OEHL, Eusebio
OEHL, Eusebio. – Nacque a Lodi, il 5 dicembre 1827, da Giuseppe Antonio, di origine ungherese, professore nel locale liceo, e dalla lodigiana Rosa Oldrini.
Dopo aver frequentato le scuole tra Milano e Lodi, si iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Pavia, interrompendo brevemente gli studi nel 1848 quando, infiammato da ideali patriottici e indipendentisti, si arruolò volontario nella 5a compagnia del battaglione studenti in Lombardia. Rientrato a Pavia nel dicembre dello stesso anno, si impegnò ancora per la causa occupandosi nella primavera del 1849 della cura dei feriti ricoverati in città.
Si laureò in medicina nel 1850 con una tesi Sull’ovolo dell’uomo e dei mammiferi, conseguendo subito dopo anche la laurea in chirurgia. Nei tre anni successivi, spesi lavorando come medico presso l’ospedale S. Matteo, non abbandonò la sua aspirazione a dedicarsi all’insegnamento e alla ricerca, impegnandosi come ripetitore per gli studenti di medicina al collegio Ghislieri.
Si mise in luce con la pubblicazione di alcuni testi di celebri autori stranieri, tra i quali Albert von Kölliker del quale tradusse il Manuale di istologia umana pei medici e studenti (Milano 1856, pubblicato anche in Annali universali di medicina, tra il 1855 e il 1857). Lo studio della microscopia, testimoniato dalla traduzione della seconda edizione del lavoro di Mark Aurel Hoefle La chimica e la microscopia al letto dell’ammalato: elemento diagnostico elaborato con ispeciale riguardo ai bisogni del medico pratico (Pavia 1856), venne approfondito anche in un’opera originale (Teoria e uso del microscopio, ibid. 1855). Il lavoro più rilevante di quegli anni fu la memoria sulla costituzione anatomica della pelle (Indagini di anatomia microscopica per servire allo studio dell’epidermide e della cute palmare della mano, in Annali universali di medicina, s. 4, XXIV [1857], pp. 54-130, 280-325, 540-588), uno scritto rivelatore della vocazione di Oehl per l’indirizzo anatomo-fisiologico della ricerca. L’opera, rimasta a lungo quasi sconosciuta, fu tradotta in tedesco e pubblicata oltre trent’anni anni dopo dal dermatologo amburghese Paul Gerson Unna (Zwei vergessene Arbeiten aus der klassischen Periode der Hautanatomie,Hamburg-Leipzig 1889, pp. 79-142).
All’attività di medico – tra il 1854 e il 1855 fu incaricato dal Municipio della cura dei colerosi – si affiancava sempre più quella di ricercatore, cosicché nel 1858 partì per Vienna, per frequentare i laboratori di Joseph Hyrtl e di Ernst Wilhelm von Brücke. Intanto, sempre nel 1858, si era abilitato all’insegnamento dell’anatomia microscopica, lavorando come libero docente fino al 1860, anno in cui fu nominato professore straordinario di istologia e anatomia microscopica.
Nel 1861 fu incaricato dell’insegnamento della fisiologia sperimentale, affiancando Angelo Vittadini che conservava l’insegnamento della parte teorica. Nello stesso anno fondò, nel palazzo dell’Orto botanico, quello che fu forse il primo laboratorio di fisiologia in Italia e che, inizialmente modesto in confronto a quelli che già da alcuni anni erano sorti in Germania, andò poi arricchendosi negli spazi e nella strumentazione (L’Instituto e l’insegnamento straordinario di fisiologia sperimentale in Pavia, Pavia 1862). L’incarico non sfociò direttamente nell’assegnazione della cattedra, messa a concorso e vinta da Oehl solo nel 1864.
A questo periodo risale il lavoro La saliva umana studiata colla siringazione dei condotti ghiandolari [...]; coll’aggiunta di un metodo semplice per la sollecita determinazione quantitativa del solfo-cianuro potassico nel liquido salivale (Pavia 1864), condotto con esperimenti originali, sottoponendo i pazienti – spesso studenti volonterosi – a varie stimolazioni naturali e prelevando la saliva tramite una siringa dai tre condotti salivari. Oehl determinò così la composizione delle tre specie di saliva e stabilì che la qualità e non solo la quantità della saliva varia al variare dello stimolo. I suoi esperimenti anticiparono parte delle ricerche di Ivan Petrovič Pavlov, che ottenne il Nobel nel 1904.
Oehl partecipò, in quegli anni, a una discussione di grande attualità sulla teoria della generazione spontanea, riproposta, contro le tesi di Louis Pasteur, da Félix Archimède Pouchet, suscitando accesi dibattiti. La teoria aveva numerosi sostenitori anche tra i professori dell’Università di Pavia, tra i quali, oltre a Oehl, Paolo Mantegazza, Giovanni Cantoni, Giuseppe Balsamo Crivelli e Leopoldo Maggi (Esperienze sulla produzione dei vibrioni in liquidi bolliti, con G. Cantoni, in Rend. del R. Istituto lombardo. Classe di scienze matematiche e naturali, III [1866], pp. 243-259).
Negli anni successivi si dedicò alla stesura di un’opera più sistematica, un trattato di fisiologia (Manuale di fisiologia ad uso dei medici e degli studenti, I-III, Milano 1868-77), la cui pubblicazione fu ritardata da gravi lutti familiari (la morte dell’amatissima moglie, Francesca Parona, della madre e della giovane cognata), che dirottarono impegno e preoccupazioni dello scienziato verso la cura dei figli ancora in tenera età. Una decina di anni più tardi sarebbe morta, non ancora ventenne, anche la figlia Vittoria.
Autore di un centinaio di memorie e lavori, Oehl fu in corrispondenza col mondo scientifico internazionale. Nell’Italia postunitaria, ancora arretrata negli studi microscopici, istologici e fisiologici e legata a un indirizzo fortemente speculativo, si ispirò alla nuova fisiologia di impronta tedesca, basata sulla ricerca microscopica e viene ricordato come un rinnovatore in questo campo. Abile insegnante, ebbe tra i suoi allievi Giulio Bizzozero, Enrico Sertoli e Luigi Solera. Fu preside della facoltà medica dell’Università di Pavia, membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia Medica di Torino, dell’Accademia Reale di medicina di Bruxelles e dell’Istituto lombardo di Milano. Fu cavaliere della Legione d’onore, ufficiale dell’Ordine mauriziano e commendatore della Corona d’Italia.
Morì a Pavia il 5 aprile 1903 dopo una lunga malattia.
Espresse ferma volontà che i suoi funerali fossero celebrati senza pompa, senza fiori e senza discorsi. Il feretro, accompagnato dalle personalità universitarie, fu salutato da brevi parole di riconoscenza e stima pronunciate da Camillo Golgi.
Fonti e Bibl.: Lodi, Biblioteca comunale, Carte relative a E. O.; Arch. di Stato di Pavia, Antico archivio dell’Università. Medicina, cartt. 473, 571; Registri, cartt. 530, 531; Pavia, Arch. storico dell’Università, Fascicoli personali docenti, E. O.; Ibid., Museo per la storia dell’Università, Fondo O.; Fondo Veratti; Cenno storico della R. Università di Pavia. Notizie sugli stabilimenti scientifici, Pavia 1873, pp. 69-71; O. E., in A. De Gubernatis, Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 771 s.; E. Galletti, Il Collegio Ghislieri di Pavia. Note storiche, Pavia 1890, p. 293; C. Golgi, Parole in onore del M.E. [membro effettivo] E. O., in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere. Classe di scienze matematiche e naturali, s. 2, XXXVI (1903), pp. 491-494; Id., Relazione letta dal Rettore Magnifico, in Annuario della R. Università di Pavia, 1903-04, pp. 8 s.; A. Marcacci, E. O., ibid., pp. 244-47; Id., E. Oehl. Commemorazione letta il 5 aprile 1905 nel grande anfiteatro anatomico dell’Università di Pavia, estratto da Gazzetta medica lombarda, Milano 1905; A. Visconti, Commemorazione del defunto M.E. E. O., in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere. Classe di scienze matematiche e naturali, s. 2, XXXIX (1906), pp. 68-81; Risorgimento italiano: dal carteggio di E. O., in Archivio storico per la città e comuni del circondario di Lodi, 1910, n. 3, pp. 102-118; 1911, n. 1, pp. 39-44; n. 2, pp. 54-71; G. Grassi, I progressi della biologia, in Cinquanta anni di storia italiana, III, Milano 1911, pp. 58-61, 162; O. E., in Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärze aller Zeiten und Völker, München-Berlin 1962, b. 4, pp. 410-411; B. Zanobio, Gli studi di C. Bernard e di E. O. sulla saliva, in Claude Bernard. Scienza, filosofia e letteratura, a cura di M. Di Giandomenico, Verona 1982, pp. 221-232; P. Mazzarello, Il Nobel dimenticato. La vita e la scienza di Camillo Golgi, Torino 2006, pp. 52-56, 72, 261, 462 s., 474; Id. et al., Golgi, architetto del cervello, Milano 2006, p. 25; Id., La medicina e le discipline affini nelle pubblicazioni dell’Istituto lombardo, in L’Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere, II, Storia della classe di scienze matematiche e naturali, a cura di E. Gatti - A. Robbiati Bianchi, Milano 2008, pp. 565-670; A. Rustioni, DaE.O. all’integrazione di Sir Charles Sherrington, in Archivio storico lodigiano, CXXVIII (2009-10), pp. 357-368.