BARATYNSKIJ (o Boratynskij), Evgenij Abramovič
Poeta russo. Nacque il 19 febbraio 1800. Espulso, per una mancanza dovuta alla sua morbosa eccitabilità, dal corpo dei paggi, dovette prestare servizio militare come semplice soldato. Durante gli anni 1820-24 passati in Finlandia, maturò la sua disposizione poetica. Descrisse le sue impressioni dalla Finlandia in un poemetto Eda, ricco di poetiche descrizioni della natura. Promosso ufficiale nel 1825, il B. lasciò il servizio militare e servì come impiegato a Mosca. Alternò la vita fra Mosca e la campagna, fino a che nel 1843 riuscì a soddisfare il suo desiderio di recarsi all'estero, e soggiornò a Parigi e a Napoli: in quest'ultima città morì il 29 giugno 1844, improvvisamente.
B. è considerato generalmente come un "poeta pensatore", ma tale designazione, se è da ritenersi esatta per quel che riguarda la gravità con cui la sua ispirazione si svolge, indurrebbe in errore chi ne deducesse una concezione unica e complessa nel suo pensiero. La sua ispirazione è prevalentemente pessimistica: la limitatezza dello spirito umano e la malinconia dell'esistenza ne sono le note dominanti. È in fondo, con Lermontov, un rappresentante della poesia del dolore universale, ma per gravità e profondità si avvicina più al nostro Leopardi che non al suo compatriota, e al maestro di questi, il Byron. Oltre il poemetto Eda, che Puškin valutò come opera di grande bellezza ed originalità, il B. scrisse anche altri poemetti: Il ballo, I festini, La zingara, ma la sua creazione fu soprattutto lirica. Un'edizione completa è stata pubblicata dall'Accademia (Polnoe sobranie sočinenij E. A. Borantynskago) a cura di M. Hofman, Pietrogrado 1916.
Bibl.: Venzerov, Kritiko-biografičeskij Slovar′, II, Pietroburgo 1891; P. P. Filippovič, Žizn′ i tvorčestvo E. A. Boratynskago (Vita e creazione di E. A. B.), Kiev 1917.