extraoccidentale
(extra occidentale), agg. Che non rientra nei canoni delle società, delle politiche e delle culture occidentali.
• La sorprendente violinista spagnola Judith Mateo, che con la sua band porta sul palco un piacevole e coinvolgente rock-folk con influssi extraoccidentali, sarà oggi in piazza XX Settembre, a Pordenone (C. S., Messaggero Veneto, 27 luglio 2010, p. 5, Pordenone) • Cesaria [Evora] canta fin da giovanissima, combattendo la povertà tra chitarre e una voce che maturava, si faceva più profonda, evocativa, per alcuni già con timbri alla Edith Piaf. Canta nei locali fumosi dove attraccano marinai o sulle navi per turisti in ricche crociere. È abile intrattenitrice eppure nei primi anni ’60 per chi viene da terre extra occidentali è impossibile o quasi (salvo artisti di casa negli Usa tipo Harry Belafonte) trovare orecchie pronte a cogliere il languore e la raffinatezza di certe canzoni. (Stefano Miliani, Unità, 18 dicembre 2011, p. 37, Culture) • Ricordiamo cosa è in gioco e anche perché un fallimento dell’accordo sarebbe assai gradito alle potenze extraoccidentali. In gioco, prima di tutto, c’è lo slancio che l’accordo potrebbe dare all’economia euro-americana. Gli economisti calcolano quanti posti di lavoro in più, e quanti punti in percentuale del Pil in più, la costruzione di un mercato unico (o di qualcosa che, per lo meno, vi si avvicini) frutterebbe sia agli europei che agli americani. (Angelo Panebianco, Corriere della sera, 5 luglio 2013, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dall’agg. occidentale con l’aggiunta del prefisso extra-1.
- Già attestato nella Stampa del 28 aprile 1950, p. 3 (André Siegfried).