FALCONE Beneventano
Fiorì nella prima metà del secolo XII. Notaio, cancelliere e dal 1133 giudice di Benevento, ne raccontò le vicende in una cronaca, giuntaci, attraverso una tradizione manoscritta tarda e malsicura, mutila e solo per il periodo 1102-1140. Riguarda dunque l'epoca in cui la politica dei papi, sovrani di Benevento, interferiva nell'Italia meridionale con la fase risolutiva della politica normanna per la sua unificazione monarchica, e si complicava con lo scisma di Anacleto II, il quale, appoggiato da Ruggero II, fece di Benevento il centro della lotta contro Innocenzo II e contro il suo alleato, l'imperatore Lotario III di Supplimburgo.
La cronaca di F. getta uno spiraglio di luce sulle forze autonomistiche cittadine, che, dopo aver contribuito nel secolo precedente, col favore dei papi, ad abbattere il dominio dei principi longobardi, si rivolgevano allora a contrastare l'opera dei papi, intesi a consolidare la loro recente sovranità su Benevento. F., aperto avversario dei Normanni, testimone oculare e partecipe di quei drammatici avvenimenti (fautore di Innocenzo II nel 1134-1137 aveva dovuto rimanere esule a Napoli), scrive con impeto pieno di colore e di passione. La cronaca è edita col testo latino e la traduzione italiana non sempre fedele a fronte, da G. Del Re, Cronisti e scrittori sincroni napoletani, Napoli 1845, pp. 157-176; manca tuttora un'edizione critica con valore scientifico.
Bibl.: K. A. Kehr, Ergänzungen zu Falco von Benevent, in Neues Archiv der Gesell. f. ält. deut. Geschichte, XXVII, 2 (1902) pp. 447-472.