facundo
" Colui che ha facoltà di parlare con proprietà e ricchezza ". Solo in Cv III XIII 8 e dicemo l'uomo facundo eziandio non parlando, per l'abito de la facundia, cioè del bene parlare. Il riferimento al bene parlare sembrerebbe generico, ma già in un passo precedente (però che la lingua mia non è di tanta facundia che dire potesse ciò che nel pensiero mio se ne ragiona, IV 3) D. precisava il rapporto tra pensiero e lingua, cui il termine si riferisce (v. facundia).