PALLADINO, Eusapia Maria
PALLADINO, Eusapia Maria. – Nacque a Minervino Murge (Bari) il 20 gennaio 1854 da Michele, contadino, e da Irene Barbiere.
Non si hanno notizie certe sulla vita di Eusapia Palladino prima che diventasse nota come medium, a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento. La madre morì all’epoca della sua nascita e poco più che bambina rimase orfana anche del padre. Si impiegò allora come ragazza di servizio e bambinaia nelle case di diversi conoscenti fino a quando, nel 1871, fu accolta a Napoli da una famiglia originaria di Minervino Murge. Dopo aver cambiato diverse case, incontrò dei datori di lavoro appassionati di spiritismo. Casualmente furono notate le sue supposte doti medianiche ed entrò in contatto con uno dei pionieri dello spiritismo italiano, il napoletano Giovanni Damiani. Da poco tornato dall’Inghilterra, dove aveva aderito a diversi circoli spiritici, egli prese sotto la sua tutela la giovane Eusapia, occupandosi del suo mantenimento e instradandola verso la carriera di medium. Fu lui, per primo, a segnalare all’infuori della cerchia dei suoi conoscenti la ragazza come ‘medio’ di svariata e straordinaria potenza. In una lettera indirizzata al direttore della rivista inglese Human Nature (1872, vol. 62, p. 222) descrisse come in presenza di Palladino si udissero esplosioni simili a colpi di pistola e apparissero scie luminose. Su iniziativa dello stesso Damiani e degli animatori della neonata Società romana di spiritismo, nel 1872 Eusapia fu condotta a Roma. Qui per otto mesi partecipò a un intenso programma di ‘sedute sperimentali’: oltre ai fenomeni sonori già resi noti da Damiani, in quelle occasioni furono descritti suoni di strumenti musicali, fischi, campanelli, ma anche lo spostamento e la levitazione di oggetti e della stessa medium.
Logorata dalla crescente attenzione e dalle continue richieste di prestarsi a sedute medianiche ed esperimenti, Palladino decise di ritornare a Napoli e di impiegarsi come cucitrice ‘di bianco’, mestiere che in più occasioni ricordò come il suo prediletto. Nella città partenopea, nel 1885, sposò Raffaele Del Gaiso, stagnaro e macchinista di teatro, poco favorevole, secondo i racconti della stessa Palladino, alle sue attività medianiche. Morto nel frattempo Damiani, Eusapia abbandonò quasi del tutto la ‘via della medianità’, limitando le sue attività in quel campo alla partecipazione ai pochi circoli spiritici di Napoli. Nel 1886, tuttavia, avvenne per lei un secondo incontro decisivo: quello con il medico napoletano Ercole Chiaia, appassionato e studioso di scienze occulte. Riconoscendo nella donna una medianità di eccezionale potenza, Chiaia se ne fece guida, la indusse a ritornare a coltivare i suoi poteri e, soprattutto, fu l’artefice del lancio di Palladino nel mondo scientifico e presso il largo pubblico. Primo atto di questa campagna fu la sfida che egli rivolse a Cesare Lombroso dalle pagine di un diffuso settimanale romano (Una sfida per la scienza. Lettera al Prof. Lombroso, in Fanfulla della domenica, 19 agosto 1888). Nella lunga missiva Lombroso era invitato «ad osservare un singolarissimo caso» (ibid.) quello di Eusapia Palladino, «donnicciola di infima classe» (ibid.) che pur legata a una sedia o trattenuta per le braccia dagli astanti aveva la facoltà di attrarre e far sollevare mobili, far udire rumori di martello sui muri, sollevarsi in aria, emanare dal corpo fiammelle di luce, «scrive[re] parole solo col protendere le mani verso un luogo dove poi si riscontrano disegni e scritture» (ibid.), plasmare forme di argilla senza toccarla. Lombroso in un primo momento non raccolse la sfida, ma trovandosi a Napoli per un’inchiesta sui manicomi nel 1891, si decise a studiare Eusapia in due sedute, a cui fece partecipare alcuni tra i suoi più noti e fidati colleghi: Augusto Tamburini, Leonardo Bianchi e Gaspare Virgilio. Secondo il racconto di Gina Lombroso, la medium fu denudata e visitata, poi rivestita con nuovi abiti. Nel corso della seduta si produssero levitazioni di mobili, scie luminose, suoni e colpi, sensazioni tattili. Lombroso ne uscì profondamente turbato, non dubitando della genuinità dei fenomeni accaduti in sua presenza. Rifiutò in un primo momento l’interpretazione spiritica, preferendo attribuire le facoltà della Palladino al suo carattere «neuro-psicopatico» (I fatti spiritici e la loro spiegazione psichiatrica, in Vita Moderna. Giornale d’arte, scienza e letteratura, 7 febbraio 1892, p. 1) e spiegando i fenomeni come il prodotto di un’assimilazione del pensiero al movimento. A partire da quella circostanza, lo scienziato tornò più volte a svolgere esperimenti e sedute con Palladino, diventando uno dei suoi principali sostenitori e contribuendo notevolmente, grazie alla sua autorevolezza, al crescente prestigio della medium.
Risvolto dell’incontro fra Lombroso e Palladino e dei riconoscimenti che questi le tributò fu la convocazione, nell’autunno 1892 a Milano, di una speciale commissione per lo studio delle facoltà della medium. Le diciassette sedute, che si svolsero a casa del professore di fisica Giorgio Finzi, rappresentarono un momento decisivo per la vita di Eusapia, che da allora diventò una delle personalità più discusse e note nel mondo scientifico italiano e internazionale.
A Milano, infatti, non solo si registrò un’ampia varietà di fenomeni che convinsero e sbalordirono i presenti, ma il parterre degli studiosi coinvolti vantava figure di primo piano come il fisiologo francese Charles Richet, direttore della Revue Scientifique, Alexander Aksakof, direttore del periodico tedesco Psychische Studien e consigliere di Stato dell’imperatore di Russia, Karl Du Prel, professore di filosofia all’Università di Monaco. L’esperienza milanese, inoltre, ebbe vasta eco sulla stampa, dividendo opinione pubblica, giornalisti, scienziati fra fautori e contestatori dello spiritismo, fra quanti accusavano Palladino di frode (particolarmente veemente l’allora direttore del Corriere della Sera Eugenio Torelli Viollier) e quanti sostenevano la genuinità delle sue facoltà.
Negli anni successivi il numero degli studiosi che richiesero e presero parte a sedute medianiche con Eusapia e che le dedicarono note e pubblicazioni scientifiche si accrebbe notevolmente; fra questi: lo psichiatra tedesco Albert von Schrenck-Notzing, uno dei più autorevoli studiosi europei di metapsichica; il francese Albert De Rochas, celebre per le sue ricerche sulle basi scientifiche dei fenomeni paranormali; lo psicologo e filosofo polacco Julian Leopold Ochorowicz; il fisico e filosofo inglese Henry Sidgwick; l’astronomo Camille Flammarion. Parallelamente, per Palladino si aprì una fase di frequenti viaggi e spostamenti fra le principali città italiane ed europee. Fu invitata a Roma, numerose volte in Francia, a Varsavia (dove tenne quasi quaranta sedute nell’arco di due mesi, nell’inverno 1893-94), a Cambridge (1895), dove però gli ‘sperimentatori’ non rimasero convinti dell’autenticità dei fenomeni e accusarono la medium di frode, a San Pietroburgo (1898). Nel 1901, inoltre, tenne circa dieci sedute nel neonato Circolo scientifico Minerva di Genova, di cui era presidente l’allora direttore del Secolo XIX, Luigi Arnaldo Vassallo, che ne pubblicò il racconto nel volume Nel mondo degli invisibili (Roma 1902). Alle sedute di Genova partecipò anche un altro illustre scienziato positivista del tempo, Enrico Morselli. Da sicuro assertore che i ‘fenomeni eusapiani’ altro non fossero che trucchi, Morselli ne divenne uno dei più convinti studiosi e sostenitori, pur spiegandoli come manifestazioni di energia cerebrale e tributandogli, infine, l’opera in due volumi Psicologia e spiritismo. Impressioni e note critiche sui fenomeni medianici di Eusapia Palladino (Torino 1908).
Nei primi anni del nuovo secolo Eusapia fu ancora coinvolta in numerose sperimentazioni: a Palermo, Napoli, Milano, Parigi – dove tra il 1905 e il 1908 fu esaminata in più di quaranta sedute all’Institut Général Psychologique da una folta équipe, di cui fecero parte Richet, i fisici Pierre e Marie Curie e il filosofo Henri Bergson e che fece ampio uso di macchine fotografiche e apparecchi di rilevazione. Sulla scia di quanto accaduto a Parigi, anche il mondo scientifico e il pubblico anglo-americano presero parte alla disputa intorno alle facoltà della medium napoletana, che nel frattempo era rimasta vedova e nel 1907 si era risposata con Aniello Niola, vinaio, di venticinque anni più giovane di lei. Nel 1908 l’inglese Society for Psychical Research inviò una commissione a Napoli per studiare i ‘fenomeni eusapiani’, di cui fece parte anche Hereward Carrington, uno studioso di fenomeni psichici già autore di libri di divulgazione sull’argomento. Dopo aver pubblicato Eusapia Palladino and her phenomena (New York 1909), che rese definitivamente nota la medium al pubblico anglofono, Carrington organizzò una serie di esibizioni della Palladino a New York, dove ella giunse sul finire del 1909. Il bilancio delle sue performances negli Stati Uniti fu però negativo. Preceduta da un vivace dibattito sulla veracità dei suoi poteri medianici e accolta con una certa diffidenza, accusata e talvolta sorpresa a ingannare, la sua reputazione ne fu sensibilmente compromessa.
A New York, tuttavia, probabilmente proprio nel tentativo di guadagnare i favori di un pubblico che percepiva diffidente, Eusapia consegnò al Cosmopolitan Magazine il racconto in prima persona della sua vita (My own story, in Cosmopolitan Magazine, 1910, vol. 48, pp. 292-300), l’unica fonte oggi disponibile, seppur da trattare con cautela, che offre il suo punto di vista a proposito di una vita e di una carriera decisamente influenzata da una folta schiera di personaggi illustri.
Durante gli ultimi anni della sua vita, mano mano che le sue condizioni di salute peggioravano, rallentò il ritmo delle esibizioni e dei viaggi, limitandoli per lo più all’Italia.
Morì a Napoli il 16 maggio 1918.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bari, sezione di Trani, Atti di nascita, 1854, c. 27; Arch. di Stato di Napoli, Ufficio stato civile, Atti di matrimonio, 1885, n. 179; 1907, n. 503; necr., E. P. è morta, in Il Mattino, 17-18 maggio 1918; E. P. Reported as Dead in Rome, in New York Times, 18 maggio 1918. Inoltre: E. Torelli-Viollier, I fenomeni spiritici della E. P., in Corriere della Sera, 6 ottobre 1892; Id., Gli esperimenti spiritici della E. P., ibid., 7, 9, 10 e 11 ottobre 1892; La parola della scienza (a proposito dello spiritismo), in Fanfulla della domenica, 6 novembre 1892; La polemica degli scienziati sullo spiritismo, suppl. straordinario del quotidiano L’Italia del popolo, 17 novembre 1892; A. Aksakof et al., Rapport de la commission réunie à Milan pour l’étude des phénomènes psychiques, in Annales des Sciences Psychiques, III (1893), pp. 39-64; P. Lombroso, E. P. Cenni biografici, in La lettura. Rivista mensile del Corriere della Sera, VII (1907), 5, pp. 389-394; C. Lombroso, E. P. e lo spiritismo, ibid., 9, pp. 716-723; L. Barzini, Nel mondo dei misteri con E. P. Con uno studio di Cesare Lombroso, Milano 1907; E. P. the woman who has mystified the scientists of Europe soon to submit herself to a series of tests in America, in New York Times, 26 settembre 1909; Calls P. A Fraud, ibid., 20 gennaio 1910; E. Carreras, E. P. (La vita), in Luce e Ombra. Rivista mensile illustrata di Scienze spiritualiste, XVIII (1918), 5-6, pp. 134-138; A. Tanfani, La P. alla “Società romana di Spiritismo”, ibid., pp. 139 s.; G. Lombroso Ferrero, Cesare Lombroso. Storia della vita e delle opere, Bologna 1921, pp. 301 s.; T. Alippi, E. P., in Luce e Ombra. Rivista bimestrale di studi metapsichici e di problemi dell’anima e del pensiero, LXII (1962), 2, pp. 126-155; 3, pp. 210-240; 4, pp. 283-310; M. Biondi, Tavoli e medium. Storia dello spiritismo in Italia, Roma 1988, pp. 49-51, 57, 60, 74, 78, 151; C. Chéroux et al., The perfect medium. Photography and the occult, New Haven-London, 2005, pp. 235-250; C.S. Alvarado, E. P. An autobiographical essay, in Journal of Scientific Exploration, XXV (2011), 1, pp. 77-101.