DE VECCHI, Ezio
Nacque a Grosseto il 21 dic. 1824 (e non 1826, come talvolta si afferma: cfr. Arch. di Stato di Firenze, Stato civile toscano, nascite dell'anno 1824, reg. 76, Comunità di Grosseto, atto 115), da Ernesto e da Caterina Carli. La famiglia apparteneva al patriziato pisano; il padre però risiedeva a Grosseto dove teneva l'ufficio di conservatore delle ipoteche.
Dedicatosi presto agli studi scientifici, fu studente di matematica nell'università di Pisa, anche se non consta che conseguisse gradi accademici. Nel 1846 (secondo notizie fornite dai curatori del Carteggio Tommaseo- Capponi, II, p. 646) sarebbe stato chiamato in Sardegna da Alberto La Marmora per collaborare alle sue rilevazioni geodetiche. Si trovava certamente nel Regno sardo agli inizi della prima guerra d'indipendenza: il 4 maggio 1848 si arruolava come sottotenente nel 14º reggimento di fanteria. Prese parte così alla campagna in Lombardia; il 16 ag. 1848 fu nominato luogotenente nel corpo di stato maggiore. Con tale grado partecipò alle rinnovate ostilità con l'Austria nel 1849; quindi proseguì la carriera militare sempre nelle file dell'esercito sardo. Divenuto capitano di stato maggiore, il 23 marzo 1853, fece parte, come addetto allo stato maggiore della I divisione, comandata da Giovanni Durando, del corpo di spedizione inviato in Crimea, dove si segnalò alla battaglia della Cernaia. Poco dopo il suo ritorno in Piemonte, dal '54 in poi, fu anche insegnante di mineralogia, metallurgia e geodesia, presso la scuola complementare per gli ufficiali delle armi speciali. Del suo insegnamento sono un documento le dispense delle lezioni (Scuola complementare dell'Artiglieria e del Genio. Anno 1859, Lezionidi geodesia esposte da E. De Vecchi, Maggiore del Corpo R. dello Stato Maggiore, Torino 1860). Promosso capitano di prima classe il 9 genn. 1857, partecipò alla seconda guerra d'indipendenza, distinguendosi particolarmente nell'espugnazione della barricata austriaca all'ingresso di Vinzaglio e nella conquista di quel paese (30 maggio 1859). Pochi giorni dopo, nel corso della battaglia di San Martino (24 giugno), diresse la ricognizione dell'estrema ala destra della divisione Mollard e, alla sera, guidò all'attacco la brigata Aosta. Per queste azioni fu decorato della croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia (19 giugno) e della medaglia d'argento al valor militare (12 luglio). Ebbe anche la decorazione di cavaliere della Legione d'onore (12 giugno 1860).
Il 13 luglio 1860 fu promosso maggiore di stato maggiore, destinato (il 27 successivo) all'incarico di capo di stato maggiore dell'VIII divisione e nominato ufficiale d'ordinanza onorario di Vittorio Emanuele II. Negli anni successivi la sua carriera nel nuovo esercito italiano proseguì rapidamente: luogotenente colonnello di stato maggiore, addetto all'ufficio superiore del Corpo (14 apr. 1861) e decorato della croce di cavaliere dell'ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro (10 giugno seguente), fu per un breve periodo destinato presso le truppe mobilitate di stanza nell'Italia meridionale. Promosso colonnello di stato maggiore il 12 marzo 1863, durante la terza guerra d'indipendenza fu addetto al quartier generale principale, prima di assumere, il 16 luglio 1866, la carica di capo di stato maggiore del VI corpo d'armata e, dopo la fine delle ostilità, quella di capo di stato maggiore del dipartimento militare di Firenze.
Con l'espletamento dei suoi uffici militari s'intrecciò, nel corso di questi anni, la sua attività scientifica e tecnica di geodeta di fama. Nel 1861, intervenuti degli accordi tra i vari Stati dell'Europa centrale al fine di compiere, con mezzi e procedimenti uniformi, la misura dell'arco del meridiano terrestre attraverso l'Europa e compreso tra i paralleli di Oslo e Palermo, era stata costituita l'Associazione internazionale per la misura dei gradi dell'Europa, che più tardi assunse il nome di Associazione geodetica internazionale. Dopo la seduta tenuta a Berlino tra il 15 e il 22 ott. 1864 per fissare le modalità della collaborazione internazionale, il ministero italiano della Pubblica Istruzione nominò una commissione nazionale della quale, insieme ad altri studiosi di fama come G. V. Schiaparelli, anche il D. fece parte. Questi dal 13 sett. 1867 rivestì la carica di direttore dell'Ufficio tecnico dello stato maggiore (che aveva sostituito il cessato ufficio topografico dello stato maggiore sardo) e dei lavori già in corso in Sicilia per la stesura delle carte topografiche delle province meridionali. In questi anni, infatti, si era occupato dei lavori di rilevamento in Sicilia, che procedettero rapidamente: nel '65 fu terminata la triangolazione, e nel '68 l'intero rilevamento. Quindi lo stato maggiore procedé ai lavori di rilevamento per le province continentali. Inoltre, nel periodo in cui il D. fu a capo dell'ufficio tecnico furono completate le carte a grande scala delle fortezze di La Spezia, Taranto, Brindisi e Ancona, e i rilevamenti per il monte Argentario e Orbetello, nonché per la Valle di Susa e le brughiere di Somma in Lombardia. Dopo il '66 vennero fatte le carte della laguna di Venezia e dei dintorni di Napoli a scala 1:25.000; e dopo il '70 le levate a scala 1:10.000 dei dintorni di Roma. Inoltre, proprio nell'imminenza della guerra del '66, erano state già riprodotte dalle carte austriache quelle dei versanti delle Alpi Retiche, Carniche e Giulie. Proprio per le sue riconosciute competenze e capacità scientifiche il D., nel '65, era stato nominato segretario della ricordata commissione italiana per la misurazione dei gradi, di cui fu poi presidente dal 1873 al 1877.
Lasciato lo stato maggiore il 10 luglio 1869 per assumere il comando della brigata Reggio, l'anno successivo (15 gennaio) fu incaricato delle funzioni di segretario generale presso il ministero della Guerra, per tornare il 31 luglio seguente al comando della stessa brigata, che mantenne anche dopo la nomina a maggior generale del 21 agosto. Al comando di quel corpo partecipò alle operazioni per la presa di Roma; ed ottenne una menzione onorevole al valor militare (poi convertita in medaglia di bronzo) per il modo con cui aveva tenuto le posizioni di villa Pamphili (11 dic. 1870).
L'anno successivo, il 30 aprile, su proposta del ministero della Marina, il D. fu nominato membro della commissione incaricata di studiare il problema di uno stabilimento coloniale all'estero. Infatti, dopo l'acquisto della baia di Assab da parte della Compagnia Rubattino e le prime richieste di stampa e parlamentari per stabilirvi una colonia italiana, il governo presieduto dal Lanza aveva ritenuto opportuno affidare ad un gruppo di esperti il giudizio sulla possibilità di procedere all'occupazione di Assab ed alla formazione di un vero e proprio insediamento coloniale. Inoltre il governo, per cautelarsi ulteriormente, affidava al capitano di vascello Lovera De Maria, comandante della pirocorvetta "Vettor Pisani", il compito di verificare le reali possibilità offerte da quel luogo; ed analogo incarico nel maggio '71 fu affidato anche al D., con l'aggiunta di prendere contatto al Cairo con le autorità chediviali.
Nell'espletamento di questa missione, nel luglio del '71, il D. procedé, anche con la collaborazione degli ufficiali della "Vettor Pisani", ai lavori di triangolazione e di rilievo topografico della baia. Da questa sua attività topografica, come dalla sua relazione sulle condizioni geografiche e climatiche del luogo, furono tratte più tardi le notizie pubblicate da G. Cora su Cosmos (1877) e la carta a scala 1:50.000 che le accompagnò.Il D. espresse un parere negativo all'istallazione di un qualsiasi tipo di colonia in un luogo che giudicava inidoneo per ragioni idrografiche, climatiche e di sicurezza generale. Sconsigliò inoltre l'occupazione, anche per considerazioni diplomatiche, e cioè per evitare prevedibili contrasti sia con l'Egitto sia con la Porta. I suoi incontri, al Cairo, con il primo ministro egiziano Nabur pascia e con lo stesso chedivè Ismail lo avevano infatti convinto dell'opposizione egiziana a un simile progetto. Di conseguenza, il suo nome si trovò coinvolto nelle discussioni e polemiche che seguirono alla mancata istallazione della colonia, da parte dei più decisi sostenitori di questa prima espansione coloniale italiana, tra i quali furono soprattutto G. Sapeto e O. Beccari (cfr. specialmente Sapeto, pp. 219-23, 225).
Tornato in Italia, l'11 ott. 1871 assunse il comando della II brigata di fanteria della divisione militare di Firenze. Quando, con il decreto del 27 ott. '72, fu istituito l'Istituto topografico militare di Firenze (divenuto poi Istituto geografico militare), la lunga esperienza di geodeta gli valse la nomina a suo primo direttore, carica che coincise con l'organizzazione e il primo sviluppo di questa istituzione, estremamente importante anche dal punto di vista scientifico e fondamentale per la storia della cartografia italiana dopo l'Unità. In questo periodo fu infatti emanata la legge del 3 febbr. '75 che demandava all'Istituto topografico militare l'elaborazione della carta generale d'Italia, di cui egli iniziò i primi lavori.
Il 17 maggio '77, nominato tenente generale, gli fu attribuito il comando della divisione militare di Firenze; passò poi (28 apr. '78) al comando della divisione di Napoli e, quindi, (1º maggio '79) a quello della divisione di Bologna e (26 giugno '84) di Livorno. Il 5 dic. '86 fu infine nominato comandante del III corpo d'armata; e mantenne tale carica sino al suo collocamento in posizione ausiliaria, il 29 novembre '91. Il D., che il 4 dic. del '90 aveva ricevuto anche la nomina a senatore, fu definitivamente collocato a riposo il 27 giugno 1895.
Morì a Firenze il 15 nov. 1897.
Oltre alle decorazioni militari ricordate aveva ottenuto, nel corso della sua lunga carriera, numerose onorificenze civili, italiane e straniere: cavaliere ufficiale e poi commendatore dei SS. Maurizio e Lazzaro; cavaliere ufficiale, commendatore e cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia; grande ufficiale dell'Ordine tedesco dell'Aquila rossa e commendatore dell'Ordine austriaco di Leopoldo.
Fonti e Bibl.: Ministero della Difesa, Direzione gen. per gli ufficiali dell'esercito, Ufficio generali, Stato di servizio del tenente generale D. E; Ricordo pittorico militare della spediz. sarda in Oriente negli anni 1855-56. Pubblicato d'ordine del ministero della Guerra per cura del Corpo Reale di Stato Maggiore, Torino, marzo 1857, Ordinamento del Corpo di spedizione in Oriente; Raccolta dei verbali delle riunioni della Commissione italiana per la misura dei gradi dal 1865 al 1894, Firenze 1866-1894; N. Tommaseo-G. Capponi, Carteggio inedito dal 1833 al 1874, a cura di I. Del Lungo - P. Prunas, II (1837-1849), Bologna 1914, ad Indicem; Nel cinquantenario dell'Ist. geografico militare (1872-1922). La cartografia ufficiale in Italia e l'Istituto geografico militare, a cura di A. Mori, Roma 1922, pp. 111 ss., 120 ss., 143 ss., 161 ss.; Elenchi storici e statistici dei senatori del Regno dal 1848 al 1ºgennaio 1940, Roma 1940, p. 206; A. Del Boca, Gli Italiani in Africa orientale, I, Dall'Unità alla Marcia su Roma, Bari 1976, ad Indicem; Diz. del Risorgimento naz., sub voce; A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, Milano 1940, I, p. 360; Enciclopedia militare, III, p. 452.