extraitaliano
(extra italiano), s. m. e agg. Che va oltre l’ambito italiano.
• Con evidenti richiami all’ultimo [Franco] Fortini (quello di «Composita solvantur») e un’innegabile parentela non con la lingua ma sicuramente con il pluri-immaginario di [Andrea] Zanzotto (quello della trilogia, si intende), questo libro compatto, appartenente a una geometria non euclidea, rimanda a tradizioni extraitaliane e non soltanto poetiche, da Stevens a Celan, da certo Eliot a Kafka. (Giuseppe Genna, Unità, 17 maggio 2008, p. 24, Cultura) • Sapiente e immaginifica, la sequenza delle diapositive che scorrono dietro alla polo nera di Sergio Marchionne sul palco riminese, ne esalta il profilo avveniristico, extraitaliano, ma non ne stempera la tensione. (Gad Lerner, Repubblica, 27 agosto 2010, p. 1, Prima pagina) • «Una grandezza assoluta, universale». Che viene compresa in ogni parte del mondo, «perfino in Kazakistan, perché il pensiero dantesco non ha confini, è extra italiano ed extra cattolico» (Franco Nembrini intervistato da Donatella Tiraboschi, Corriere della sera, 10 dicembre 2015, Cronaca di Bergamo, p. 17).
- Derivato dall’agg. italiano con l’aggiunta del prefisso extra-1.
- Già attestato nella Stampa Sera del 3 ottobre 1966, p. 4 (Lina Palermo), nella variante grafica extra-italiano.