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facoltà

Dizionario di filosofia (2009)
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facolta


facoltà

Capacità fondamentali dell’anima, da cui vengono fatte dipendere attività e funzioni fra loro essenzialmente distinte. La prima classificazione risale a Platone, che distinse una «parte» concupiscibile, una irascibile e una razionale dell’anima. Nell’ambito della concezione ilemorfica dell’anima come «atto primo di un corpo naturale che ha la vita in potenza» (De anima, II, 1), cioè come forma e principio di organizzazione del corpo e del suo movimento, Aristotele stabilì il carattere logico, non fisico, della distinzione tra le diverse parti o potenze dell’anima (anima nutritiva o vegetativa, anima sensitiva e anima razionale, De anima, III, 4). La dottrina subì una drastica riformulazione con Descartes: l’anima perde le funzioni vegetative e sensitive, che vengono attribuite al corpo, e rimane titolare dei soli poteri di intendere e di volere, cui corrispondono le facoltà dell’intelletto e della volontà. Per l’una e per l’altra, si porrà tuttavia il problema di collegare e ordinare le attività inferiori a quelle superiori, la prestazione dei sensi a quella dell’intelletto. Tale problema è attestato in specie in Kant, per l’esigenza di riconoscere una certa autonomia all’immaginazione senza ricondurla alla sensibilità o all’intelletto. Kant modificherà inoltre la bipartizione cartesiana (generalmente accolta, con la rilevante eccezione di Spinoza, che identificava intelletto e volontà) affiancando alle prime due facoltà una terza, il «sentimento di piacere o di dispiacere». La problematica delle f. si mantenne fino al deperimento della psicologia di impronta filosofica e al prevalere di indirizzi empirico-sperimentali. Nella ricerca attuale, il termine trova tuttavia ancora impiego nell’ambito delle discussioni circa l’esistenza di una «f. di linguaggio umana, determinata dal nostro patrimonio genetico» (Chomsky).

Vedi anche
maieutica Termine greco («ostetricia») che nell’ambiente socratico-platonico indicò il magistero di Socrate, il quale, figlio della levatrice Fenarete, si dichiarava egli stesso simile all’ostetrico in quanto non presumeva di produrre o inculcare agli altri la verità, ma voleva piuttosto aiutare gli altri a ritrovarla ... eudemonismo Dottrina che considera naturale per l’uomo la felicità (gr. εὐδαιμονία) e assegna alla vita umana il compito di raggiungerla; va distinta dall’ edonismo, che pone tale compito nel conseguimento del piacere immediato. Eudemonistica è la dottrina socratica del ‘bene-attraente’ e dell’identità di virtù ... giustizia Virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge. In altre accezioni, il potere di realizzare il diritto con provvedimenti aventi forza esecutiva e l’esercizio di questo potere ... Sòcrate Sòcrate (gr. Σωκράτης, lat. Socrátes). - Filosofo (Atene 470 o 469 - ivi 399 a. C.). Era figlio di uno scultore, Sofronisco, e di una levatrice, Fenarete. Scarse le notizie sulla sua vita familiare, eccezion fatta per la figura della moglie Santippe, ricordata spesso come donna bisbetica e petulante. ...
Altri risultati per facoltà
  • FACOLTÀ
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Filosofia. - Le differenze e le somiglianze che l'osservazione empirica può notare tra i fatti psichici hanno indotto gli psicologi a presupporre una molteplicità di attitudini, come ad es. la sensibilità, l'intelletto, l'immaginazione, la memoria, ecc., a cui si è dato il nome di facoltà. In senso ...
Vocabolario
facoltà
facolta facoltà (ant. facultà) s. f. [dal lat. facultas -atis, dal tema di facĭlis «facile»]. – 1. Potere, autorità, possibilità, capacità di fare o no qualcosa: a. Con riferimento alle qualità della mente e dell’animo: f. umane, f. naturali;...
facoltativo
facoltativo agg. [der. di facoltà]. – 1. Lasciato in facoltà di qualcuno, alla sua libera scelta: esame, insegnamento f.; fermata f., dei pubblici mezzi di trasporto, che si effettua a richiesta dei passeggeri; corsa f. (di un treno o autobus),...
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