ZANOTTI, Eustachio
ZANOTTI (Zanotti Cavazzoni), Eustachio. – Nacque a Bologna il 27 novembre 1709 da Giampietro Zanotti Cavazzoni (v. la voce in questo Dizionario), storico dell’arte, pittore, poeta, e da Costanza M. Teresa Gambari.
In famiglia respirò l’interesse per l’arte, le discipline umanistiche e la scienza: suo zio Francesco Maria Zanotti Cavazzoni (v. la voce in questo Dizionario) fu segretario perpetuo dell’Istituto delle scienze di Bologna dal 1723 al 1766 e presidente nel 1766. Altri parenti divennero famosi nei campi della filosofia, della letteratura e della musica, in particolare, le sorelle Teresa Maria e Angiola Anna Maria.
Frequentò le scuole dei gesuiti per proseguire gli studi seguendo le lezioni di matematica all’Istituto sotto la cura dello zio, dal quale ereditò la visione newtoniana di cui fu un attivo diffusore. Sotto la guida dell’astronomo Eustachio Manfredi, rimase affascinato dalle scienze esatte e in particolare dall’astronomia. Fu nominato assistente di Manfredi all’osservatorio nel giugno 1729 e nell’agosto del 1730 si laureò in filosofia all’Università di Bologna. Nel 1738, dopo aver presentato un saggio sulla teoria newtoniana della luce, iniziò la carriera universitaria come professore di meccanica. In quello stesso anno scoprì due comete calcolandone un’orbita parabolica grazie alla teoria newtoniana.
Nel 1739 morì il suo mentore Manfredi e Zanotti ne prese il posto come presidente della facoltà di astronomia all’Università di Bologna e, quindi, anche come direttore della specola. Nello stesso anno fu nominato professore di astronomia presso l‘Istituto delle scienze di Bologna. Nel 1737 e 1739 osservò e descrisse due aurore boreali dispiegatesi fino alle latitudini bolognesi. Durante il suo lavoro di insegnamento proseguì la pubblicazione delle effemeridi già iniziate da Manfredi e che furono pubblicate in tre volumi concernenti gli anni 1751-74.
Zanotti fu vicepresidente dell’Istituto delle scienze nel 1739, presidente nel 1741, 1754 e 1773, segretario perpetuo dal 1736 e presidente a vita dal 1778. L’Istituto fece coniare una medaglia con la sua effigie in occasione della sua elezione a presidente. Tra i più noti astronomi dell’epoca, Zanotti fu tra i fondatori dell’Accademia nazionale delle scienze detta dei XL (1782) come proposta da Antonio Maria Lorgna (Di Fidio - Gandolfi, 2014, p. 280). Fu membro di numerose accademie italiane ed estere tra le quali la Royal Society di Londra, l’Accademia delle scienze di Berlino e quella di Kassel. Dal settembre 1781 fu membro del Collegio filosofico di Bologna.
Poco prima della sua scomparsa, Manfredi aveva programmato un ammodernamento della strumentazione dell’osservatorio, ordinandone della nuova da Londra grazie ai fondi assegnati dal pontefice Clemente XII, la quale, però, giunse solo nel 1741. La ristrutturazione dei locali dell’osservatorio e il necessario periodo di allestimento degli strumenti (un quadrante e uno strumento dei passaggi) fecero sì che questi potessero essere utilizzati solo dal 1749.
Zanotti ebbe come suoi assistenti Giovanni Angelo Brunelli, in seguito matematico al servizio del re del Portogallo, e Petronio Matteucci. Con loro condusse osservazioni solari, della Luna, dei pianeti e delle comete, compilando un catalogo di 447 stelle, in gran parte della fascia zodiacale, pubblicato nel 1750 (Rajna, 1903; Braccesi - Baiada, 1980).
Il loro obiettivo era quello di approfondire la conoscenza del moto celeste e utilizzare le occultazioni lunari per calcolare in maniera accurata le coordinate terrestri, stimolati dal Longitude Act (1714) che elargiva un premio a chi avesse escogitato un metodo semplice ed efficace per calcolare la longitudine in mare. Il catalogo stellare coordinato da Zanotti fu uno dei primi compilati con criteri moderni, ossia il calcolo delle posizioni tenne conto non solo della precessione degli equinozi ma anche degli effetti dell’aberrazione annuale, scoperta nel 1728 da James Bradley e confermata dallo stesso Manfredi (Gualandi - Bonoli, 2004). Inoltre, i risultati furono integrati con una determinazione più accurata della latitudine di Bologna e del punto γ, intersezione tra l’equatore e l’eclittica corrispondente all’equinozio di primavera. Zanotti osservò l’occultazione di stelle da parte della Luna, eclissi lunari e solari, numerose comete tra le quali la 1P/Halley nel 1759 e scoprì la C/1739 K1 nel 1739, e i transiti di Mercurio (maggio 1753) e Venere (giugno 1761) sul disco solare. In occasione del transito venusiano, Zanotti contribuì alla rete internazionale di misure degli istanti di transito necessari alla determinazione della distanza Terra-Sole con il metodo della parallasse e del diametro di Venere stesso.
Nel dibattito sulla determinazione della forma della Terra che si sarebbe snodato per tutto il XVIII secolo, Zanotti si tenne sulle posizioni newtoniane, le stesse appoggiate da Ruggero Giuseppe Boscovich, scrivendo una dissertatio nel 1746. Lo scritto fu vagliato scientificamente dall’astronomo abate Paolo Frisi. Il riferimento al dimostrato appiattimento polare della Terra predetto da Newton trovò cenno nella descrizione del lavoro di restauro della meridiana di S. Petronio (1779).
Nel 1750 l’Académie des sciences di Parigi lo invitò a partecipare a un progetto di ricerca internazionale per misurare la parallasse lunare; Zanotti fornì alcune delle sue osservazioni più accurate, come gli venne riconosciuto. Il 4 ottobre 1776 fu inaugurato il restauro che eseguì della meridiana nella chiesa di S. Petronio, costruita da Gian Domenico Cassini nel 1655. La linea meridiana aveva perso la sua posizione originale a causa del cedimento del pavimento della chiesa a seguito dei forti terremoti succedutisi (1672, 1688, 1695 e 1703) e il foro gnomonico sul tetto si era disallineato.
Insegnò idrometria all’Università dal 1760 alla sua morte. Grazie alla sua competenza ingegneristica in campo idraulico (Opere idrauliche..., 1823) poté partecipare alla commissione sulla disputa tra Bologna e Ferrara in relazione all’inalveazione delle acque del Reno in quelle del Po. Pur con una salute malferma, nel 1777 scrisse una relazione per il pontefice Pio VI sulla bonifica delle paludi Pontine. L’anno successivo i lucchesi chiesero a Boscovich e Zanotti di valutare il nuovo progetto idraulico del canale Nuovo Ozzeri da loro commissionato a Leonardo Ximenes nel 1778. Su tale progetto i due scienziati espressero parere favorevole con alcuni rilievi su aspetti secondari.
L’interesse di Zanotti spaziò anche in ambito matematico-artistico con lo studio della prospettiva, argomento sul quale scrisse prima un lavoro nel 1755 e poi un trattato nel 1766. All’epoca il trattato fu ampiamente studiato per la sua chiarezza espositiva e le tavole disegnate che ne permettevano la lettura anche a chi non fosse un matematico. Con questo trattato Zanotti volle costruire un linguaggio comune tra matematici e artisti (Pieragostini, 2012).
Morì a Bologna il 15 maggio 1782.
La casa natale fu demolita e nei pressi una lapide ne ricorda oggi il nome e l’attività.
Di lui fu scritto: «Ingegno e diligenza non comune riscontransi nelle opere del Zanotti scritte con uno stile uguale e posato, che giova ad ottener la persuasione; la sensatezza poi de suoi consigli, la sua integrità e premura nell’eseguire quanto venivagli affidato, lo rendettero caro ai suoi Concittadini e stimabile agli esteri, che il chiamarono con larghe offerte, ma egli abbandonar non volle mai la sua patria, ed il suo Principe» (Lombardi, 1827, p. 440).
Opere. Tra le altre si ricordano: Descrizione di un’aurora boreale osservata nella specola dell’Istituto delle scienze di Bologna la sera del 16 dicembre 1737, Bologna 1738; La cometa dell’anno 1739 osservata nella specula dell’Istituto delle scienze di Bologna ne’ mesi di maggio, giugno, luglio e agosto, Bologna 1739; Observatio eclipsis Solis habita in astronomica specula bononiensi Scientiarum Instituti ab Eustachio Zannotto, & a Petronio Matthaeuccio die 30 decembris MDCCXXXIX mane, in Novelle letterarie di Firenze, I (1740), coll. 168-170; Eclipsis lunae observata in astronomica specula bononiensi anno 1745, die 1 nov., Bologna 1745; De figura telluris, in De Bononiensi Scientiarum et Artium Instituto atque Academia commentarii, II (1746), p. II, p. 210; Ephemerides motuum coelestium ex anno 1751, in annum 1762, ad meridianum urbis Bononiae supputatae ec. auctoribus Eustachio Zanotto ec. et sociis ad usum Instituti, Bologna 1750; Notizia dei tempi ad uso degli eruditi e dei viaggiatori, Firenze 1751; Osservazione della velocità dei venti ad una certa altezza dalla atmosfera dedotta dal tempo del passaggio delle leggiere nuvolette a traverso del disco solare, in Continuazione delle Novelle letterarie di Firenze, XVI (1755), col. 481; Trattato teorico pratico di prospettiva, Bologna 1766; De angulo positionis et ejus usu in determinanda telluris figura, in De Bononiensi Scientiarum et Artium Instituto atque Academia commentarii, 1767, t. 5, p. 256; La meridiana del tempio di San Petronio rinnovata l’anno MDCCLXXVI, Bologna 1779; De refractionibus astronomicis, in De Bononiensi Scientiarum et Artium Instituto atque Academia commentarii, 1791, t. 7, p. 1.
Fonti e Bibl.: L. Palcani Caccianemici, De vita E. Z. commentarius, Bologna 1784; Opere idrauliche di E. Z. ed alcuni opuscoli di Ruggiero Boscovich, e Leonardo Ximenes, in Raccolta d’autori italiani che trattano del moto dell’acque, a cura di F. Cardinali, VII, Bologna 1823 (raccoglie gli scritti idraulici di Zanotti); A. Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII, I, Modena 1827, pp. 438-440 e passim; M. Rajna, L’astronomia in Bologna. Prolusione letta il 28 marzo 1903 nella R. Università di Bologna, in Memorie della Società degli spettroscopisti italiani, XXXII (1903), pp. 241-250; A. Braccesi - E. Baiada, Proseguendo sulla specola di Bologna: dagli studi del Manfredi sull’aberrazione al catalogo di stelle dello Z., in Giornale di astronomia, VI (1980), pp. 5-29; A. Gualandi - F. Bonoli, Eustachio Manfredi e la prima conferma osservativa della teoria dell’aberrazione annua della luce, in Atti del XXII Congresso nazionale di storia della fisica e dell’astronomia..., Genova-Chiavari... 2002, a cura di M. Leone - A. Paoletti - N. Robotti, Genova 2004, pp. 476-481; F. Bonoli, E. Z., in Biographical Encyclopedia of astronomers, New York 2007, pp. 1256 s.; E. Pieragostini, La prospettiva di E. Z. tra scienza e arte, in Attualità della geometria descrittiva, a cura di L. Carlevaris - L. De Carlo - R. Migliari, Roma 2012, pp. 467-472; M. Di Fidio - C. Gandolfi, Idraulici italiani, Milano 2014, https://www.beic. it/files/attachments/Idraulici%20italiani_0.pdf (25 settembre 2020).