ZIGABENO, Eutimio ('Ευϑύμιος ὁ Ζιγαβηνός [Ζυγαβηνός, Ζιγαδηνός])
Teologo bizantino diverso dall'Eutimio monaco nel monastero costantinopolitano del περὶβλεπτος (Jugie), fiorì nell'epoca di Alessio I Comneno (1081-1118), che, uomo religioso e amante di dispute teologiche, lo tenne in gran conto, soprattutto per la repressione dell'eresia bulgara dualistica dei bogomili. Il corifeo di questa setta, Basilio, fu dall'imperatore fatto venire alla sua presenza e dopo un abile interrogatorio davanti a testimonî occultati dietro le pareti, venne accusato di eresia; e poiché rimase in quella ostinato subì nell'ippodromo il supplizio del rogo. In questa circostanza Alessio diede a Z. l'incarico di scrivere un'opera contro le eresie, di cui gli suggerì anche il titolo: Πανοπλία δογματική τῆς ὀρϑοδόξος πίστεως "Arsenale dogmatico della fede ortodossa", come Z. stesso ricorda nell'introduzione dell'opera.
La Panoplia consta di 28 capitoli. I primi 13, più sintetici, trattano delle eresie più antiche (marcioniti, manichei, ariani, sabelliani, eunomiani, macedoniani, pneumatici, apollinaristi, nestoriani, monofisiti, aftartodoceti, teopaschiti, agnoiti, monoteliti, iconoclasti) sulla scorta delle antiche trattazioni e confutazioni patristiche dovute ad Atanasio, Gregorio Nazianzeno, Gregorio Nisseno, Basilio, Crisostomo, Cirillo Alessandrino, e poi Leone di Bisanzio, Leone di Cipro, Massimo Confessore, Atanasio Sinaita, Giovanni Damasceno, ecc. Nei capitoli 22-28 sono confutate le eresie degli Armeni, pauliciani, massaliani, bogomili, musulmani. Come esegeta ha commentato - ricalcando le orme dei padri cappadoci e del Crisostomo - il Salterio e le Epistole paoline.
Non gli appartengono, secondo M. Jugie, sebbene siano posti fra le sue opere: L'esposizione del simbolo niceno-costantinopolitano; Dialogo con un maomettano; La confutazione dei massaliani; il Discorso sulla cintura della Vergine.
Bibl.: Le opere sono riprodotte in Migne, P. G., CXXVIII-CXXX. Cfr. K. Krumbacher, Gesch. der byz. Literatur, 2ª ed., Monaco 1897; M. Jugie, in Les Échos d'Orient, XV, p. 215 segg.