fabbisogno
Insieme dei mezzi finanziari occorrenti a un ente pubblico o privato per provvedere all’adempimento dei suoi fini in un dato intervallo di tempo (f. finanziario), solitamente 12 mesi (il cosiddetto anno finanziario). In generale, il f. rappresenta il complesso delle necessità finanziarie che devono essere approntate entro l’anno.
Dal punto di vista contabile, il f. di cassa rappresenta la somma preventivata come necessaria a soddisfare le esigenze di tesoreria di un ente privato o pubblico.
In riferimento al settore pubblico, si è soliti distinguere tra f. netto e f. lordo. Il f. lordo, o disavanzo, è rappresentato in termini finanziari dalla differenza tra il complesso delle spese aumentate dei prestiti da rimborsare e il complesso degli incassi, compresi quelli derivanti dall’accensione di prestiti. Il f. netto indica, invece, la differenza tra il totale delle spese al netto del rimborso dei prestiti e il complesso delle entrate al netto dell’accensione dei crediti. La legge di stabilità definisce l’ammontare massimo del ricorso al mercato finanziario, da cui deriva indirettamente un vincolo sul valore del fabbisogno.
Gli strumenti con cui lo Stato fa fronte al f. sono di molteplice natura: titoli pubblici a medio e a lungo termine (BPT e CCT); titoli pubblici a breve scadenza (BOT), collocati dallo Stato sul mercato e acquistati da famiglie, imprese, istituti di credito nazionali ed esteri; mutui e finanziamenti concessi alla pubblica amministrazione dagli istituti di credito; debito verso l’estero; debiti verso la banca centrale. I dati relativi al f. sono pubblicati con frequenza mensile sul Conto riassuntivo del tesoro. Se si analizzano dal punto di vista della contabilità pubblica, si rileva che il f. rappresenta un flusso, il cui corrispondente stock è costituito dal debito pubblico (➔ p), il quale, dunque, altro non è che la somma delle consistenze finanziarie che necessitano alla copertura del fabbisogno.