ARMAROLI, Fabrizio
Nacque a Forlì intorno al 1520 da umile famiglia, e si dedicò al mestiere di pettinaro. Di lui sappiamo che partecipò al movimento riformato particolarmente vivo nella zona del Forlivese e del Faentino tanto da richiamare l'attenzione del pontefice Pio V, che istituì espressamente un commissariato generale dell'Inquisizione a Faenza (sotto la cui giurisdizione era posta Forlì). Nel 1567 l'A. fu arrestato insieme col fornaio forlivese Giovan Battista de' Fantinelli e col bergamasco Giacomo de' Locatelli, perché, nella casa di quest'ultimo, erano stati sorpresi a leggere l'opera di Francesco Negri da Bassano, la Tragedia del Libero Arbitrio,edita per la prima volta nel 1546, con le sole iniziali dell'autore e privo dell'indicazione del luogo di stampa, satira acerrima contro la Chiesa romana e le sue dottrine. Deferiti al tribunale faentino, il loro processo fu istituito dall'inquisitore Angelo Gazzini da Lugo. L'A., con giudizio del 31 maggio dello stesso anno, venne riconosciuto colpevole e condannato a cinque anni di lavori forzati su una galera; il Fantinelli a sette anni della stessa pena, ed il Locatelli fu murato a vita. Fu inoltre ordinato che la casa, dove era avvenuta la lettura, fosse distrutta, e sul luogo fosse posto un segno a perpetua memoria. Da questo momento non si hanno altre notizie riguardanti l'Armaroli.
Fonti e Bibl.: T. K. Abbott, Catalogue of the Manuscripts in Library of the Trinity College,Dublin 1900, p. 248; A. Bertolotti, Martiri del libero pensiero e vittime della Santa Inquisizione nei secc. XVI, XVII e XVIII, Roma 1892, pp. 38-43; A. Messeri-A. Calzi, Faenza nella storia e nell'arte, Faenza 1909, p. 254; G. Zonta, Francesco Negri l'eretico e la sua tragedia il Libero Arbitrio,in Giorn. stor. d. letter. ital.,LXVII (1916), pp. 265-324; L. v. Pastor, Storia dei Papi,VIII,Roma 1924, pp. 214 s.; F. Lanzoni, La Controriforma nella città e diocesi di Faenza,Faenza 1925, p. 175; D. Cantimori, Atteggiamenti della vita culturale italiana nel sec. XVI di fronte alla Riforma,in Rivista storica italiana, s.5, I (1936), p. 61.