Extáse
(Cecoslovacchia 1932, 1933, Estasi, bianco e nero, 83m); regia: Gustav Machatý; produzione: Moriz Grunhut; soggetto: Vítězslav Nezval; sceneggiatura: František Horký, Gustav Machatý; fotografia: Jan Stallich; montaggio: Antonín Zelenka; scenografia: Bohumil Heš, Štěpán Kopecký; musica: Giuseppe Becce, František Halas.
La bellissima Eva, figlia di un proprietario terriero, va in sposa a un uomo anziano, Emil. La donna presto realizza il disinteresse dell'uomo per la sua femminilità. Di ritorno alla casa paterna, Eva chiede la separazione. In campagna, Eva incontra Adam, il quale casualmente la vede mentre nuota nuda in un fiume. Presto i due giovani scoprono un amore reciproco. Eva diviene l'amante di Adam. Al momento della fuga, il suicidio di Emil rende l'unione impossibile per Eva, preda dei rimorsi. In un futuro imprecisato la donna alleva il figlio avuto da Adam, mentre l'uomo trova riscatto nel lavoro.
L'ultimo film realizzato dal regista ceco Gustav Machatý in patria, prima dell'emigrazione che lo portò a lavorare in Austria, in Italia e infine tra Stati Uniti e Germania, deve la propria notorietà a un insieme di contingenze solo in parte relative all'opera: l'esibizione del corpo di Hedy Kiesler (qui esordiente, prima di assumere il nome di Hedy Lamarr), lo scandalo provocato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 1934, i tentativi inutili del marito della protagonista di acquisire tutte le copie circolanti.
Extáse ha una consistenza testuale e un carattere spiccati. In prima istanza, il film si distingue per essere uno degli esempi più eclatanti, e meno indagati, di applicazione estensiva dello 'stile d'autore internazionale': stile che potremmo definire una koinè cinematografica, un idioma condiviso tra alcuni cineasti europei a cavallo tra il muto e il sonoro, una sorta di traduzione dell'art déco in ambito filmico. Nel caso di Extáse ciò si realizza nell'esibizione di uno stile registico, esplicato nel ricorso insistente a movimenti di macchina da presa (in modo particolare, carrelli e gru), nella frammentazione dell'universo diegetico attraverso i dettagli, spesso in funzione metonimica, nella ricerca di un'illuminazione d'effetto, con ampio utilizzo di controluce e chiaroscuri. Soprattutto, Extáse adegua a una struttura narrativa destinata al consumo di massa temi e procedimenti mutuati dalle ricerche delle avanguardie cinematografiche: tra i primi, è necessario segnalare il tema della velocità e della macchina, o quello del lavoro; tra i secondi, l'applicazione di tipologie di montaggio derivate con tutta evidenza dal cinema sovietico, diffuso negli anni immediatamente precedenti nei circoli praghesi, e in modo particolare da Staroe i novoe (Il vecchio e il nuovo, Sergej M. Ejzenštejn 1930). La vocazione al cosmopolitismo di questo modo di rappresentazione fu rilevata dagli stessi recensori coevi, spesso inclini a ravvisarvi un difetto. D'altro canto, il desiderio di coniugare sperimentazione e diffusione commerciale è rivelato anche dall'applicazione di accurate strategie promozionali, capaci di garantire al film un consistente successo già attraverso la distribuzione in patria. In seconda istanza, il film di Machatý cerca di conservare le principali acquisizioni del cinema muto europeo nel differente contesto del sonoro: di qui, la peculiare costruzione del testo, sovrastato da una colonna sonora firmata da Giuseppe Becce, compositore attivo e celebre nella cinematografia tedesca sin dall'epoca del muto. Extáse è del tutto privo di suoni 'in campo', e delega quasi interamente alla colonna sonora il compito di denotare l'universo narrato. I dialoghi dei personaggi sono ridotti al minimo e le prime battute giungono a un terzo del film. Ciò consentì al regista ampio margine di autonomia nella composizione delle sequenze, organizzate secondo un principio ritmico-musicale, in continuità con le ricerche dell'era del muto. Allo stesso tempo, tale opzione garantì la facilità di diffusione del film in differenti contesti internazionali; Extáse fu peraltro realizzato in versione multipla, ceca, tedesca e francese. L'ambizione internazionale è ravvisabile anche nella scelta degli interpreti, nessuno proveniente dalla Cecoslovacchia, e invece di varie origini mitteleuropee: austriaca, tedesca, slovena… Il predominio degli aspetti di regia su quelli recitativi e la limitazione dei segmenti di dialogo rivelano l'obbedienza a una strategia complessiva.
La struttura drammatica e narrativa del film di Machatý prevede la concentrazione delle vicende intorno a un ristretto numero di personaggi: il triangolo sentimentale costituito da Eva, Adam ed Emil, al quale si aggiunge il padre della donna. È un modello drammaturgico derivato dal Kammerspielfilm tedesco e già impiegato dal cineasta con successo durante l'epoca del muto, in Kreutzerova sonáta (Sonata a Kreutzer, 1926) ed Erotikon (Seduzione, 1929). A questa riduzione dei personaggi corrisponde una struttura rigorosa dello spazio, disposta in base a movimenti narrativi: un primo movimento, coincidente con il matrimonio di Eva ed Emil, ambientato nello spazio metropolitano e nel chiuso di un lussuoso appartamento; un secondo movimento, corrispondente alla relazione tra Eva e Adam, organizzato intorno alle abitazioni dei due e invaso dal risveglio della Natura, posta simbolicamente tra le due case; un terzo movimento, col ritorno in scena di Emil e la significativa apparizione di elementi urbani (autovettura, treni, stazioni ferroviarie, locali), comportante la morte del marito e la dissoluzione della coppia.
L'elemento di Extáse percepito all'epoca come il più sorprendente fu la rappresentazione dell'erotismo, associata a quella della Natura. La nudità di Hedy Kiesler o la narrazione di un amplesso tra la protagonista e l'amante appaiono oggi poco scandalosi nelle forme prescelte: un campo lunghissimo e il riflesso di uno specchio d'acqua nel primo caso, poi una successione di primi piani e l'uso di un correlato oggettivo (una collana) per suggerire l'unione e l'orgasmo. Nondimeno, nel quadro dei limiti rappresentativi del cinema commerciale dell'epoca, risultarono un elemento di forte rottura, di cui il regista aveva già fatto un proprio marchio di fabbrica con Erotikon. Infatti, la proiezione veneziana di Extáse provocò un'ampia discussione sulla stampa specializzata, polarizzata intorno alla coppia arte/pornografia, ma capace di mobilitare anche riflessioni più ampie e distese sulle finalità del cinema, e di indurvi intellettuali originali quali Francesco Maria Pasinetti o, anni dopo, Henry Miller. A parziale riconoscimento di tale aspetto originale, il film fu premiato, con gli ulteriori tre film cecoslovacchi presenti all'edizione della Mostra Internazionale del 1934, con la Coppa Volpi.
Interpreti e personaggi: Hedy Kiesler (Eva), Aribert Mog (Adam), Zvonimir Rogoz (Emil), Leopold Kramer (padre di Eva), Karel Mácha-Kuča (avvocato), Ladislav Bohác.
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