FABBRICATORE
Famiglia di editori, copisti, costruttori di strumenti musicali attivi a Napoli nei secoli XVIII-XIX.
Capostipite della famiglia è Nicola. Nato a Napoli intorno alla metà del sec. XVIII, negli anni intorno al 1820 aveva una "carteria" in strada Toledo n. 308, "rimpetto alle Reali Finanze", dove vendeva la musica incisa su rame da Nicola Ricci. Morì a Napoli intorno al 1825.
Dopo pochi anni l'azienda passò al figlio Gennaro. Questi, nato a Napoli intorno al 1760, realizzò molteplici attività commerciali legate alla musica: accanto alla fabbrica di chitarre, intraprese la vendita di musica vocale e strumentale edita da Ricordi. Intorno al 1833, pur continuando a vendere musica dell'editore milanese, incominciò a stampare in proprio, prediligendo la pubblicazione di riduzioni per pianoforte e di novità musicali, soprattutto di quelle che "si producono in tutt'i nostri teatri" (Giornale del Regno delle Due Sicilie, 3 ag. 1833).
Il 20 maggio 1834 stipulò un contratto con Domenico Barbaia, impresario dei teatri S. Carlo e Fondo, dietro pagamento di 1.200 ducati. In tal modo divenne appaltatore della copisteria dei reali teatri (capocopista sarà Marco Agrippa) e, oltre ad acquistare la proprietà assoluta delle opere che saranno ivi rappresentate e di quelle gia presenti nell'archivio Barbaia, acquisto il diritto di stampa su di un considerevole numero di opere musicali, valido sia a Napoli sia all'estero, e la possibilità di cedere, dietro pagamento, le partiture ai teatri situati fuori del Regno delle Due Sicilie.
L'accordo con il Barbaia diede notevole impulso alla produzione di edizioni musicali, tanto che Gennaro poté vendere opere., manoscritte e a stampa, al collegio di musica di S. Pietro a Maiella. Con questa istituzione, tuttavia, i rapporti furono estremamente difficili, a causa del mancato deposito delle stampe (come previsto nel decreto del 7 nov. 1811) e della continua rivendicazione della proprietà di manoscritti autografi ivi conservati. li contratto con il Barbaia, inoltre, sarà causa di un'annosa contesa con l'editore napoletano Bernardo Girard, al quale l'impresario nel 1836 aveva accordato il diritto esclusivo per la stampa di riduzioni delle opere teatrali, per pianoforte od altro strumento.
L'impegno di Gennaro in campo editoriale diede notevole impulso ai rapporti con gli editori stranieri, in particolare con Giovanni Ricordi, che nel 1838 acquistò da lui il diritto di proprietà assoluta sulle partiture e riduzioni di opere nuove, rappresentate al S. Carlo ed al Fondo, per la Germania e l'Italia (meno il Regno delle Due Sicilie).
Con scrittura privata del 14 ag. 1836 Gennaro diede in gestione la sua attività a tale Bartolomeo Franchini, rimanendo, però, l'appaltatore della copisteria dei reali teatri sino al sabato di Passione del 1840. In seguito, è Franchini a stipulare il contratto con L. Guillaume, nuovo impresario dei teatri napoletani. Gennaro morì a Napoli intorno al 1850.
Nel 1844 l'azienda venne di nuovo amministrata direttamente dalla famiglia F., nella persona di Giovanni figlio di Gennaro, nato anch'egli a Napoli nel 1781 e morto nel 1865. Per un breve periodo Giovanni fu in società con il fratello Nicola (Napoli 1790-ivi 1870 c.) e la ditta assunse il nome "Fratelli Fabbricatore".
Dopo poco Nicola si ritirò dalla società ed acquistò lo stabilimento tipografico di Nicola Mosino, sito nel monastero di Portanova. In seguito trasferì la propria attività prima in vico Calascione n. 3-4 (presso il palazzo Lablache) e poi in vico Tre Regine n. 40 (1846). Tra l'altro, stampò il giornale Varietà e bugie nel 1854 (con sede in strada Toledo n. 16) ed i biglietti per le accademie che si tenevano nel collegio di musica.
Nel 1851 l'amministrazione dei'teatri napoletani chiese, senza otteperlo, lo scioglimento per via giudiziaria del contratto di copiatura e fornitura delle musiche, "pe' tanti inadempimenti commessi" (Arch. di Stato di Napoli, Fondo Teatri, fascio n. 52). Comunque, i rapporti proseguiranno sino al sabato di Passione del 1857.
Intorno al 1855 Giovanni chiamò alla gestione dell'azienda il figlio Giuseppe (Napoli 1830 c. - 1900 c.), insieme con il quale incrementò l'attività editoriale, stampando in gran quantità canzoni napoletane (si ricorda, ad es., la Collezione di arie napolitane, pubblicata a fascicoli mensili) e numerosì brani tratti dalle opere di loro proprietà, come Saffo e Malvina di Scozia di G. Pacini, la cui vendita fu promossa con il sistema dell'associazione.
Oltre a cìò, Giovanni e Giuseppe continuarono a noleggiare le partiture in loro possesso ai teatri della penisola: al riguardo sorsero numerose controversie sui compensi dovuti, poiché spesso veniva contestata l'effettiva proprietà delle opere teatrali, non rappresentabili senza preventivo accordo con gli editori.
Molto tesi furono i rapporti con il collegio di musica di S. Pietro a Maiella: ripetutamente il bibliotécario Francesco Florimo chiese ai F. il rispetto della norma circa il deposito delle stampe, ai sensi del decreto del 18 ag. 1851. D'altro canto, gli editori rivendicavano, inutilmente come in passato, il possesso di quei manoscritti autografi che in precedenza erano stati lì depositati. È il caso, nel 1857, dell'autografo de I pazzi per progetto di G. Donizetti, che inutilmente Giovanni, rappresentato dal figlio Gaetano, e Giuseppe F. tentarono di riavere, sostituendolo con una copia. La causa si trascinò per sei anni. Per porre fine alla contesa, nel 1862 essi tentarono di vendere al collegio 70 partiture autografe di loro proprietà per 30.000 lire, oltre a pretenderne altre 10.000 per i manoscritti già consegnati in passato e non più restituiti.
Nel 1863 Giovanni e Giuseppe fondarono l'officina di ricerche e commissioni artistiche ed una nuova agenzia teatrale (Gazzetta musicale di Napoli, 28 giugno 1863), con lo scopo di creare una struttura di raccordo per gli artisti, soprattutto in campo musicale. Sì servirono, inoltre, del proprio negozio anche per la vendita di biglietti per concerti ed accademie.
Rimasto solo, Giuseppe continuò l'attività paterna, trasferendo il negozio, intorno al 1883, nella galleria Principe di Napoli e utilizzando spesso come ragione sociale della ditta la dicitura "Giuseppe Fabbricatore e figlio". Egli si dedicò specialmente alla gestione del nutrito fondo di partiture di sua proprietà. Ne sono testimonianza due elenchi pubblicati nel 1886: il primo è un catalogo di opere, mai date alle stampe, per le quali a Milano aveva la rappresentanza Tito Ricordi; il secondo contiene alcune composizioni teatrali di Donizetti, Mercadante, Pacini e Rossini, già appartenute a T. Cottrau, per le quali, però, era sospeso l'esercizio del diritto d'autore per un giudizio in corso con lo stesso Giuseppe Fabbricatore.
Il settore editoriale era incentrato soprattutto sul repertorio della canzone napoletana (grande spazio era dato alle composizioni di Pietro Labriola), giungendo al numero di lastra 1.700 circa. Nel 1884 Giuseppe pubblicò il primo numero del periodico musicale Ebbrezza di gioventù, che riportava unicamente la canzone Sognarti di Pannain-Confortì e, sul retro, l'indice dell'album di Barbati, contenente ventinove canzoni per canto e pianoforte.
La casa editrice concluse la propria attività prima del 1890.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Napoli, Teatri, fasci nn. 4, 6, 20, 50, 52; Ibid., Ministero di Polizia, fascio n. 1725; Ibid., Prefettura II, fascio n. 530 I; Ibid., Ministero della Pubblica Istruzione, fasci nn. 88, 89, 90, 93, 94, 100, 101, 656; Napoli, Bibl. del Cons. di musica di S. Pietro a Maiella; Certificato della Real Soprintendenza de' teatri, 19 maggio 1836; Ibid., Lettera di Donizetti a Florimo, 17 ag. 1837; Ibid., In difesa del Real Collegio di musica contro i sigg. Giovanni e Giuseppe Fabbricatore (1863); Ibid., Registro della musica depositata dagli editori del Regno giusto il decreto del 18 ag. 1851; Ibid., Registro di nolo di spartiti, 1861-1862, Napoli, Collez. Ettore De Mura: Ebbrezza di gioventù, I, 1, 1884 (sul retro indice delle pubblicazioni dell'anno 1884); Verità e bugie-Giornale letterario-teatrale, 24 giugno 1854-23 dicembre 1854; V. Bellini, Epistolario, a cura di L. Cambi, Milano 1941 pp. 31, 59, 288, 302 s., 584 s., 587; Gazzetta music. di Napoli, 24, 28 giugno 1863; E. Rosmini, La legislazione e la giurisprudenza dei teatri, I, Milano 1872, pp. 387 ss., 500, 564 ss.; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, II, Napoli 1881, p. 463; Catalogo di alcune opere del Grande Archivio musicale di assoluta ed esclusiva proprietà dell'editore Giuseppe Fabbricatore rappresentato in Milano da Tito di G. Ricordi, in Annuario teatrale italiano per l'annata 1886, Milano 1886, pp. 457-466; Elenco delle principali opere teatrali cedute dagli autori della poesia e della musica al signor Teodoro Cottrau, ibid., pp. 445-455; F. Polidoro, Editori di musica, in Napoli d'oggi, Napoli 1900, pp. 419-438; S. Di Massa, La canzone napoletana, Napoli 1939, p. 45; C. Sartori, Diz. degli editori musicali italiani, Firenze 1958, p. 45; Id., Casa Ricordi 1808-1958, Milano 1958, p. 39; E. De Mura, Enc. della canzone napoletana, I, Napoli 1969, p. 454; J. Rosselli, L'impresario d'opera. Arte e affari nel teatro musicale ital. dell'Ottocento, Torino 1985, p. 247; W. Ashbrook, Donizetti. Le opere, II, Torino 1987, p. 140; R. Cafiero - F. Seller, Editoria musicale a Napoli attraverso la stampa periodica: il "Giornale delle Due Sicilie" (1817-1860), I, in Le fonti musicali in Italia. Studi e ricerche, III (1989), pp. 57-90.