MANGONE (Mangoni, Mengoni), Fabio
Architetto, nato l'11 novembre 1587 a Milano, morto ivi il 2 marzo 1629. Figlio di Giovanni Battista, architetto e intagliatore (1547 circa-1627), dal 1610 al 1617 fu scolaro di A. Bisnati, cui seguì, nel 1617, nella carica di capomaestro del duomo. Fu l'architetto prediletto del cardinale Federico Borromeo che nel 1622 lo nominò professore d'architettura all'Accademia ambrosiana. La sua attività rimase circoscritta a Milano. Costruì il Collegio elvetico, ora Archivio di stato (iniziato circa il 1620, terminato dopo la sua morte da F. Richini), in cui i due grandi cortili a logge, e i tre grandi vestiboli formano una prospettiva monumentale. Lavorò prima del 1614 al teatro della corte ducale e dal 1614 al duomo, ove gli si attribuiscono, oltre alla parte interna della facciata, il disegno per l'altare della Madonna dell'Albero nel transetto di sinistra e i modelli per i nove grandi angeli in bronzo che adornarono il tabernacolo con le reliquie della Croce nella cappella maggiore. Inoltre costruì l'orfanotrofio femminile della Stella nel Corso Magenta, le ex-chiese di S. Remigio (circa il 1620) e di S. Gregorio, la facciata di S. Maria Podone e la canonica di S. Lorenzo, rimasta incompiuta. Progettò la chiesa di S. Maria della Vittoria, iniziata nel 1629, e compì alcuni lavori alla parte esterna della cupola di S. Sebastiano su disegni di P. Pellegrini. Il progetto, ascritto a lui, della parte più antica della Biblioteca ambrosiana è probabilmente di Lelio Buzzi.
Il M. è uno dei principali architetti milanesi del '600, d'uno stile grave che tende ad animarsi solo nelle opere più tarde.
Bibl.: P. Arrigoni, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1930 (con bibl.). Inoltre: P. Mezzanotte, Costruzione e vicende del teatro di corte in Milano, in Atti del collegio degli ingegneri ed architetti, 25 febbraio 1915; H. Hoffmann, in Wiener Jahrb. f. Kunstg., IX (1934), pp. 89-91.