Fabi
Antica gens romana. In Discorsi II xxviii 2-6 si narra dei «tre Fabii» (i figli di Marco Fabio Ambusto) inviati come semplici ambasciatori presso i Galli che minacciavano Chiusi, città amica di Roma, per perorarne la causa (390 a.C.) e che, contravvenendo allo ius gentium, scesero in combattimento contro i Galli senza essere inizialmente puniti da Roma per la violazione giuridica effettuata (cfr. Livio V xxxv-xxxvi; l’episodio è ricordato anche in Discorsi II xxix 4 e III i 13, 16, paragrafo quest’ultimo in cui si accenna – esagerando la notizia di Livio VI i – alla punizione che i Romani, ravvedutisi, inflissero ai F. in un secondo momento).
Oltre al più celebre Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore (→), M., sempre basandosi sulla fonte liviana, fra i F. menziona innanzitutto Quinto Fabio Massimo Rulliano: in Discorsi I xxxi 16 a proposito della sua vittoria contro i Sanniti (325 a.C.) e per aver evitato la condanna a morte pretesa dal dittatore Papirio Cursore a causa della non esecuzione dei suoi ordini (la condanna è citata anche in Discorsi III i 22 e xxxvi 12 come esempio di rigorosa disciplina militare); in Discorsi II xxxiii 7-8 per le vittoriose operazioni militari da lui condotte come console – in piena autonomia rispetto al Senato – contro gli Etruschi nell’alto Lazio nel 310 a.C.; in Discorsi III xxxiii 21 come comandante in grado di infondere fiducia nei soldati; in Discorsi III xlv per il suo efficace modo di procedere in battaglia contro i Sanniti (presso Sentino, 295 a.C.; cfr. anche Arte della guerra IV 107 e, per un altro aspetto della stessa battaglia, VI 194); in Discorsi III xlvii per non aver permesso, durante la guerra sannitica, che le offese personali prevalessero sul bene della patria, accettando nel 310 a.C. di nominare dittatore Papirio Cursore; in Discorsi III xlix 11-13 per aver istituito nel 304 a.C., in qualità di censore, quattro nuove tribù urbane in cui circoscrivere le «genti nuove», al fine di contenerne il peso nelle elezioni.
In Discorsi I xxxvi 2 è inoltre nominato Marco Fabio Vibulano, console nel 480 a.C. e vincitore della battaglia contro i Veienti (cfr. anche Discorsi II xxv 3) in cui perse la vita il fratello, Quinto Fabio Vibulano (già console). Un altro Quinto Fabio Vibulano è menzionato in Discorsi I xlii, come decemviro lasciatosi corrompere da Appio Claudio.
Insieme a quella dei Catoni, inoltre, la gens dei F. è citata in Asino vii, v. 100, quale stirpe romana esemplare.