Faccia
La faccia (dal latino facies, "aspetto, forma") è la parte della testa dell'uomo situata inferiormente alla parte anteriore del cranio e denominata anche viso. Si trova in rapporto di continuità con la base del cranio ed è sostenuta da una complessa impalcatura ossea, costituita dal mascellare superiore, dallo zigomatico, dal lacrimale, dal turbinato inferiore, dal nasale, dal palatino e dal mascellare inferiore. Queste ossa delimitano cavità nelle quali hanno sede gli organi periferici di tre sensi (vista, olfatto, gusto) e i tratti iniziali degli apparati respiratorio e digerente. La faccia è dotata di muscoli masticatori e di numerosi muscoli pellicciai, che regolano l'apertura dei vari orifizi presenti (per es., labbra, narici), muovono le palpebre e, modificando le pieghe cutanee, determinano i cambiamenti di espressione. Un solo nervo, il facciale, innerva tutti i muscoli, mentre la sensibilità al livello della cute è dovuta soprattutto alle diramazioni del nervo trigemino. La vascolarizzazione è assicurata in massima parte dall'arteria facciale che si dirama dalla carotide esterna. La diversa distribuzione degli strati di grasso sottocutaneo, la forma degli occhi, del naso e della bocca contribuiscono alla fisionomia della faccia.
Nelle varie specie di Primati esistono grosse differenze nella struttura e nella colorazione della faccia. Per es., molti Primati notturni, come i Lemuri, hanno attorno agli occhi una colorazione scura che determina una sorta di maschera, la cui funzione potrebbe essere quella di diminuire il riverbero attorno agli occhi, particolarmente sensibili alla luce, mentre in alcune scimmie dell'Asia e dell'Africa che vivono nelle foreste, per es. i mandrilli, l'intera faccia è intensamente colorata. La colorazione e il movimento dei muscoli facciali contribuiscono all'espressione di stati emotivi, che si riscontra in tutti i Primati, costituendo un fattore fondamentale della vita sociale. Il repertorio di espressioni facciali, ancora abbastanza limitato nelle Proscimmie che si esprimono soprattutto con posizioni e movimenti di tutto il corpo, aumentò sensibilmente mano mano che si procedeva verso la specie umana e la possibilità di assumere un maggior numero di espressioni fu assicurata da evidenti modificazioni nei muscoli attorno alla bocca e della zona perioculare.
Durante l'evoluzione dagli Ominidi all'Homo sapiens, la faccia diventò più piccola in proporzione alle dimensioni totali del capo, mentre il cervello e la scatola cranica raddoppiavano di dimensioni, le mascelle diventavano più corte e i denti diminuivano di numero e dimensioni. Di conseguenza, la faccia si è spostata all'indietro sotto la fronte, cosicché l'uomo moderno, in contrasto con le facce del gorilla e dello scimpanzé e, in misura minore, dei primi Ominidi, presenta un profilo praticamente verticale nel quale sono evidenti naso e mento. Nella specie umana la forma della faccia dipende dall'architettura dello scheletro facciale e dalle ossa craniche adiacenti, dai caratteri dei muscoli pellicciai, dello strato adiposo sottocutaneo e delle cartilagini nasali.
In antropologia le misure della faccia (per es., altezza, larghezza ecc.) sono utilizzate per stabilire indici antropometrici, fra i quali ha particolare rilievo quello facciale totale: esso è rappresentato dal rapporto tra l'altezza totale (distanza nasion-gnation) e la larghezza massima della faccia (distanza eurion-eurion). È da notare che le dimensioni di questo indice non sono invariabilmente associate a un gruppo etnico piuttosto che a un altro, e quindi tale misura non può essere considerata come criterio di appartenenza a una determinata popolazione. È possibile misurare anche l'indice facciale superiore, che si ottiene calcolando il rapporto fra l'altezza superiore della faccia (distanza nasion-prostion) e la larghezza bizigomatica. Risulta poi di notevole importanza lo studio dei profili, caratterizzati dalla sfuggenza o prominenza della fronte, dall'infossatura della radice nasale e dalla sua forma concava, rettilinea ecc., dalla posizione della punta del naso, dalla prominenza delle labbra, dalla sporgenza del mento e degli zigomi. In generale, i gruppi etnici australomelanesiani hanno la zona sopraorbitaria sviluppata e prominente, i nasali infossati, le orbite basse, la faccia bassa e prognata, il naso largo; nei mongoli la faccia è ampia e alquanto prognata, la regione frontorbitaria è appiattita, gli zigomi grossi e spostati in avanti, la radice del naso poco rilevata sul piano sagittale; le forme europoidi hanno in generale faccia stretta e alta, naso con radice e dorso salienti, orbite medie e alte; i negroidi presentano per lo più faccia larga e bassa, zigomi pronunciati, naso largo e prognatismo alveolare, con mento poco prominente. Ovviamente, anche tra gli individui che appartengono al medesimo gruppo etnico ci possono essere differenze nella forma della faccia, e alcuni tratti possono caratterizzare per generazioni un determinato ceppo familiare. Un esempio famoso è costituito dal prognatismo riscontrabile in molti membri appartenenti alla famiglia imperiale asburgica.
Nella specie umana è inoltre evidente il dimorfismo sessuale, che si registra oltre che nel cranio anche nello sviluppo dei muscoli facciali, maggiormente pronunciati nei maschi, i quali presentano quindi una struttura più massiccia delle femmine. Notevoli differenze si osservano ancora nella distribuzione dei peli sulla faccia, per es. nella presenza di barba e baffi negli uomini, e nelle linee di attaccatura dei capelli, che tendono a spostarsi indietro nei maschi, innalzandosi sulla fronte e scendendo lungo il collo dalla nuca. Anche la distribuzione del pannicolo adiposo sottocutaneo è diversa nei due sessi: in quello femminile è presente un maggiore accumulo di grasso in corrispondenza delle guance.
Durante lo sviluppo embrionale, la faccia acquista le proprie sembianze verso la 7ª o 8ª settimana, quando diventano evidenti occhi, orecchie e mascelle. Gli occhi, che prima erano disposti lateralmente, si spostano in avanti, il naso manca ancora del ponte e le narici sono rivolte in avanti invece che verso il basso. Dagli archi branchiali hanno origine le mascelle e l'orecchio esterno. Al 4° mese le facce di feti diversi sono riconoscibili l'una dall'altra. Ciglia e sopracciglia compaiono al 6° mese, quando sono già visibili differenze tra i vari gruppi etnici.
Mentre il cervello e il cranio assumono il 90% delle dimensioni definitive già attorno ai 6 anni, la faccia cresce più lentamente, con l'allargamento del naso e la comparsa dei denti definitivi. Vista di profilo la faccia alla nascita è meno di 1/5 delle dimensioni del cranio, nell'adulto è quasi 1/2. La dimensione in cui l'accrescimento è maggiore è la profondità, in relazione a un notevole allungamento della mascella durante l'adolescenza. Al termine dell'accrescimento la faccia corrisponde a circa 2/3 dell'altezza totale del piano anteriore della testa. L'altezza della faccia si riduce in genere in tarda età per la caduta dei denti.
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