EVANS, William John, detto Bill
Pianista di jazz statunitense, nato a Plainfield (New Jersey) il 16 agosto 1929, morto a New York il 15 settembre 1980. Di famiglia borghese, rivelò fin dall'infanzia una spiccata propensione per la musica. A sei anni cominciò a suonare il violino e il flauto, per optare, a sette anni, per il pianoforte. Rivolse poi i propri interessi esclusivamente alla musica jazz, esibendosi con il chitarrista M. Lowe, con il contrabbassista Red Mitchell e con l'orchestra swing del sassofonista H. Fields. Nel frattempo non trascurava l'approfondimento dei classici (specie Debussy e Chopin) e lo studio della filosofia occidentale e orientale (in particolare dello Zen) e dell'estetica.
Il servizio militare incise tragicamente sul suo stato fisico e psichico, e si accostò da allora alla droga. Nel 1954 si trasferì a New York, dove lavorò con il clarinettista J. Wald, con la cantante L. Reed e con l'arrangiatore G. Russell; contemporaneamente si perfezionava in armonia e composizione presso la Mannes School of Music. Scoperto e lanciato dal grande clarinettista T. Scott, con lui incise (1956-57) dischi come The touch of Tony Scott, The complete Tony Scott, The modern art of jazz e My kind of jazz. L'album New jazz conceptions (1956) − il suo primo disco da leader, in trio col bassista T. Kotick e il batterista P. Motian − lo impose all'attenzione generale: il brano più ammirato fu Waltz for Debby, ritenuto la sua composizione più felice. Così, nel 1957 registrò con Ch. Mingus East coasting e nel 1958 entrò nel complesso di M. Davis, col quale realizzò Basic Miles e, nel 1959, Kind of blue, uno dei dischi più importanti del jazz moderno, manifesto del jazz modale, cui parteciparono il contraltista C. Adderley, il tenorista J. Coltrane, il bassista P. Chambers e il batterista J. Cobb.
Pur continuando a incidere con altri leaders - con Scott, Sung heroes, I'll remember e Golden moments (1959); con Mingus, Pre Bird (1960); con il trombettista F. Hubbard e il chitarrista Jim Hall, Interplay (1962) −, E. scoprì che la formula a lui più congeniale era il trio, con basso e batteria. Riprendendo il discorso iniziato con New jazz conceptions, incise Everybody digs Bill Evans (1958; notevole la composizione Peace piece) con al basso Sam Jones e alla batteria Ph. J. Jones. Alla fine del 1959, E. costituiva il trio migliore con il batterista P. Motian e il grande contrabbassista Scott La Faro. Il dialogo tra E. e La Faro, sostenuto dal delicatissimo gioco percussivo di Motian, è tra le espressioni più alte del jazz moderno, come documentano i dischi incisi fra il dicembre 1959 e il giugno 1961: Portrait in jazz, Explorations, Jade visions e Sunday at the Village Vanguard. Fra le incisioni successive più notevoli si segnalano Moonbeams e How my heart sings (1962); Conversations with myself, di piano solo (1963); Trio 64 (1964); Trio 65 (1965); The Bill Evans album (1971). Di grande rilievo appaiono anche Undercurrent (1959), in duo col chitarrista Jim Hall, e Nirvana (1962), in quartetto col flautista H. Mann.
Bibl.: L. Feather, B. Evans, in AA.VV., I grandi del jazz, Milano 19792; B. Taylor, Jazz Piano: history and development, Dubuque 1982; P.H. Larsen, Turn on the stars: B. Evans. The complete discography, Holte 1984.