FAGACEE (lat. scient. Fagaceae)
Famiglia di piante Dicotiledoni Archiclamidee, inclusa nell'antica famiglia delle Cupuifere. Hanno fiori monoici, raramente monoclini, con involucro ploclamide, fatto di 4 a 7 pezzi bratteiformi saldati. I fiori staminiferi hanno 4-7 o 8-14 stami; i pistilliferi presentano 3, più di rado 6, carpelli saldati con ovario infero biloculare con due ovuli itegminati per ogni loggia. I frutti sono monospermî, solitarî riuniti in gruppi entro uno speciale involucro (cupula) dovuto all proliferazione dell'asse fiorale e provvisto di numerose emergenze. Le Fagacee sono piante legnose con foglie intere o più o meno profondamente divise, munite di stipole generalmente caduche: vivono e sono diffuse nelle regioni temperate e tropicali, ma non si trovano in Africa al sud del Sahara. Comprendono circa 360 specie.
Si dividono in due sottofamiglie.
Fageae: i fiori staminiferi sono disposti in glomeruli, i pistilliferi in dicasî biflori all'ascella delle foglie: Fagus con 7 specie (v. faggio); Nothofagus con 12 specie che vivono nelle Ande meridionali e nella regione antartica e formano la fitta boscaglia che riveste tutte le isole della Terra del Fuoco.
Castaneae: i fiori pistilliferi sono riuniti in spighette o in vere spighe all'ascella di brattee: Castanea con 30 specie (v. castagno); Quercus con 200 specie (v. quercia); Pasania, genere affine al precedente con 100 specie che vivono nella regione malese.
Questa famiglia comprende un gran numero di piante utili: molte, come il faggio, la quercia, il castagno, costituiscono importanti essenze forestali che formano vasti boschi e foreste e forniscono legnami di grande utilità. I frutti del castagno (Castanea sativa Mill.) costituiscono un ottimo alimento; dai frutti (faggiuole o faggine) del faggio (Fagus silvatica L.) si ricava un buon olio da ardere. La corteccia di molte querce è eccellente, data la ricchezza in tannino, per la concia delle pelli; i frutti o ghiande costituiscono un ottimo alimento per i maiali e quelli della var. virgiliana di Quercus robur (volg. quercia castagnara) e di speciali orme della Q. ilex, Q. macrolepis e Q. vallonea sono dolci e vengono mangiati dall'uomo. Inoltre i frutti della Q. robur e della Q. sessiliflora torrefatti costituiscono un surrogato del caffè e sono iscritti in alcune farmacopee (greca, norvegese, austriaca, portoghese) sotto il nome di semen quercus e semen quercus tostum; e così la corteccia dei loro rami e, in America, è officinale quella di Quercus alba L. di cui si usano anche i frutti. Le cupule della Q. vallonea e Q. macrolepis forniscono materiale tannico. Dalla distillazione secca del legno di faggio si ottiene un olio empireumatico che contiene il creosoto. Le galle della Quercus infectoria Oliv. (noci di galla o galle di Aleppo) sono usate in farmacia perché ricche di tannino e servono anche per preparare tintura e inchiostro. Col sughero bruciato si prepara il nero dei pittori e l'inchiostro di Cina. La Q. coccifera L. dà il chermes ilicis; sostanza colorante rossa simile alla cocciniglia.