FABIANI, Maximilian, detto Max
Architetto e urbanista, nato a Cobidil (Kobdilj), in Slovenia, il 29 aprile 1865, morto a Gorizia il 14 agosto 1962. Nato nel Carso sloveno da famiglia d'origine italiana, compì gli studi liceali a Lubiana e quelli superiori a Vienna, dove frequentò la Bauschule e la Technische Hochschule ottenendo, nel 1892, il diploma di architetto. Tra il 1892 e il 1894 compì un lungo viaggio di studi nell'Europa mediterranea e settentrionale, per completare la sua formazione di architetto e urbanista; durante il soggiorno romano si legò a J.M. Olbricht. Tornato a Vienna, lavorò per due anni nello studio di O. Wagner, iniziando nel contempo a insegnare presso la Technische Hochschule, prima presso la cattedra di Composizione, successivamente come titolare di Storia dell'architettura (1898-99) e di Disegno ornamentale (1910-17).
Richiamato in guerra nell'esercito imperiale nel 1914, nei due anni seguenti fu membro del Comitato per i profughi italiani; tra il 1917 e il 1922 fu responsabile della ricostruzione dell'Isontino, a seguito dei danni inflitti dalla guerra, prima per conto del governo di Vienna, quindi del governo italiano. Diventato cittadino italiano, rinunciò all'incarico presso l'università di Vienna, dove era stato nominato professore ordinario di Composizione nel 1917, e si stabilì a Gorizia. Tra il 1935 e il 1945 fu podestà di San Daniele del Carso (poi Štanjel, in Slovenia), nei pressi del suo paese natale; dal 1938 alla morte fu membro onorario della Soprintendenza ai monumenti; nel 1961 fu nominato membro onorario della Federazione degli architetti iugoslavi.
Formatosi alla scuola di Vienna, nella sua lunga e operosissima vita F. incarna un'idea di architettura che, utilizzando liberamente le suggestioni della storia, si rapporta di volta in volta in modo non dogmatico alle tradizioni architettoniche ed edilizie del luogo in cui opera. La sua attività viennese può dividersi in due fasi: nelle prime importanti opere realizzate, come i Magazzini Portois & Fix (1899-1900) e il Palazzo Artaría (1900-01), è evidente l'influsso di Wagner; nelle opere successive come il Palazzo Palmers (1911) e l'edificio polifunzionale ''Urania'' (1905-09) a Vienna, o i padiglioni realizzati per l'Esposizione delle industrie tedesco-boeme a Reichenberg (oggi Liberec, Cecoslovacchia) nel 1906, emerge l'uso di elementi del lessico classico, liberamente utilizzati. F. è inoltre autore di importanti opere a Trieste − l'Hotel Regina (1902), il Centro comunitario sloveno (1902-04), la Casa Bartoli (1905) − e a Lubiana.
Nella sua attività di urbanista è stato un attento e sensibile interprete delle idee di C. Sitte. Nel periodo tra le due guerre mondiali ha redatto il piano regolatore di Lubiana, danneggiata dal terremoto (1895), e il piano regolatore di Bielitz (oggi Bielsko-Biala, Polonia); di particolare interesse è il suo progetto per la sistemazione della Karlskirchenplatz a Vienna (1899). In Italia ha lavorato ai piani per Gradisca (1920), per l'ampliamento di Gorizia (1921 ss.) e per tutti i comuni limitrofi danneggiati dalla guerra (1917-22). Costante in tutta la sua vita è stato l'interesse per il progetto di un canale navigabile Lubiana-Gorizia-Monfalcone. Vedi tav. f.t.
Bibl.: Allgemeines Lexicon der bildenden Künstler, xi, Lipsia 1915, pp. 160-61; Wasmuths Lexicon der Baukunst, ii, Berlino 1930, p. 405; C. Ragghianti, Nota redazionale, in Sele Arte, 25 (1956), pp. 46-47; M. Mušič, Max Fabiani, in Enciklopedija Likovnih Umjetnosti, ii, Zagabria 1962, pp. 243-44; M. Pozzetto, Max Fabiani architetto, Gorizia 1966; DAU, ii, Roma 1968, pp. 307-08; M. Pozzetto, Max Fabiani. Ein Architekt der Monarchie, Vienna 1983; Max Fabiani. Nuove frontiere dell'architettura, Cat. mostra, Venezia 1988.