RILLI ORSINI, Fabrizio
(Iacopo). – Primo maschio di otto fra sorelle e fratelli, nacque a Firenze il 21 agosto 1745 da Giovanni Francesco e Anna Maria Coletti nel popolo di San Pier Maggiore (Firenze, Arch. Opera del Duomo), dove la famiglia possedeva un palazzo in via Pietrapiana (Ibid., Arch. stor. del Comune, 1785); studiò presso le Scuole pie fiorentine (Prezzolini, 1859, I, p. 361), benché il suo nome non risulti nei lacunosi registri dell'istituto e si laureò a Pisa in utroque iure il 24 dicembre 1779 (Barsanti, 1995).
La famiglia, originaria di Poppi (per cui v. All'illustrissimo ed eccellentissimo Senato Romano, Roma 1781; Istrumento…, 1796; L. Passerini, 1874), iscritta nella nobiltà romana nel XVI secolo e poi in quella fiorentina nel XVII (Mariani, 1753), aveva aggiunto dal 1709 per fidecommisso al proprio cognome quello Orsini e il titolare dello stesso cambiava il suo nome proprio con quello di Fabrizio, come avvenne per Jacopo nel 1755.
A Roma Fabrizio compare almeno dal 1776, come si ricava dalla lettera da lui indirizzata ad Angelo Maria Bandini (Bibl. Marucelliana); unitosi in matrimonio con la fiorentina Anna di Tommaso Ximenes il 4 luglio 1789, fu lancia spezzata nella guardia nobile pontificia e, nel 1793, conservatore in Campidoglio (C. De Dominicis, 2009, p. 101). Già nel 1796 compariva a Montefalco (Istrumento…, 1796) dove, dopo la morte della prima moglie (28 agosto 1798), si sposò nuovamente con Anna Bovarini di famiglia trevana (lettere di Rilli appaiono conservate nel Fondo Bovarini, presso l'Archivio storico della famiglia nel Fondo Giuseppe Sasso Natalucci), e dove risiedette nei primi anni dell'occupazione francese per poi trasferirsi a Poppi, pur se una lettera indirizzatagli da Filippo Carandini (Firenze, Biblioteca nazionale, Carteggi vari, 91.34) il 9 marzo 1785 e inviatagli a Paciano (Perugia) induce a ritenere possibile che le sue residenze in Umbria fossero antecedenti e anche diverse da quella di Montefalco.
Dopo la morte del padre non ebbe buoni rapporti con il fratello Luigi come appare nell'Istrumento sopra citato, tanto che, alla Restaurazione, non rinnovò il fidecommisso Orsini.
Con una formazione romana (nel 1770 il padre risulta in relazione con Audiffredi), già negli anni di fine XVIII secolo Rilli collezionava libri. Collezionismo e bibliofilia ne fecero uno dei più vivaci raccoglitori di manoscritti e stampati negli anni delle soppressioni napoleoniche, intervenendo con sagacia nell'ampio mercato determinato dai provvedimenti francesi. Se i suoi interventi non si limitarono al mondo del libro come dimostrano i documenti relativi a terreni da lui acquistati a Pisa (Bassetti, 1985, pp. 471-509; App. II, n. 97) riuscì a raccogliere una imponente serie di volumi (14.290 tra manoscritti e stampati) poi donati, con vivo senso civico, al suo paese di origine Poppi per fondare la biblioteca pubblica (Atto di donazione inter vivos, in Arch. di Stato di Firenze, Notarile moderno, Filippo Gatteschi) che da lui prende il nome, ancor oggi tra le più importanti biblioteche storiche toscane e italiane.
Rilli, come i bibliofili a lui contemporanei, tendeva a cancellare le tracce della provenienza dei volumi raccolti e li identificava con una nota manoscritta di possesso e con un timbro a olio rotondo con all'interno il titolo nobiliare e le sue iniziali intrecciate (CFRO), dispose nella donazione minute regole, provvedendo alla sede dell'istituto nel suo palazzo e alla costituzione di un patrimonio per continuare gli acquisti e il mantenimento dell' istituzione, incaricando il soprintendente alla libreria del riscontro e dell'inventario dei libri dopo la sua morte (sull'ordinamento della raccolta v. Coggiola, 1914). Rivolto soprattutto a raccogliere volumi nelle grandi biblioteche conventuali e monastiche del sacro convento di Assisi e dell'Eremo di Camaldoli, Rilli entrò in possesso di cinquanta codici dei francescani (alcuni con la sua annotazione ms. datata 1810: volumi che hanno richiamato l'attenzione e gli studi, tra gli altri di Cenci, 1981, di Stoppacci e Parigi, 1999), e di manoscritti, incunaboli e pregiate edizioni della Biblioteca dell'Eremo di Camaldoli che aveva proposto invano agli eremiti di acquistare in blocco (lettera a Francesco Del Furia, 19 dicembre 1810; ed. in Scapecchi, 2004). Ma scorrere le provenienze del fondo permette di elencare altre fonti di acquisto (o di approvvigionamento) come, ad esempio, libri appartenuti alla famiglia urbinate degli Staccoli, al convento francescano di Colle Val d'Elsa e a cittadini dello stesso Casentino (Scapecchi, 2004). La presenza su numerosi incunaboli pervenuti in Rilliana da Camaldoli con la successiva soppressione del Regno d'Italia recanti l'annotazione manoscritta «Legatum pro RR. PP. S. Eremi camaldulensis a Fabricio Ursini iam de Rillis» lascia intendere che Rilli si adoperò, dopo la fine del periodo napoleonico, in favore delle collezioni librarie degli eremiti.
Rilli, che già nell'atto di donazione della biblioteca risulta «impedito da malattia», morì a Poppi il giorno successivo 2 dicembre 1825 (Arch. di Stato di Firenze, Stato civile di Toscana).
Il catalogo della raccolta fu iniziato dal conservatore il 1° marzo 1827; quello dei manoscritti è conservato nell'Archivio storico del Comune. Il 6 luglio 1840 quattro codici, provenienti da Assisi, furono scelti dal direttore della Biblioteca Palatina di Firenze e sono ora conservati nella Biblioteca nazionale della stessa città, mentre, sempre a riguardo del passaggio dei codici assisiani di Rilli a De Rossi, si ricava che dodici codici furono consegnati a un ignoto Francesco Mazzoni il il 24 ottobre dello stesso anno e ne è sconosciuta la data del successivo passaggio al De Rossi.
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. Opera del Duomo, Registro Battesimi, 95, vol. 10, f. 3; Arch. stor. del Comune, Deliberazioni Magistrati, CA.DE 4.330 (1° marzo 1785); Biblioteca Marucelliana, Carteggio Bandini, B.II.27, XXXII.64; Biblioteca nazionale centrale, Carteggi Vari, 91,34; Poppi, Arch. stor. comunale, Libreria Rilli, 1795-1877; Arch. storico, Deposito, Catalogo dei manoscritti Rilli (originale rivisto nel 1875); Arch. di Stato di Firenze, Notarile Moderno, Filippo Gatteschi, filza 36571, cc. 91-92 (1° dicembre 1825); Ibid., Stato civile di Toscana, Morti di Poppi dell'anno 1825, vol. 10776, atto 128; «htpp//sites google.com/fondo giuseppe sasso natalucci»; L. Mariani, Della nobiltà fiorentina, in Notizie storico-genealogiche appartenenti alla nobiltà e cittadinanza fiorentina raccolte da diversi autori, Napoli 1753, p. 89; All'illustrissimo ed eccellentissimo Senato Romano; Romana reintegrationis albo per l'illustrissimo Sig. Conte Giovanni Francesco dei Rilli-Orsini. Ristretto di processo e prove di nobiltà, Roma 1781; Istrumento fra i nobili sigg. fratelli Monsig. D. Filippo dei conti Rilli Orsini e Fabrizio Orsini Crescenzi de' Rilli, Firenze 1796; P. Prezzolini, Storia del Casentino, I, Firenze 1859, pp. 361-364; L. Passerini, Storia e genealogia della famiglia Passerini e de Rilli, Firenze 1874, pp. 43 s. e Tav. III; L. Gentile, I codici Palatini descritti, I, Roma 1889, pp. XXIII s.; G. Coggiola, La Biblioteca comunale di Poppi e la sua nuova sede…, in Riv. delle Biblioteche e degli archivi, XXV (1914), pp. 89-110; C. Cenci, Bibliotheca manuscripta ad sacrum Convenctum Assisiensem, Assisi 1981 (con bibl.); P. Stoppacci - M.C. Parigi, Libros habere. Manoscritti francescani in Casentino, Firenze 1999 (con bibl.); M. Bassetti, La vendita dei beni nazionali in Toscana: il dipartimento dell'Arno, in La Toscana nell'età rivoluzionaria e napoleonica, a cura di I. Tognarini, Napoli 1985, pp. 471-509 e App. II, n. 97; A. Brezzi, La Biblioteca comunale Rilliana di Poppi, passato e presente di una biblioteca, Poppi 1985; Lauree dell'Università di Pisa, 1737-1861. 1.1, 1736-1826 ricerca storica di Danilo Barsanti, Pisa 1995, ad ind.; P. Scapecchi, Gli incunaboli della Biblioteca comunale Rilliana di Poppi e del Monastero di Camaldoli, Firenze 2004; C. De Dominicis, Membri del Senato della Roma pontificia, Roma 2009, p. 101.