FAGLIA (dal fr. faille)
Quando le rocce sedimentarie o massicce della crosta terrestre sono attraversate da una spaccatura lungo la quale è avvenuto un movimento che ha interrotto la primitiva continuità dei materiali rocciosi e li ha portati in piani diversi, si ha una faglia. Il fenomeno è soprattutto evidente se interessa rocce sedimentarie a strati di varia natura, e meglio di varî colori. La superficie lungo la quale avviene lo spostameuto è detta piano di faglia. I due lati della faglia divisi dal piano lungo il quale è avvenuto lo spostamento, si dicono labbra, bordi o fianchi. I due fianchi di una faglia possono presentarsi più o meno lucidi, talvolta riflettenti come superfici speculari; allora essi prendono il nome di specchi di faglia.
Quando il piano di faglia è verticale si ha una faglia normale (fig.1). Quando il piano di faglia è inclinato, se in conseguenza del movimento le due labbra si sono fra loro allontanate si ha una faglia diretta o di estensione (fig. 2), se invece le due labbra sono portate a ricoprirsi in modo che uno strato qualunque di un bordo della faglia strapiombi sulla sua continuazione del lato opposto si ha la faglia inversa o di contrazione (fig. 3). Le faglie si trovano spesso associate o ripetute. Se i rispettivi piani sono paralleli si hanno i fasci di faglie, se divergenti si ha una rosa di faglie. L'associazione di numerose faglie parallele degradanti regolarmente in uno stesso senso può dare luogo a una gradinata di faglie. In conseguenza di un'associazione di faglie formanti due gradinate che degradano verso una parte mediana si originano delle aree depresse, allungate, della crosta terrestre, dette fosse (ted. Graben; fig. 4). Esempio classico è quello della valle del Reno fra i Vosgi e la Selva Nera. Nel caso inverso in cui un'area mediana è rimasta sporgente e rilevata, perché sui fianchi di essa la superficie del terreno si è depressa in conseguenza di una serie di faglie, si ha un pilastro (ted. Horst; fig. 5). I Vosgi, la Selva Nera, il M. Sinai, il Morvan, ne offrono esempî.
Le faglie sono legate ai fenomeni di dislocazione della crosta terrestre e qualche volta assumono un'importanza grandiosa. Esempî bellissimi ne esistono nelle Alpi, nell'Appennino, nell'altipiano centrale della Francia, nel Massiccio Boemo, ecc. vi sono faglie dette longitudinali, perché seguono, con direzione grossolanamente parallela, l'andamento delle pieghe delle catene montuose. In qualche caso esse possono essere confuse con delle pieghe-faglie. Le faglie trasversali tagliano invece l'andamento delle pieghe di una catena montuosa con direzione normale od obliqua. Fra esse sono specialmente degne di menzione la faglia Schio-C Vicenza, che passa a occidente del M. Alba e quella indicata col nome di linea delle Terme, che da Vienna si dirige a sud e taglia trasversalmente le propaggini orientali delle Alpi Calcaree settentrionali.
Bibl.: A. Geikie, Text-Book of Geology, Londra 1882; E. de Margerie e A. Hem, Les Dislocations de l'écorce terrestre, Zurigo 1888; E. Haug, Traité de Géologie, Parigi 1907; E. Kayser, Lehrbuch der Geologie, Stoccarda 1923; C. F. Parona, Trattato di geologia, Milano 1924.