EVANGELISTA da Momigno
Predicatore francescano, al secolo Domenico Traversari, nacque il 1° nov. 1588 a Momigno (ora frazione di Marliana in prov. di Pistoia) da Cosimo e da Gentile, di cui si ignora il cognome. Il 6 marzo 1604 nel convento della Verna vestì l'abito dei minori osservanti. Studiò in varie parti d'Italia ed esordì come predicatore nel 1622 a Brescia. In seguito predicò a Mantova (1623), all'Aracoeli di Roma (1624 e 1628), nel duomo di Firenze (1625) e in quello di Pistoia (1626 e 1631); nel 1629 a Genova; nel 1632 nel duomo di Pisa; a Livorno nel 1634; a San Miniato nel 1635; nel duomo di Siena nel 1636.
Ascese rapidamente i gradi dell'Ordine minoritico. Nel 1618 fu lettore generale nel convento di S. Angelo a Milano; nel 1633 fu lettore della Scrittura a Roma. 1 registri dell'Ordine non dicono dove E. abbia insegnato nel periodo intermedio, ma sappiamo che conseguì l'ambito titolo di lettor giubilato, per il quale necessitavano quindici anni di insegnamento. Nel 1624 fu eletto ministro provinciale di Lombardia; nel 1631 definitore provinciale della provincia toscana e nel 1637 ministro'della stessa provincia. Nel 1639 fu eletto definitore generale della famiglia cismontana, nel 1641 esaminatore sinodale di Pistoia. Fu anche commissario visitatore a Roma, nella Marca, a Genova, a Brescia, all'Aquila.
Il frate Gregorio da Cortona, segretario di E. nel convento di Giaccherino (Pistoia), nella breve biografia scrittane dice che fu eletto vicario generale nel 1633, ma dagli atti del capitolo di Toledo risulta propriamente, che E. ottenne incarichi particolari per rinnovare l'obbedienza alla regola nella famiglia cismontana. Fu, comunque, presente a Toledo e vi "diffese Cattedra", partecipando alle pubbliche dispute che si usavano durante i capitoli. Sempre in occasione del viaggio a Toledo E. compì una missione per conto del granduca di Toscana Ferdinando II presso Filippo IV di Spagna. La Toscana, in grave crisi economica e militare, era allora subordinata alla Spagna nella politica estera: forse il compito di E. rientrava nei tentativi di Ferdinando II per affrancare la Toscana dall'ingerenza spagnola e promuovere una politica unitaria degli Stati italiani.
E. fu a lungo guardiano del convento di Giaccherino, fondato dalla famiglia Panciatichi nel 1414. Durante la peste del 1630, assai violenta nel Pistoiese, allestì a Giaccherino un lazzaretto. Si occupò anche più volte d'ingrandire il convento. Fra l'altro, curò fra il 1640 ed il 1643 il restauro del primo chiostro, decorato con un ciclo di affreschi della vita di s. Francesco in ventitré scene, finanziato da altrettante famiglie nobili pistoiesi. Nella scena, ancora ben conservata, dell'agonia del santo compaiono E. e i tre fratelli, due dei quali, Cosimo ed Ottaviano, erano anch'essi minoriti; in basso è lo stemma dei Traversari.
Morì nel convento d'Ognissanti a Firenze nel settembre 1646.
Del periodo di Giaccherino è il Registro delle cose più notabili del convento del Monte di Giaccherino di Pistoia formato l'anno 1644…, manoscritto conservato nell'Archivio comunale di Pistoia (Libri relativi al convento di Giaccherino 1634-70, vol. 36, cc. 63), cui è premessa la citata biografia scritta da Gregorio da Cortona.
Più importanti sono le due opere a stampa: Direttorio de' superiori regolari e ecclesiastici, Pistoia 1644; Diario quadragesimale, ibid. 1646. Di dubbia attribuzione è un Promptuarium sermonum de tempore, Colonia 1659, così pure un'irreperibile opera sul Lutto. Destinati ad un pubblico diverso, il Direttorio ed il Quadragesimale differiscono alquanto nel tono e nello stile. Il primo, che ebbe anche due edizioni veneziane (1668 e 1695) ed il cui manoscritto autografo, già a Giaccherino, è ora alla Biblioteca com. Forteguerriana di Pistoia, fu pubblicato da Gregorio da Cortona ad uso di predicatori e confessori di monaci. Negli ottanta sermoni (fra i quali quello tenuto da E. per la nomina a ministro di Toscana) la facilità di eloquio si diluisce spesso in prolissità, e l'ottima conoscenza delle Scritture si dispiega compiaciuta in filze di citazioni latine, non sempre opportune.
Il Quadragesimale, di cui fu stampato solo il primo volume (riprodotto a Venezia nel 1654), è preceduto da un Avviso in cui l'autore esprime l'intenzione di evitare "parole oscure e frasi intrecciate" e scrivere con la semplicità della lingua volgare, sul modello delle parabole evangeliche. È palese lo sforzo d'immedesimazione nella mentalità e cultura del popolo con l'uso di apologhi, novelle e favole esopiche, e con l'aggiornamento talora curioso di espressioni bibliche; non di rado, però, la confidenza popolaresca con la materia sacra sfocia in improprie, irriverenti lepidezze.
Frequenti in entrambe le opere quelli che più tardi E. Tesauro avrebbe definito concetti predicabili, sviluppati da insignificanti particolari di episodi biblici in oziose argomentazioni.
Il secentismo della mediocre prosa di E. è connotato non dai roboanti espedienti barocchi della metafora lambiccata o dell'ossimoro ad effetto, ma dalla volontà non meno barocca di un inedito parlare quotidiano spinto fino alla gergalità ed alla sconvenienza, e dall'amplificata cerebrale deduzione di concetti predicabili, priva affatto di movimenti patetici o grandiosi.
Bibl.: V. Bocci, Ilconvento di Giaccherino, Firenze 1871, pp. 148 s.; A. Belloni, IlSeicento, Milano s. d., p. 504; E. Santini, L'eloquenza italiana dal concilio tridentino ai nostri giorni, Milano 1923, pp. 82 s.; A. Zawart, The history of franciscan preaching and of franciscan preachers, Roma 1927, p. 458; G. Cantini, P. E. Traversari da Momigno O.F.M. "insignis Italiae concionator" (1588-1646), in Studi francescani, VII (1935), 1, pp. 142-178.