FAKHR ad-DĪN ar-RĀZĪ, Muḥammad ibn ‛Umar ibn al-Husain
Uno dei maggiori teologi speculativi dell'islamismo e inoltre rinomato scrittore, in arabo, di filosofia, diritto, matematica, astronomia, medicina, astrologia e scienze occulte; nato ad ar-Rayy (antica Rhagae, non lungi dall'odierna Ṭehrān) il 25 ramadān 544 (26 gennaio 1149; altri anticipa la data di un anno), vissuto nella Persia e nella Transoxiana, morto a Herāt il lunedì 1 shawwāl 606 (29 marzo 1210).
La sua teologia è profondamente imbevuta di filosofia aristotelica; il suo grandissimo commento al Corano, più volte stampato, è in realtà una serie di ampie trattazioni di tutti i problemi teologici, filosofici e scientifici che in qualche modo possono riannodarsi a espressioni del Corano. Commentò e compendiò il libro al-Ishārāt di Avicenna (v.), autore da lui tenuto in gran conto, benché ne ripudii parecchie dottrine come quella delle emanazioni neoplatoniche. Nel grande trattato al-Mabāḥith al-mashriqiyyah "Le ricerche orientali" (stampato a Ḥaidarābād del Dekkan 1343 èg. 1925) espone, adattata all'islamismo, tutta la materia filosofica corrispondente ai libri fisici e metafisici d'Aristotele. Del suo libro al-Muḥassal sulle varie opinioni degli antichi e dei moderni in questioni teologiche e filosofiche, stampato al Cairo 1323 èg., 1905, diede un sunto parziale A. Schmoelders, Essai sur les écoles philosophiques chez les Arabes, Parigi 1842, pp. 137-190; una traduzione tedesca, da usare con cautela, fu data da M. Horten, divisa fra i suoi due libri Die philosophischen Ansichten von Razi und Tusi, Bonn 1910, e Die spekulative und positive Theologie des Islam nach Razi, ecc., Lipsia 1912.
Bibl.: I. Goldziher, Aus der Theologie des Fachr al-dīn al-Rāzī, in Der Islam, III (1912), 213-247.