaʒ] [ˈɔdventidʒ] ―
Qui si vede quanto la congruenza dipenda dalle strutture delle lingue di arrivo di un prestito che si diffonde e quanto essa possa variare. Per i verbi, l’inglese, in cui sono ridotti alla radice, si distingue di più dalle altre lingue, mentre per il sostantivo è l’italiano (vantaggio) che si discosta, non considerando le lacune in tedesco e in ungherese. Si dimostrano particolarmente resistenti all’adattamento gli esotismi, cioè gli internazionalismi di origine non europea, per es., in italiano, alcol, apartheid, balalaika, identici o molto simili in tutte le lingue.
Il termine europeismo si riferisce alla diffusione europea, non all’origine, benché la maggioranza degli europeismi sia anche di origine europea. Infatti, gli europeismi possono avere origine da fonti diverse: la parentela genetica, la comune eredità greco-latina, il contatto tra le lingue e la coniazione di termini scientifici da enti appositi, di normalizzazione o standardizzazione, destinati all’uniforme uso internazionale.
Si è voluto escludere dalla definizione di internazionalismo, e con ciò anche di europeismo, le parole geneticamente apparentate, che storicamente sono fenomeni di divergenza piuttosto che di convergenza, e limitarla a parole geneticamente non apparentate. Ma, a parte il fatto che quasi tutte le lingue d’Europa sono indoeuropee e dunque apparentate, sebbene remotamente, per valutare il grado di comunanza del lessico europeo, le origini di questa comunanza, cioè la sua diacronia, non importano; importano solo la riconoscibilità e la comprensibilità delle parole in questione, e cioè la loro sincronia (cfr. Volmert 2003a: 32-35). Ciò non toglie l’interesse di uno sguardo storico sulla composizione del lessico europeo comune, dando per scontate le corrispondenze all’interno delle famiglie romanza, germanica e slava.
Gli esempi portati da Leopardi erano tutti di origine greca o latina, passati in italiano attraverso il francese o, nel caso di sentimentale, attraverso l’inglese. Greco e latino hanno segnato le lingue europee, sia direttamente che attraverso le lingue romanze. Sono stati produttivi nelle lingue europee, e continuano a esserlo, prefissi, suffissi e confissi greci e latini; parole come antifascismo, ipertensione, preromantico, anglofobia, caffetteria, marxismo sono formazioni europee in quanto si sono svolte nelle lingue europee in modo parallelo (Bergmann 2008).
Infatti, le origini degli europeismi riflettono il divenire d’Europa; Petralli (1992: 119 seg.) parla del «ruolo standardizzante a livello europeo del latino nel medioevo e ancora nell’Umanesimo e nel Rinascimento, del francese nel XVII, XVIII e XIX secolo (e anche nel XX), dell’angloamericano a partire in particolare dal 1945». Il latino era la lingua della Chiesa, ma molti latinismi ecclesiastici erano a loro volta di origine greca, come gli esempi seguenti:
____________________________________________________
italiano francese inglese
anticristo antéchrist Antichrist
apostolo apôtre apostle
basilica basilique basilica
bibbia bible Bible
blasfemia blasphémie blasphemy
cristiano chrétien Christian
dogma dogme dogma
evangelio évangile evangelium
icona icône icon
profeta prophète prophet
____________________________________________________
tedesco polacco ungherese
Antichrist antychryst Antikrisztus
Apostel apostoł apostol
Basilika bazylika bazilika
Bibel biblia biblia
Blasphemie blaszfémia ―
Christ(lich) chrześcijański keresztény
Dogma dogmat dogma
Evangelium ewangelia evangélium
Ikone ikona ikon
Prophet profeta (raro) próféta
Di origine latina sono:
____________________________________________________
italiano francese inglese
assoluzione absolution absolution
cella cellule cell
chiostro cloître cloister
concilio concile council
convento couvent convent
croce croix cross
messa messe mass
ostia hostie host
passione passion passion
pellegrino pèlerin pilgrim
___________________________________________________
tedesco polacco ungherese
Absolution ― ―
Zelle cela cella
Kloster klasztor kolostor
Konzil ― ―
Konvent konwent ―
Kreuz krzyż kereszt
Messe msza mise
Hostie hostia ―
Passion pasja passió
Pilger pielgrzym ―
Oltre il lessico della Chiesa, il greco e il latino hanno influenzato – anzi, formato – moltissimi altri lessici intellettuali, inclusi i nomi stessi delle discipline scientifiche ed artistiche, come, per es.:
____________________________________________________
italiano francese inglese
archeologia archéologie archaeology
arte art art
botanica botanique botany
chimica chimie chemistry
economia économie economics
fisica physique physics
geografia géographie geography
giurisprudenza jurisprudence jurisprudence
letteratura littérature literature
linguistica linguistique linguistics
____________________________________________________
tedesco polacco ungherese
Archäologie archeologia archelógia
― artyzm ―
Botanik botanika botanika
Chemie chemia kémia
Ökonomie ekonomia ökónomia
Physik fizyka fizika
Geographie geografia geográfia
Jurisprudenz jurysprudencja jurisprudentia
Literatur literatura literatúra
Linguistik lingwistyka lingvisztika
Tralasciando gli orientalismi (per es. ➔ arabismi come, nella loro forma italiana, zucchero, marzapane, sorbetto) ed i gallicismi (per es. ➔ francesismi come bastardo, dozzina, stendardo), che si sono diffusi in italiano e in altre lingue europee sin dal medioevo, la prima lingua volgare a influire su altre lingue europee è stata l’italiano (➔ italianismi).
A partire dal Seicento, quando il predominio culturale dell’Europa era passato dall’Italia alla Francia, sono stati i francesismi a diffondersi nel lessico europeo, come dimostrano gli esempi seguenti (oltre alle voci elencate da Leopardi):
____________________________________________________
italiano francese inglese
bivacco bivouac bivouac
burocrazia bureaucratie bureaucracy
dettaglio détail detail
maionese mayonnaise mayonaise
menu menu menu
omelette omelette omelet
parquet parquet parquet
proletariato prolétariat proletariat
reazionario réactionnaire reactionary
terrorismo terrorisme terrorism
____________________________________________________
tedesco polacco ungherese
― biwak biwak
Bürokratie biurokracja bürokrácia
Detail detal ―
Mayonnaise majonez majonéz
Menü menu menü
Omelette omlet omlett
Parkett parkiet parketta
Proletariat proletariat proletariátus
reaktionär reakcjonista reakciós
Terrorismus terroryzm terrorizmus
Alla francomania seguì l’anglomania, ai gallicismi gli anglicismi: termini di politica, di costume e dello sport, nomi di cibi e di bevande:
____________________________________________________
italiano francese inglese
boicottare boycotter boycot
coalizione coalition coalition
dandy dandy dandy
grog grog grog
handicap handicap handicap
opposizione opposition opposition
reporter reporter reporter
rostbif rosbif roastbeef
tennis tennis tennis
yacht yacht yacht
____________________________________________________
tedesco polacco ungherese
boykottieren (z)bojkotować bojkottál
Koalition koalicja koalíció
Dandy dandys dendi
Grog grog grog
Handicap handikap hendikep
Opposition opozycja appozíció
Reporter reporter riporter
Rostbeef rosbef roastbeef
Tennis tenis tenisz
Jacht jacht jacht
Secondo la lingua di origine si potrebbe parlare di europeismi greco-latini, europeismi italiani, europeismi francesi, ecc. La moderna permeazione delle lingue del mondo da parte di angloamericanismi è proverbiale; se questi non emergono dalla civiltà europea ne fanno certo parte. Eccone alcuni es.:
____________________________________________________
italiano francese inglese
airbag airbag airbag
blockbuster blockbuster blockbuster
blog blog blog
bodyguard bodyguard bodyguard
boom boom boom
briefing briefing brief(ing)
chat chat chat
coach(ing) coach(ing) coach(ing)
cool cool cool
drink drink drink
____________________________________________________
tedesco polacco ungherese
Airbag airbag ―
Blockbuster ― ―
Blog blog blog
Bodyguard bodyguard ―
Boom boom bum
Brief(ing) briefing ―
Chat czat csetel
Coach(ing) coach ―
cool cool cool, kúl
Drink drink drink
Siccome europeismo è una nozione relativa, non è possibile contare gli europeismi. Basandosi su studi tedeschi, Petralli (1992: 125) azzarda «l’affermazione che esiste un lessico europeo consolidato, quantitativamente stimabile perlomeno al 5% del patrimonio lessicale delle lingue prese in considerazione»; affermazione che dipende non solo, come si è visto, dalla riconoscibilità delle parole, dal numero di lingue in cui si trovano e dalla cultura linguistica di chi legge o ascolta, ma anche dal calcolo del patrimonio lessicale di queste lingue.
È indicativo che non esistano veri e propri dizionari di europeismi (o di internazionalismi più generalmente); esistono liste di parole corrispondenti in più di una lingua, per es. quella di Licari (1992) con 3365 «veri amici» in italiano, francese ed inglese, o quella di Kolwa (2001) con 515 termini politici in 11 lingue (per altri conteggi cfr. Braun, Schaeder & Volmert 1990; Schaeder 2003). Non è un vero e proprio dizionario di europeismi neanche quello di Geysen (19902), che contiene le «formes analogues» in latino, italiano, spagnolo, francese, inglese, neerlandese e tedesco, le regole di corrispondenza tra loro e anche l’abbozzo di una grammatica comparativa; ma le lingue confrontate sono tutte romanze e germaniche e l’intenzione dell’opera è didattica, più che linguistica. Ovviamente, più sale il numero di lingue considerate e più scende il numero di corrispondenze. Per una proposta di come potrebbe essere disposto un dizionario di internazionalismi, cfr. Volmert (2003b) e Muljačić (1979).
Fin qui sono stati considerati solo parole o formativi di parole (prefissi, suffissi, confissi), ma è stato proposto di considerare internazionalismi (europeismi) anche i calchi:
___________________________________________________________________
italiano francese inglese
arrivederci au revoir (good bye)
cortina di ferro rideau de fer iron curtain
madre di tutte le battaglie mère de toutes les batailles mother of all battles
___________________________________________________________________
tedesco polacco ungherese
auf Wiedersehen do widzenia a viszontlátásra
eiserner Vorhang żelazna kurtyna vasfüggöny
Mutter aller Schlachten ― ―
Sono stati considerati internazionalismi (europeismi) anche locuzioni, cioè calchi di fraseologismi o interfraseologismi (ted. Inter-Phraseologismen; Braun & Krallmann 1990). Molti di essi risalgono alla comune tradizione cristiana e sono calcati da, o varianti di, citazioni bibliche (ibid.: 76 segg.):
it. portare il cuore in bocca
fr. avoir le cœur sur les lèvres
ingl. to wear one’s heart on one’s sleeves
ted. sein Herz auf der Zunge tragen
pol. mieć serce na dłoni
ungh. ami a szívén, az a száján
Spiccano generalmente i riferimenti al corpo umano, come in questi esempi:
it. accogliere qualcuno a braccia aperte
fr. recevoir quelqu’un à bras ouverts
ingl. to receive somebody with open arms
ted. jemanden mit offenen Armen empfangen
pol. przyjąć z otwartymi rękami
ungh. tárt karokkal fogad
it. perdere la testa
fr. perdre la tête
ingl. to lose one’s head
ted. seinen Kopf verlieren
pol. stracić głowę
ungh. elveszti a fejét
it. mostrare i denti a qualcuno
fr. montrer les dents à quelqu’un
ingl. to show somebody one’s teeth
ted. jemanden die Zähne zeigen
pol. pokazać zęby, (wy)szczerzyć zęby
ungh. kimutatja a foga fehérjét
Per uno studio degli europeismi locuzionali, ricco di esempi di interesse altrettanto culturale che linguistico, cfr. Lurati (2002). La stessa considerazione vale per i tratti grammaticali propri a più lingue. Nocentini (2002: 326 seg.) ha fatto il confronto seguente (con lo spagnolo e il russo, senza il polacco):
it. la commissione ha votato per l’ordine del giorno
fr. la commission a voté pour l’ordre du jour
ingl. the committee has voted for the order of the day
ted. die Kommission hat für die Tagesordnung gestimmt
pol. komisja przyjęła porządek dzienny
Oltre alle molte corrispondenze lessicali, tra le lingue europee ci sono anche corrispondenze morfologiche e sintattiche; anzi, la nozione di lega linguistica viene riferita più spesso a corrispondenze grammaticali che a corrispondenze lessicali, perché quelle grammaticali sono più difficili da evidenziare. Anche la consapevolezza della convergenza grammaticale dell’Europa non è recente (Pagliaro & Belardi 1963: 139-153); risale (1939) all’americano Benjamin Lee Whorf (Haspelmath 2001) la coniazione del termine Standard Average European (SAE, «europeo medio standard»), usato per cogliere i tratti comuni all’area delle lingue inglese, francese, tedesca e altre lingue indoeuropee a confronto della lingua amerindiana hopi. Da allora è stata sviluppata la nozione del SAE e il termine europeismi (ingl. europeanisms; Haspelmath 2001: 1493) è stato esteso a tratti grammaticali, come l’articolo definito e indefinito (in italiano il, la, ecc., rispetto a un, uno, una), le proposizioni relative con pronomi relativi (che, chi, cui, ecc.), il passato composto del tipo ho amato, ecc. (Haspelmath 2001; Nocentini 2002: 327; Haarmann 1976, che abbozza anche una tipologia fonologica delle lingue d’Europa). Ma mentre la comunanza grammaticale (e fonologica) delle lingue d’Europa è un fenomeno di lunga durata e perciò meno palese, quella lessicale viene confermata ogni giorno da una comune neologia: una neologia che è ormai globale, più che europea, tanto che europeismo è diventato una nozione storica.
Bergmann, Rolf (1995), ‘Europäismus’ und ‘Internationalismus’. Zur lexikologischen Terminologie, «Sprachwissenschaft» 20, pp. 239-277.
Bergmann, Rolf (2008), Das doppelte Deutsch. Europäischer und deutscher Wortschatz, in Geisteswissenschaften im Profil. Reden zum Dies Academicus, hrsg. von G. Ruppert, Bamberg, University of Bamberg Press, 2008, pp. 15-31.
Braun, Peter & Krallmann, Dieter (1990), Inter-Phraseologismen in europäischen Sprachen, in Braun, Schaeder & Volmert 1990, pp. 74-86.
Braun, Peter, Schaeder, Burkhard & Volmert, Johannes (hrsg. von) (1990), Internationalismen. Studien zur interlingualen Lexikologie und Lexikographie, Tübingen, Niemeyer.
Braun, Peter, Schaeder, Burkhard & Volmert, Johannes (hrsg. von) (2003), Internationalismen II. Studien zur interlingualen Lexikologie und Lexikographie, Tübingen, Niemeyer.
Fusco, Fabiana, Orioles, Vincenzo & Parmeggiani, Alice (a cura di) (2000), Processi di convergenza e differenziazione delle lingue dell’Europa medievale e moderna. Atti del Convegno internazionale (Udine, 6-9 dicembre 1999), Udine, Forum.
Geysen, Raymond (19902), Dictionnaire des formes analogues en 7 langues. Latin, italien, espagnol, français, anglais, néerlandais, allemand, avec résumé de grammaire comparée, Paris & Louvain-la-Neuve, Duculot (1a ed. 1985).
Haarmann, Harald (1976), Grundzüge der Sprachtypologie. Methodik, Empirie und Systematik der Sprachen Europas, Stuttgart, Kohlhammer.
Haspelmath, Martin (2001), The European linguistic area: Standard Average European, in: Handbücher zur Sprach- und Kommunikationswissenschaft, Berlin - New York, W. de Gruyter, vol. 20°/2 (Language typology and language universals. An international hand-book, edited by M. Haspelmath et al.), pp. 1492-1510.
Hinrichs, Uwe (1999), Balkanismen - Europäismen, in Reiter 1999, pp. 85-109.
Kolwa, Andrea (2001), Internationalismen im Wortschatz der Politik. Interlexikologische Studien zum Wortschatz der Politik in neun EU-Amtssprachen sowie im Russischen und Türkischen, Frankfurt am Main - Berlin - New York, Peter Lang.
König, Ekkehard & Haspelmath, Martin (1999), Der europäische Sprachbund, in Reiter 1999, pp. 111-127.
Koppenburg, Rudolf (1976), Konvergenzen in einigen europäischen Kultursprachen. Ein deutsch-englisch-französisch-italienisch-spanisch-russischer Übersetzungsvergleich, Tübingen, B. von Spangenberg.
Licari, Carmen (1992), I veri amici. Lessico comune francese, inglese, italiano per l’insegnamento. Apprendimento della lingua straniera, Bologna, Pitagora.
Lurati, Ottavio (2002), Per modo di dire … Storia della lingua e antropologia nelle locuzioni italiane ed europee, Bologna, CLUEB.
Muljačić, Žarko (1979), Per un Dizionario storico degli europeismi (DSE), in Sprachtheorie und Sprachenpraxis. Festschrift für Henri Vernay zu seinem 60. Geburtstag, hrsg. von W. Mair & E. Sallager, Tübingen, Narr, pp. 279-286.
Nencioni, Giovanni (1983), Quicquid nostri praedecessores... Per una più piena valutazione della linguistica preascoliana, in Id., Di scritto e di parlato. Discorsi linguistici, Bologna, Zanichelli, pp. 1-17 (già in «Atti e memorie dell’Arcadia» s. 3a, 2, 1950, pp. 1-31).
Nocentini, Alberto (2002), L’Europa linguistica. Profilo storico e tipologico, Firenze, Le Monnier.
Orioles, Vincenzo (2002), Etimologie eterodosse. Allotropi, europeismi, composti dotti, prestiti indiretti o plurimi, in Id., Percorsi di parole, Roma, Il Calamo, pp. 11-30.
Pagliaro, Antonino & Belardi, Walter (1963), Linee di storia linguistica dell’Europa, Roma, Ateneo.
Peruzzi, Emilio (1958), Saggi di linguistica europea, Salamanca, Consejo Superior de Investigaciones Científicas Instituto “Antonio de Nebrija”, Colegio Trilingüe de la Universidad.
Petralli, Alessio (1992), Tendenze europee nel lessico italiano. Internazionalismi: problemi di metodo e nuove parole d’Europa, in Linee di tendenza dell’italiano contemporaneo. Atti del XXV congresso internazionale di studi della Società di Linguistica Italiana (Lugano, 19-21 settembre 1991), a cura di B. Moretti, D. Petrini & S. Bianconi, Roma, Bulzoni, pp. 119-134.
Ramat, Paolo (1999), Typologisches Vergleichen und Areallinguistik, in Reiter 1999, pp. 151-158.
Reiter, Norbert (hrsg. von) (1999), Eurolinguistik. Ein Schritt in die Zukunft. Beiträge zum Symposion vom 24.-27. März 1997 im Jagdschloß Glienicke (bei Berlin), Wiesbaden, Harrassowitz.
Schaeder, Burkhard (2003), Neuerlicher Versuch einer theoretischen und methodischen Grundlegung der Internationalismen-Forschung, in Braun, Schaeder & Volmert 2003, pp. 71-107.
Steinert, Holm (2005), Giacomo Leopardis Sprachansichten. Seine Aufzeichnungen zum Italienischen und der “Parallelo delle cinque lingue” (1817-1829), Heidelberg, Winter.
Volmert, Johannes (1990), Interlexikologie. Theoretische und methodische Überlegungen zu einem neuen Arbeitsfeld, in Braun, Schaeder & Volmert 1990, pp. 47-62.
Volmert, Johannes (2003a), Internationalismen und die Rolle des Lateins als ‘Muttersprache Europa’, in Braun, Schaeder & Volmert 2003, pp. 23-50.
Volmert, Johannes (2003b), Überlegungen zur Konzeption eines Internationalismen-Wörterbuchs in zehn Sprachen, in Braun, Schaeder & Volmert, pp. 245-268.