BRECCIA, Evaristo
Nato ad Offagna (Ancona) il 18 luglio 1876, da Cesare e da Angela Gatti, si laureò nel 1900 in storia antica presso la facoltà di lettere della università di Roma, dove fu allievo di Giulio Beloch; nel 1903 vi divenne libero docente. Le sue prime pubblicazioni (Cicerone ad Attico,Ep. 1a, § 2, in Boll. di filologia classica, VII [1901]; Ricerche epigrafiche di antichità romane, I, Spoleto 1902; Spigolature papiracee, in Atene e Roma, V [1902] n. 41, pp. 575-587) ci rivelano quale fosse la preparazione di fondo sulla quale venne successivamente approfondendo singoli aspetti delle civiltà classiche. Dalla ricerca filologica a quella epigrafica, a quella papirologica, il B. si andava configurando come uno studioso di antichità solidamente formato nella tradizione della storiografia "filologica". La prima opera di respiro più ampio, in cui si scorge l'influenza del nuovo metodo storico auspicato e applicato dal Beloch tendente a superare il campo della filologia come unico metodo di indagine storica, è Ildiritto dinastico nelle monarchie dei successori di Alessandro Magno, in Studi di storia antica pubblicati da Giulio Beloch, IV, Roma 1903.
Tale saggio, nato dallo spoglio accurato delle fonti più disparate sull'argomento, pur trovando un suo limite nel tentativo di enucleare un comune schema di comportamento per le varie dinastie ellenistiche, dovette tuttavia segnalarlo favorevolmente negli ambienti accademici, tanto da costituire per il B. una svolta decisiva per la sua carriera e la sua stessa vita.
Nel 1903 infatti, essendo iscritto al terzo anno della scuola archeologica, riuscì, con l'appoggio di P. Villari e di D. Comparetti, e vincendo la resistenza di L. Pigorini, ad ottenere di passare l'ultimo anno della scuola, facendosi aggregare, quale archeologo, per la parte greca e romana, alla missione archeologica italiana in Egitto diretta da E. Schiaparelli, il quale gli affidò la direzione dello scavo di Hermupolis Magna (el-Ashmūnein; Scavi eseguiti a Ghīzah e ad Aśmuneîn, in Rend. dell'Acc. naz. dei Lincei, s. 5, XII [1903], n. 2). Alla preparazione filologica il B. poteva così unire l'esperienza dello scavo archeologico, insieme con quella, non meno preziosa, che gli derivò dall'accompagnare, in quella occasione, G. Vitelli nei suoi viaggi nell'alto e basso Egitto, allo scopo di prendere contatti per l'acquisto di papiri (va ricordato che la Società italiana per gli studi classici nel 1900 e l'Accademia nazionale dei Lincei nel 1902 avevano affidato alla Missione archeologica italiana in Egitto il compito sia di acquistare papiri, sia di richiedere concessioni di scavo in località árcheologiche presumibilmente ricche di papiri). In effetti si stava aprendo un periodo di fertile attività italiana nei cantieri delle località Più importanti dell'Egitto grecoromano, sulla scorta degli interessi papirologici della citata società. Fu così che, morto nello stesso 1903 G. Botti, fondatore e primo direttore del Museo greco-romano di Alessandria in Egitto, e messa a concorso la sua carica, venne chiamato a ricoprirla il B., che la mantenne dal 1º apr. 1904 al 29 ott. 1931.
Ovviamente gli interessi scientifici del B. furono sostanzialmente diversi da quelli del predecessore, e ciò sia per la differente impostazione che caratterizzava le rispettive formazioni, sia, e soprattutto, per i contatti che sempre il B. mantenne con gli ambienti accademici italiani interessati alla papirologia. Non va dimenticato inoltre che l'avvento al potere, più tardi, del fascismo in Italia contribuiva a dare, ai rappresentanti dell'Italia all'estero, quel tono di "messaggero d'italianità" che spesso lo stesso B. si compiace di ricordare nelle sue opere anteriori alla seconda guerra mondiale. D'altra parte, le mire espansionistiche della politica estera italiana di allora nel Mediterraneo, e in particolare in Egitto, dovettero contribuire non poco a incoraggiare relazioni e attività anche culturali nella valle del Nilo. La posizione occupata dal B., di direttore del Museo di Alessandria, gli permetteva praticamente di controllare tutti i cantieri di scavo delle località tolemaiche e romane d'Egitto. Non è quindi a caso che, finché rimase titolare della carica, si moltiplicarono le missioni archeologiche italiane operanti in Egitto.
Nel 1927 il B. fu nominato delegato in Egitto della Società italiana per la ricerca dei papiri greci e latini in Egitto, per la quale diresse gli scavi a Tebtini (nel Fayyūm) e ad al-Bahnasah (Ossirinco). Importante è anche l'attività scientifica che il B. venne svolgendo ad Alessandria, sia conducendovi scavi e pubblicandone singoli monumenti (Les fouilles dans le Sérapéum d'Alexandrie en 1905-1906, s.l. né d.; Di una tomba romana presso Alessandria,in Bull. de la Société archéol. d'Alexandrie, XIV [1912], pp. 222-228; La mosaïque de Chatby,ibid., XIX [1923], pp. 158-165; Nuoviscavi nelle necropoli di Hadra,ibid., XXV [1930], pp. 99-132) sia studiandone vari aspetti (Sulla ghirlandomania alessandrina, in Congrès international d'archéologie classique. Comptes-rendus, Le Caire 1909; rec. a J. Lesquier, L'armée romaine d'Egypte, in Bull. de la Société archéologique d'Alexandrie, XVII [1919], pp. 251-294; Di alcuni bagni nei dintorni di Alessandria,ibid., XVIII [1921], pp. 142-151) sia infine riordinando e seguendo le attività del Museo (Rapports sur la marche du Service, pubblicati annualmente ad Alessandria). In questo periodo egli pubblicò anche opere di taglio assai più ampio, che sono tra i primi e più importanti tentativi di dare una sistemazione scientifica al copioso materiale greco e romano che si veniva continuamente raccogliendo nel museo: Iscrizioni greche e latine (Catalogue Général des Antiquités du Musée d'Alexandrie), Le Caire 1911; La necropoli di Sciatbi (ibid.), ibid. 1912; Le musée gréco-romain, Bergamo 1925; Le rovine e i monumenti di Canopo. Teadelfia e il tempio di Pneferos (Monuments de l'Egypte gréco-romaine publiés par la Société archéologique d'Alexandrie), Bergamo 1926; Terrecotte figurate greche e greco-egizie del Museo di Alessandria (ibid.), Bergamo 1930.
Particolarmente note sono le sue opere di divulgazione, Guide de la ville et du Musée d'Alexandrie, Alexandrie 1907, e soprattutto il felicissimo Alexandrea ad Aegyptum, Bergamo 1914 (edizione francese) e 1922 (edizione inglese ampliata), vero e proprio compendio di tutti i vari aspetti, antichi e moderni, della città di Alessandria. Non va infine dimenticato l'interesse dimostrato dal B. per la conoscenza globale dell'Egitto, che lo spinse a recarsi spessissimo a visitare il paese, a volte in località non facilmente accessibili (Con Sua Maestà il Re Fuad nell'oasi di Ammone, Il Cairo 1929; Dans le dèsert de Nitrée, in Bull. de la Société archéologique d'Alexandrie, XXVII [1932], pp. 17-24).
Nel 1930 l'università di Pisa lo chiamava a ricoprire la cattedra di antichità classiche; tuttavia egli rimase in Egitto fino al 29 ott. 1931, quando lasciò definitivamente la direzione del museo per tornare in Italia. Nel 1935 gli fu affidata, sempre dall'università di Pisa, la cattedra di storia greca e romana. Il B. non interruppe tuttavia i contatti con l'Egitto, soprattutto le sue ricerche sul terreno. Nel 1934 scava a el-Ḥībah per l'istituto di papirologia di Firenze e dal 1935 ad Antinoe (ash-Sheikh 'Ibādah), per conto dello stesso istituto. Quest'ultima località fu feconda di ritrovamenti non tanto papiracei quanto archeologici (in particolare va rilevata la scoperta della cappella di Teodosia, ornata di pitture importantissime per la storia dell'arte del mondo bizantino, oggi irrimediabilmente perdute). Il B. vi ritornò nel 1936, ma nel gennaio 1937 venne colpito da una grave forma di broncopolmonite che gli impedì di proseguire gli scavi nel 1937-1938 (essi vennero affidati alle cure di un allievo del B., S. Donadoni). Il 29 ott. 1939 fu nominato rettore dell'università di Pisa, carica che mantenne fino al 28 ott. 1941. Tale nuova incombenza, insieme con lo scoppio della seconda guerra mondiale, gl'impedì di tornare in Egitto.
Nel dopoguerra, il B., ormai professore emerito dell'università di Pisa, smise la produzione più strettamente scientifica e si dedicò alla pubblicazione o ripubblicazione di una serie di opere divulgative. A tale proposito va menzionata la sua straordinaria capacità di scrivere libri di lettura piacevolissima pur basati su rigorosi criteri scientifici (tra i più noti: Egitto greco e romano, Napoli 1937; 3 ediz., Pisa 1957; Faraoni senza pace, Pisa 1939; 2 ediz. 1958). In questo periodo si interessò anche di problemi scolastici, in particolare della formazione degli insegnanti; e forte dell'esperienza vissuta come membro e presidente di commissioni di concorso per. l'insegnamento pubblicò il volume Gli insegnanti bocciati, Pisa 1957, che suscitò grande scalpore.
Gli ultimi anni furono addolorati dal suicidio del figlio Gastone (1956), di cui il B. raccolse gli scritti in Diario senza date, Pisa 1959. Ritiratosi ormai completamente a vita privata a Roma, morì suicida il 28 luglio 1967.
Bibl.: E. B., In Egitto con G. Vitelli, in Aegyptus, XV (1935), pp. 255-262; A. Calderini, A E. B.,ibid., XLVI (1966), pp. 293-296. Una bibl. completa delle opere non è stata pubblicata. Si possono consultare l'Annuario dell'univers. di Pisa, per gli anni 1930-31 e seguenti; ed anche gli indici analitici del Bulletin de la Soc. arch. d'Alexandrie, I-XXIX, a cura di A. Adriani.