falasha
Conosciuti anche come Beta Israel, sono una comunità etiopica di religione ebraica. I f. dichiarano di discendere da Menelik, figlio di Salomone e della regina di Saba, Makeda, però probabilmente derivano da indigeni convertiti da ebrei residenti nel Sud dell’Arabia nei secoli precedenti l’era cristiana. I f. rimasero ancorati alla loro fede anche dopo la cristianizzazione del regno di Aksum nel 4° sec., mantenendo a lungo autonomia politica. In seguito alle persecuzioni subite si rifugiarono nell’area del Lago Tana, nel Nord dell’Etiopia, e lì resistettero a diversi tentativi di sterminio nei secc. 15°-17°. La loro condizione migliorò in seguito. I f. parlano l’agau (cuscitico), ma il loro canone scritturale è in etiopico (ge’ez). Non seguono rigorosamente le leggi talmudiche, ma aderiscono a tutte le consuetudini legate alla tradizione ebraica, che sono peraltro seguite anche dai cristiani, che praticano gli stessi loro digiuni e hanno abitudini alimentari simili a quelle dei falasha. Per fuggire dalle difficoltà economiche e politiche, nel corso della seconda metà del sec. 20°, circa 45.000 f. si spostarono dall’Etiopia verso il Sudan e da lì, per mezzo di ponti aerei (operazione Mosè, Giosuè, Salomone), l’ultimo dei quali nel 1991, furono trasferiti in Israele.