FAGOCITI (XIV, p. 725)
I fagociti, cioè le cellule che con movimenti ameboidi di tutto o di parte del loro protoplasma inglobano e digeriscono microrganismi, corpi estranei, altre cellule dello stesso organismo destinate alla morte, sono di diversa natura e si raggruppano, scolasticamente, in due grandi categorie: microfagi e macrofagi le quali insieme, e in parallelo con altri elementi stromatici che ne costituiscono l'architettura, completano il cosiddetto sistema delle cellule fagocitanti.
I microfagi sono essenzialmente cellule piccole e mobili del sangue, granulociti e linfociti; specialmente i primi (granulociti neutrofili) svolgono la loro attività difensiva di prima emergenza contro corpi estranei particolarmente irritanti (v. infiammazione, XIX, p. 196 ed in questa App.). I macrofagi fanno parte delle molte varietà di cellule dei tessuti mesenchimali (con in più, forse, i monociti del sangue), specie in particolari sedi; tuttavia la possibilità che cellule mesenchimali comuni acquistino la capacità e l'attività macrofagica dietro particolari stimoli è latente ovunque; i macrofagi possono assumere le più diverse forme ed entrano in campo successivamente ai microfagi o verso corpi estranei poco irritanti, ma durevoli e resistenti. Macrofagi fisiologici sono quelle cellule dei seni della milza e delle ghiandole emolinfatiche che provvedono alla fagocitosi dei globuli rossi senescenti per il continuo ricambio del sangue. Analoghe a queste sono le cellule dei seni linfatici, le cellule del Kupffer del fegato, le cellule avventiziali pericapillari, ecc. Dietro particolari stimoli (flogistici) ogni fibroblasto può diventare un macrofago. Le cellule che sono più pronte a questa trasformazione in caso di emergenza sono i cosiddetti istiociti, riconoscibili in animali trattati con colori vitali perché si caricano di tali colori (granulopessia).